ITALIA
Operazioni di soccorso
La nave bestiame senza equipaggio al porto di Corigliano Calabro
Il mercantile abbandonato dall'equipaggio in alto mare, senza elettricità e
senza controllo. A bordo 360 migranti, tra cui decine di bambini e alcune donne in gravidanza

È arrivato intorno a mezzanotte nel porto di Corigliano Calabro il mercantile Ezadeen con 360 immigrati siriani a bordo. La nave, battente bandiera della Sierra Leone, era rimasta senza carburante e alla deriva nelle acque del Mar Jonio dopo che l'equipaggio l'aveva abbandonata bloccando anche il timone. Tra i migranti ci sono anche donne, alcune in stato di gravidanza, e almeno 50 bambini. Sono in corso le operazioni di sbarco dei profughi.
L'imbarcazione, trainata da due motovedette della Guardia Costiera, era rimasta ferma al largo di Corigliano in attesa che venissero risolte le problematiche che sono state rilevate, legate, a quanto sembra, ad un'eccessiva altezza della banchina.
Il soccorso
Sulla nave sono stati calati tre operatori della Capitaneria di porto di Gallipoli e tre di Taranto i quali, come ha spiegato Francesco Perrotti, comandante della Capitaneria di porto Corigliano Calabro, hanno provato a fare ripartire l'imbarcazione che, però, potrebbe essere stata danneggiata.
Il comandante Perrotti, che ha definito l'operazione soccorso abbastanza rischiosa, ha anche evidenziato che la scelta di Corigliano Calabro è stata obbligata dal fatto che il porto di Crotone è già stracolmo di carrette del mare, utilizzate per i viaggi della speranza. A quel punto si è scelto il porto in provincia di Cosenza che era il più vicino dopo quello di Crotone e dove non ci sono altre navi abbandonate.
Navi senza equipaggio: la nuova tecnica degli scafisti
Una nave alla deriva, abbandonata dal suo equipaggio di trafficanti di uomini. E' la terza volta che vediamo questo nuovo sistema utilizzato dagli scafisti. Riescono a mettere le mani su navi dismesse da due o tre anni, diverse a seconda della stagione: carrette del mare in estate, imbarcazioni anche di 100 metri in inverno, quando il mare è più pericoloso. Poi, dopo aver impostato la rotta - o aver dato i rudimenti a qualche migrante a bordo - la lasciano in balia del mare, del maltempo, della morte che può sopraggiungere da un momento all'altro.
Sbarchi ancora più rischiosi
Gli sbarchi sono pericolosissimi: priva di comando, la nave può andarsi a schiantare sulle coste. E corrono grossi rischi anche gli uomini della Guardia Costera che per salvare i migranti a bordo devono salire sulle navi spesso in condizioni meteo limite calandosi da un elicottero.
Quasi sempre a bordo ci sono profughi siriani
A bordo delle navi più grandi ci sono spesso i profughi siriani: sono disposti a pagare di più, ma chiedono mezzi sicuri. E per questa "sicurezza" nella precarietà del viaggio pagano anche 8 mila dollari a testa, spiega la Guardia Costiera calabrese che purtroppo ha imparato a conoscere il sistema.
L'imbarcazione, trainata da due motovedette della Guardia Costiera, era rimasta ferma al largo di Corigliano in attesa che venissero risolte le problematiche che sono state rilevate, legate, a quanto sembra, ad un'eccessiva altezza della banchina.
Il soccorso
Sulla nave sono stati calati tre operatori della Capitaneria di porto di Gallipoli e tre di Taranto i quali, come ha spiegato Francesco Perrotti, comandante della Capitaneria di porto Corigliano Calabro, hanno provato a fare ripartire l'imbarcazione che, però, potrebbe essere stata danneggiata.
Il comandante Perrotti, che ha definito l'operazione soccorso abbastanza rischiosa, ha anche evidenziato che la scelta di Corigliano Calabro è stata obbligata dal fatto che il porto di Crotone è già stracolmo di carrette del mare, utilizzate per i viaggi della speranza. A quel punto si è scelto il porto in provincia di Cosenza che era il più vicino dopo quello di Crotone e dove non ci sono altre navi abbandonate.
Navi senza equipaggio: la nuova tecnica degli scafisti
Una nave alla deriva, abbandonata dal suo equipaggio di trafficanti di uomini. E' la terza volta che vediamo questo nuovo sistema utilizzato dagli scafisti. Riescono a mettere le mani su navi dismesse da due o tre anni, diverse a seconda della stagione: carrette del mare in estate, imbarcazioni anche di 100 metri in inverno, quando il mare è più pericoloso. Poi, dopo aver impostato la rotta - o aver dato i rudimenti a qualche migrante a bordo - la lasciano in balia del mare, del maltempo, della morte che può sopraggiungere da un momento all'altro.
Sbarchi ancora più rischiosi
Gli sbarchi sono pericolosissimi: priva di comando, la nave può andarsi a schiantare sulle coste. E corrono grossi rischi anche gli uomini della Guardia Costera che per salvare i migranti a bordo devono salire sulle navi spesso in condizioni meteo limite calandosi da un elicottero.
Quasi sempre a bordo ci sono profughi siriani
A bordo delle navi più grandi ci sono spesso i profughi siriani: sono disposti a pagare di più, ma chiedono mezzi sicuri. E per questa "sicurezza" nella precarietà del viaggio pagano anche 8 mila dollari a testa, spiega la Guardia Costiera calabrese che purtroppo ha imparato a conoscere il sistema.