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MONDO

"I ribelli usano bambini soldato"

Myanmar, Aung San Suu Kyi accusa le ONG di cooperare con i Rohingya

La minoranza musulmana è perseguitata dai tempi della giunta militare: non hanno la cittadinanza e i loro diritti sono praticamente inesistenti. A novembre il Papa sarà in Myanmar e poi in Bangladesh: ieri durante l'Angelus ha ricordato la loro condizione di oppressi

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Mentre migliaia di Rohingya cercano di fuggire dalla Birmania e il Bangladesh li respinge, Aung San Suu Kyi rompe il silenzio sulla minoranza etnica. Non per assicurare protezione, non per accertare se le violenze dell'esercito ma per accusare le ONG e i ribelli: alcuni membri dello staff delle prime avrebbero partecipato al'assedio del villaggio di Taungbazar e i Rohingya, che chiama terroristi, avrebbero "combattuto le forze di sicurezza utilizzando i bambini sulla linea del fronte".  Entrambe le parti - esercito e minoranza - si sono accusate di atrocità,  ma al momento è molto difficile verificare quanto stia accadendo perchè lo stato di Rakhine, teatro degli scontri, è off limits per stampa e osservatori

Aung San Suu Kyi: Rohingya usano bambini soldato
Di fatto le parole - riportate dalle agenzie - del Premio Nobel per la Pace e ora leader de facto del Paese allineano la posizione del governo con quella dell'esercito. Addossa sulla minoranza musulmana le colpe degli scontri: i bambini sono armati di coltelli, l'arma più diffusa negli attacchi dei giorni scorsi. Per il suo silenzio e la mancata tutela di Rohingya Aung San Suu Kyi è stata fortemente criticata, anche con una lettera di altri Nobel per la Pace

I Rohingya: l'esercito ci attacca insieme a estremisti buddhisti che bruciano i nostri villaggi
L'accusa è stata smentita dal gruppo di ribelli Rohingya. Da un lato l'Arakan Rohingya Salvation Army ha rivendicato gli attacchi contro numerose postazioni di polizia degli ultimi giorni, dall'altro sostiene che "nelle loro incursioni contro i villaggi Rohingya i soldati birmani si siano fatti accompagnare da estremisti" buddisti che "appiccano il fuoco alle case".

In novembre la visita di Papa Francesco
Accogliendo l’invito dei rispettivi capi di Stato e vescovi, Papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Myanmar dal 27 al 30 novembre prossimi, visitando le città di Yangon e Nay Pyi Taw. Poi sarà in Bangladesh, a Dacca, dal 30 novembre al 2 dicembre.

L'estremismo islamico tra i Rohingya
Musulmani, poverissimi e perseguitati, tra i Rohingya ha iniziato a radicarsi l'estremismo islamico. L'ARSA si presenta ad esempio come milizia di difesa dei diritti e dell'identità della minoranza ma è stata accusata anche di essere vessare gli stessi Rohingya. 

Cosa è successo nei giorni scorsi 
Sono giorni che sono in corso scontri tra i miliziani dell'Arsa (l'esercito Arakan per la Salvezza dei Rohingya) e l'esercito nazionale. E' molto difficile ottenere informazioni imparziali dato che lo stato del Rakhine, dove sono in corso gli scontri, è da giorni inaccessibile ai media e agli osservatori. Al momento si sa che le vittime sono almeno 98: secondo il governo sono quasi tutti ribelli mentre altre fonti discordano. 

Perchè la Birmania perseguita i Rohingya
Sono considerati una delle minoranze più perseguitate al mondo: musulmani in una Birmania a maggioranza buddhista, sono poco meno di un milione su una popolazione totale di 50. La maggior parte di loro vive nello stato di Rakhine - in passato si chiamava Arakan, da cui il nome del loro movimento - e sono in Birmania da generazioni anche se sono originari del vicino Bangladesh. Nel 1982 la giunta militare li priva della cittadinanza (perchè li accusa di essere arrivati dopo 1823, inizio della colonizzazione britannica). I Rohingya sostengono invece si essere discendenti dei mercanti musulmani che secoli prima entravano in Birmania per motivi commerciali. Ancora oggi senza cittadinanza i Rohingya non hanno diritto di voto, hanno grossi limiti nell'accesso all'istruzione - ricevono spesso solo un'istruzione religiosa che li rende terreno di coltura per il fondamentalismo (l'ultimo report della Commissione sullo Stato del Rakhine sottolinea con preoccupazione la radicalizzazione, come ribadito da Kofi Annan) - alla sanità, alla proprietà. Nel 2012 la situzione è ulteriormente peggiorata: da quel momento, calcola l'UNHCR, 160 mila Rohingya hanno lasciato la Birmania: principalmente verso il Bangladesh ma anche verso la Malesia, la Thailandia e l’Indonesia.