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MONDO

La denuncia

Myanmar, Unicef: dal giorno del colpo di stato uccisi 35 minori

Quasi 1000 bambini e ragazzi detenuti arbitrariamente. Cina e Russia rompono oggi il silenzio: no a spargimento di sangue. Gli Usa sospendono l'accordo commerciale firmato nel 2013. Mercoledì prossimo riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu

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In meno di due mesi in Myanmar almeno 35 minori sono stati uccisi, innumerevoli altri sono rimasti gravemente feriti e quasi 1.000 bambini e giovani sarebbero stati detenuti arbitrariamente dalle forze di sicurezza in tutto il Paese. Lo rende noto l'Unicef.

Milioni di bambini e giovani sono stati esposti direttamente o indirettamente a scene traumatizzanti di violenza, con grave minaccia alla loro salute mentale e al loro benessere emotivo. 

"Un ragazzo e una ragazza di 11 anni, due ragazzi e una ragazza di 13 anni, tre ragazzi di 16 anni e due ragazzi di 17" sono stati uccisi sabato da colpi di arma da fuoco e una bambina di un anno è gravemente ferita dopo essere stata colpita all'occhio con un proiettile di gomma, ricorda il direttore generale dell'Unicef, Henrietta Fore, in una nota, dicendosi "inorridita" dalle uccisioni indiscriminate, specie quelle dei minori, "che costituiscono indubbiamente delle vergognose violazioni dei diritti dei bambini", e di cui i responsabili "devono essere chiamati a rispondere".

Oltre all'incolumità fisica, preoccupano l'Unicef le possibili conseguenze più a lungo termine della crisi. "Già si è fermata la fornitura di servizi essenziali per i bambini: quasi 1 milione di bambini non hanno accesso ai vaccini fondamentali; quasi 5 milioni non hanno accesso a integratori di vitamina A; quasi 12 milioni rischiano di perdere un altro anno di apprendimento; più di 40.000 bambini sono senza cure per la malnutrizione acuta grave; quasi 280.000 madri e bambini vulnerabili perderanno l'accesso ai trasferimenti di denaro, che sono la loro ancora di salvezza, e più di 250.000 bambini perderanno l'accesso ai servizi idrici e igienico-sanitari di base".

"Questa perdita di accesso ai servizi chiave, combinata con la contrazione economica che spingerà molti altri nella povertà- aggiunge l'agenzia Onu - mette in pericolo un'intera generazione di bambini e giovani", concludendo con un ennesimo appello a fermare le violenze.

Migliaia in fuga in Thailandia, pronti campi
Migliaia di birmani sono già fuggiti nella vicina Thailandia e il primo ministro thailandese Prayit Chan-o-cha ha affermato che il suo governo si è già preparato ad accogliere i rifugiati. Lo riferisce la Cnn. Secondo la Karen Women's Organization (KWO), che opera all'interno dello Stato confinario di Karen e nei campi profughi in Thailandia, ieri circa 3.000 persone avrebbero attraversato il confine, dopo un bombardamento da parte di aerei militari.

"Abbiamo preparato le aree in caso di arrivo dei profughi, quindi saremmo già pronti ad accoglierli", ha detto Chan-o-cha durante un briefing con la stampa. "Non vogliamo incoraggiare un afflusso nella nostra area, ma certamente dobbiamo prendere in considerazione le questioni relative ai diritti umani", ha aggiunto.

La Thailandia ha ospitato in passato decine di migliaia di rifugiati in nove campi principali lungo il confine con la Birmania, a seguito dei conflitti armati, violazioni dei diritti umani e persecuzione delle minoranze etniche in atto ciclicamente da 30 anni da parte delle forze armate.

Cremlino: molto preoccupati per vittime civili
Il Cremlino ha espresso oggi grande preoccupazione per il numero crescente di vittime civili. "Siamo molto preoccupati per il numero crescente di vittime civili. Questa è una preoccupazione molto profonda per noi, e stiamo monitorando da vicino la situazione in Myanmar", ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov.

Il portavoce ha precisato inoltre che la presenza del vice ministro della Difesa russo Alexander Fomin alla parata militare di sabato per la festa delle Forze armate non significa che Mosca sostenga gli eventi che si stanno svolgendo nel paese del sud-est asiatico. "Sapete che abbiamo legami di lunga data e piuttosto costruttivi con il Myanmar, ci sono ancora alcuni sviluppi in termini di relazioni bilaterali, ed è da questo punto di vista che dobbiamo guardare a questo. Ciò non significa, ovviamente, approvare quei tragici eventi che si stanno verificando nel paese", ha detto Peskov, secondo la Ria Novosti.

La Cina chiede de-escalation: no a spargimento di sangue
La Cina chiede calma e moderazione in Myanmar, per evitare la degenerazione della crisi, dopo la strage di sabato scorso, in cui sono morte oltre cento persone. Ribadendo la preoccupazione di Pechino per la situazione nel Paese confinante con la Cina, il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, ha auspicato che tutte le parti coinvolte nella crisi "intraprendano azioni con un atteggiamento costruttivo per la de-escalation e per raffreddare la situazione. Violenza e spargimento di sangue - ha aggiunto - non sono nell'interesse di nessuno".

La Cina, ha concluso, auspica l'allentamento delle tensioni, che le dispute vengano affrontate nel quadro costituzionale e legale, e che si continui a spingere per il processo di transizione democratica del Paese. Secondo fonti diplomatiche citate dall'Afp, è prevista per mercoledì prossimo una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul Myanmar.

Gli Usa sospendono l'accordo commerciale firmato nel 2013
L'amministrazione Usa di Joe Biden ha annunciato la sospensione immediata di un accordo commerciale con il Myanmar. "Questa misura resterà in vigore fino a quando non tornerà un governo democraticamente eletto", si legge in una nota di Katherine Tai, rappresentante Usa per il commercio. "Gli Stati Uniti condannano con forza la violenza brutale che le forze di sicurezza birmane stanno esercitando contro i civili", aggiunge Tai. L'accordo in questione è il 'Trade and Investment Framework Agreement with Myanmar' sottoscritto nel 2013.