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ITALIA

La strage della funivia

Mottarone, Eitan è cosciente e parla con la zia. Giovannini: disastro è "grande ferita per il Paese"

Dagli accertamenti degli inquirenti, il freno sarebbe stato manomesso per evitare disservizi. Il ministro delle Infrastrutture: "Emersi gravi indizi di colpevolezza". La procura: "Concreto pericolo di fuga". Oggi i funerali di alcune delle vittime. Eitan, il bimbo di 5 anni unico sopravvissuto, è sveglio e parla con la zia

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Eitan Biran, il bimbo di 5 anni sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, è sveglio e cosciente nel reparto di Rianimazione del Regina Margherita. Stando al bollettino dell'ospedale pediatrico torinese, parla con la zia e si guarda intorno. Dal punto di vista clinico è sempre in prognosi riservata, dovuta al trauma toracico e addominale, oltre che alle fratture agli arti. Nei prossimi giorni uscirà dalla rianimazione e verrà trasferito in un reparto di degenza.

Sabato mattina gli interrogatori
Sono stati fissati per sabato mattina gli interrogatori di convalida dei tre fermati per l'incidente della funivia del Mottarone. Luigi Nerini, proprietario di Ferrovie del Mottarone, il direttore dell'esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini compariranno davanti al gip Donatella Banci Buonamici, che è anche presidente dell'ufficio. Il giudice si recherà alle 9 nel carcere della cittadina sulla sponda piemontese del Lago Maggiore e comincerà con Tadini. Dovrà decidere sulla richiesta di convalida del fermo e di arresto avanzata dalla Procura.

Completati i primi rilievi del perito tecnico
E' iniziata con un sopralluogo al relitto della cabina della funivia del Mottarone, schiantatasi domenica provocando la morte di 14 persone, la perizia tecnica del professor Giorgio Chiandussi, docente di Ingegneria meccanica e aerospaziale al Politecnico di Torino, il perito nominato dalla Procura nell'ambito delle indagini sulla tragedia. Il perito, accompagnato dai carabinieri e dai volontari della Protezione Civile ha fatto spostare il telo che copriva i resti della cabina ed ha esaminato con particolare attenzione il carrello con il quale la vettura viene agganciata ai cavi. Successivamente Chiandussi ha ispezionato l'altra cabina quella rimasta integra, e fermatasi alla stazione intermedia di Alpino. Poi si è spostato alla stazione di arrivo in vetta al Mottarone.

"Questi rilievi - ha spiegato il capitano Luca Geminale, comandante della Compagnia dei carabinieri di Stresa, che coordina sul campo le attività investigative e che ha accompagnato il perito - sono di importanza fondamentale per ricostruire la dinamica esatta dell'incidente e stabilire la causa scatenante della rottura del cavo".

Sindaca di Stresa: "Tutelerò l'amministrazione"

"Qualcuno si è permesso di dire che l'amministrazione di Stresa e la comunità intera sapevano di questo modus operandi per la funivia: è intollerabile, inqualificabile ed è mio dovere tutelare l'immagine mia, della mia città e dei miei cittadini nelle sedi opportune''. Il sindaco di Stresa, Marcella Severino, respinge le accuse circolate nelle ultime ore sul web. ''Già abbiamo dovuto subire e vivere una tragedia enorme - aggiunge - ora queste accuse del tutto infondate e gravissime: chi ha detto e scritto cose non vere ne risponderà".

Il freno manomesso
Dagli accertamenti degli inquirenti, il freno sarebbe stato manomesso per evitare disservizi. A ora "è emerso che erano noto a chi di dovere che questo impianto aveva delle anomalie al sistema frenante" ha spiegato il comandante della Compagnia dei carabinieri di Verbania, capitano Luca Geminale, che da domenica coordina sul campo le attività investigative sull'incidente della funivia. Il capitano dell'Arma ha anche aggiunto che "probabilmente,chi di dovere, piuttosto che fermare la funivia e approfondire "l'inconveniente tecnico per poi risolverlo, "ha deciso di bypassare il problema e usare i forchettoni". 

Il comandante ha anche spiegato che il secondo forchettone, ritrovato ieri, era "nascosto da una delle lamiere della cabina". "Abbiamo sequestrato tutto,anche la scatola nera" ha detto Geminale. La cosiddetta 'scatola nera' è "un sistema - spiega il comandante - che registra tutti gli aspetti tecnici dell'impianto, come la velocità, l'andatura,l'oscillazione" della funivia.

Il direttore Perocchio nega di aver autorizzato il forchettone, e anche di aver avuto contezza di simile pratica, spiega il suo legale.

Procura, concreto pericolo di fuga
Per la procura di Verbania che indaga sull'incidente del Mottarone, "sussiste il pericolo concreto e prevedibilmente prossimo della volontà degli indagati di sottrarsi alle conseguenze processuali e giudiziarie delle condotte contestate, allontanandosi dai rispettivi domicili e rendendosi irreperibili". Lo si legge nel decreto di fermo disposto nei confronti di Luigi Nerini, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini. 

Secondo la procura di Verbania, il pericolo di fuga delle tre persone fermate per l'incidente alla funivia del Mottarone sussiste "anche in considerazione dell'eccezionale clamore a livello anche internazionale per l'intrinseca drammaticità" dell'incidente. Drammaticità "che diverrà sicuramente ancora più accentuato al disvelarsi delle cause del disastro"  scrivono i magistrati.

I magistrati sottolineano inoltre la "sconsiderata condotta" che "ha determinato" la "morte di quattordici persone e lesioni gravissime a un minore di cinque anni". I pm rilevano che "in caso di accertato riconoscimento" delle responsabilità la pena detentiva sarebbe "elevatissima".

La rottura della fune trainante della funivia, per cause ancora da accertare, ha fatto sì che la cabina numero 3 in prossimità della stazione finale di Mottarone, "invece di arrestarsi sospesa alla fune portante come avrebbe dovuto  fare, se fossero stati rimossi i forchettoni rossi cosiddetti blocca  freni, iniziava a scivolare all'indietro, scendendo a folle velocità  verso valle, in direzione Stresa, località Alpini e, dopo aver  raggiunto il pilone numero 3 della tratta Alpino-Mottarone, si  sganciava dalla fune portante, schiacciandosi a terra e rotolando a  valle sul pendio fortemente scosceso, fino a quando impattava contro  un albero".   Un incidente che ha comportato la "morte immediata sul posto per  politraumatismo contusivo-fratturativo con emorragia" di 13 turisti a  bordo, il piccolo Mattia di 6 anni è morto alle 19.15 di domenica 23 maggio all'ospedale Regina Margherita di Torino dove è ricoverato  l'unico sopravvissuto della tragedia". E uno dei passaggi del decreto di fermo emesso nei confronti dei tre indagati.

I carabinieri hanno sequestrato tutto, "non sappiamo però se ci sia anche la scatola nera, perché non tutte le cabine di questo tipo ne sono dotate" ha dichiarato il procuratore capo Olimpia Bossi, in merito alle indagini. "E' stato sequestrato tutto - ha aggiunto -, per cui se c'è verrà esaminata con l'ausilio di tecnici informatici"."Gli addetti ai lavori sono stati sentiti, sia coloro che erano in servizio quel giorno, sia gli impiegati in generale - ha proseguito la pm -. Sembrerebbe emergere che fosse una pratica abituale" disabilitare o tenere disabilitato il sistema frenante della funivia. "Ora aspettiamo di capire come risponderanno alle domande. In questo momento non si può dire chi, in concreto, lo abbia fatto".

Al vaglio posizione operai funivia
La Procura di Verbania sta valutando anche la posizione della squadra di operai addetti all'impianto che avrebbero messo in atto "la scelta aziendale di bypassare l'anomalia" al sistema frenante emerso da oltre un mese, ha spiegato Geminale precisando che il giorno dell'incidente Gabriele Tadini, il responsabile del funzionamento della funivia fermato la scorsa notte, "era in servizio".    La magistratura dovrà capire se gli operai fossero consapevoli o meno delle conseguenze che poteva avare l'utilizzo dei 'forchettoni' sul sistema frenante

Giovannini: "Tragico incidente una grande ferita per il paese"
"Il tragico incidente del 23 maggio sulla funivia Stresa-Mottarone è una grande ferita per il paese, desidero esprimere nuovamente profondo cordoglio del governo nei confronti dei famigliari delle vittime". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, nel corso di un'informativa alla Camera sul disastro della funivia Stresa-Mottarone. "La domenica stessa appena informato dell'incidente ho proposto l'istituzione di una commissione ispettiva sull'evento. Quanto all'esatta dinamica dell'incidente e all'accertamento delle relative cause - ha spiegato il ministro - sono in corso le indagini da parte della competente procura della Repubblica, alla quale le strutture del Ministero delle infrastrutture stanno fornendo e forniranno tutte le necessarie informazioni".

Lunedì 24 maggio, durante la riunione tecnica a Stresa sull'incidente alla funivia, "dalla disamina dei fatti illustrati da tutti i presenti è emersa la prontezza nella risposta del sistema di soccorso che, compatibilmente con le suddette asperità del luogo di operazione, si è caratterizzata per la tempestività e la totale collaborazione di tutti gli enti" ha spiegato il ministro e l'Aula ha risposto con un applauso a queste parole.

Nel corso dell'attività di indagine, a carico dei tre fermati "sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, dal quale sarebbe derivato il disastro". ha poi sottolineato Giovannini. "In particolare - ha proseguito - l'attività investigativa ha permesso di accertare gravi e concreti elementi di responsabilità in capo al Tadini, il quale, pur consapevole dei potenziali rischi, con l'assenso del Perrocchio e del Nerini ha consentito la messa in funzione dell'impianto con la presenza, su una delle due cabine, del dispositivo forchetta, che impedisce l'eventuale attivazione del sistema di frenaggio di emergenza, al fine di evitare il continuo blocco dell'impianto causato proprio dal ripetuto azionamento, apparentemente ingiustificato, del dispositivo frenante, che da circa un mese presentava anomalie".

"La presenza del dispositivo 'a forchetta', accertata in fase di rilievi tecnici eseguiti dal personale del Nucleo investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Verbania, ha impedito, all'atto della rottura del cavo traente, l'arresto della cabina che in quel momento stava salendo in vetta, con conseguente verificarsi dei fatti". ha detto il ministro.

"In caso di interruzione per periodi superiori a un mese, qual è quella determinata dall'emergenza sanitaria in corso, prima della ripresa del servizio è necessaria l'effettuazione da parte del gestore di specifici controlli" ha aggiunto . "Ricordo anche che il Governo ha sempre escluso la possibilità di estendere tout court la durata della fine-vita tecnica degli impianti in ragione del fermo da Covid-19".

"I decreti sul regime dei controlli e delle attività manutentive degli impianti "prevedono tempistiche rigorose e attribuiscono specifiche responsabilità al Direttore di esercizio dell'impianto, nominato dal gestore e in possesso dei requisiti professionali accertati dall'USTIF. Come già ricordato, sono previsti in capo all'esercente l'esecuzione d dii ispezioni annuali, di controlli giornalieri, settimanali e mensili".

Oggi i funerali di alcune delle vittime
Si sono svolte questa mattina in un villaggio del nord di Israele le esequie della famiglia Biran - il padre Amit, la moglie Tal e il figlio Tom - periti nella tragedia della funivia. L'altro figlio Eitan è ricoveratoin ospedale a Torino. Alla cerimonia è presente l'ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti. I funerali dei nonni di Tal Peleg, Yitzhak e Barbara Cohen, si svolgeranno invece domani.

Nel primo pomeriggio a Varese quelli di altre due delle 14 vittime,Alessandro Merlo e Silvia Malnati. E sempre nel pomeriggio a Diamante, in provincia di Cosenza, i funerali di Serena Cosentino, 27 anni. La bara della giovane ricercatrice del Cnr di Verbania è già arrivata nella chiesa Gesù Buon Pastore dove è stata allestita una camera ardente. 

Ieri sera intanto, nella chiesa parrocchiale di Stresa, il parroco don Gianluca Villa ha presieduto una affollata messa in suffragio delle vittime. 

E' previsto in serata invece l'arrivo a Triggiano (Bari) delle salme di Roberta Pistolato, 40 anni, e Angelo Vito Gasparro, 45 anni, la coppia deceduta nell'incidente alla funivia. Pistolato e Gasparro sono originari del comune alle porte di Bari, si erano trasferiti in Lombardia nel 2012 per completare gli studi e per motivi professionali. Le due salme saranno portate direttamente nel cimitero comunale di Triggiano e domattina si svolgerà il rito funebre secondo i canoni dei Testimoni di Geova. Non è prevista una cerimonia pubblica e il sindaco Donatelli ha proclamato il lutto cittadino.

Comuni avviano raccolta fondi per le vittime
Stresa, Baveno, Casale Corte Cerro, Gravellona Toce e Omegna, i comuni alle pendici del Mottarone, hanno avviato una raccolta fondi a favore dei familiari delle vittime dell'incidente della funivia che ha
causato la morte di quattordici persone. ''Come presidente dell'Unione Montana del Cusio e del Mottarone - spiega Paolo Marchioni , che è anche sindaco di Omegna - , considero un dovere quello di stimolare un'iniziativa volta a confermare la forza e la comunione di intenti di un intero territorio di fronte a eventi così tragici e inaspettati. Il mio pensiero, come quello di tutti i sindaci e dei consiglieri dell'Unione, va a coloro che stanno portando sulle spalle il peso della perdita dei propri cari. Questa raccolta fondi vuole diventare il gesto di solidarietà di un territorio unito nel lutto''. Nel Verbano Cusio Ossola altre associazioni di volontariato hanno avviato raccolte fondi a favore dei familiari delle vittime.

Tre richieste di adozione per Eitan, ma ha già la sua famiglia
''Sono stata chiamata da tre famiglie che volevano dare la loro disponibilità per l'adozione del bambino. Una anche dalla Sicilia". La sindaca di Stbresa, Marcella Severino, rivela così di aver ricevuto telefonate da diverse parti d'Italia di famiglie che si offrono di adottare Eitan, il bambino unico sopravvissuto all'incidente della funivia del Mottarone ricoverato all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove ieri la prima cittadina si è recata in visita col collega di Baveno, Alessandro Monti. "Per fortuna Eitan ha degli zii e una famiglia che lo sosterrà e lo aiuterà a superare questo dolore - aggiunge Severino - ma rimangono dei gesti che ci fanno capire che c'è ancora tanta umanità a questo mondo".