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ITALIA

Operazione tra Torino, Milano, Reggio Calabria e Catania

'Ndrangheta: arresti e sequestri dal nord al sud d’Italia per traffico internazionale di droga

Sequestrati beni, conti correnti e quote societarie. Coinvolto anche un noto avvocato penalista di Torino 

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Sono 64 le misure cautelari emesse tra Torino, Milano, Reggio e Catania in un'operazione di Carabineri e Guardia di Finanza contro la 'ndrangheta di Volpiano e Sangiusto Canavese, in provincia di Torino.

Le accuse sono associazione mafiosa e traffico internazionale di droga. In sei sono anche accusati di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori.

Sequestrati beni, conti correnti e quote societarie. I provvedimenti sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda. Nell'operazione sono stati impegnati 400 militari. Sequestrati 80 chili di droga e 50 mila euro in contanti.

Facevano capo alle famiglia Agresta e Assisi, attive nella provincia di Torino, con interessi in Italia e all'estero  in particolare in Spagna e Brasile, i presunti esponenti della 'ndrangheta arrestati in Piemonte. L'indagine e' stata partita nel 2016 dalle compagnie dei carabinieri di Torino e Chivasso e ha permesso di ricostruire l'organigramma delle due cosche locali.  Gli inquirenti sono riusciti a tracciare i canali di approvvigionamento degli stupefacenti: l'hashish veniva importato tramite la rotta spagnola, la cocaina passava attraverso i porti del nord Europa.

In questa maxi indagine, che ha preso il via dopo l'inchiesta Minotauro e dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Agresta, è coinvolto anche Pierfranco Bertolino, noto penalista torinese. Sarebbe accusato di favoreggiamento personale. Il gip Luca Fidelio ha disposto il divieto temporaneo di sei mesi dall'esercizio dell'attività.

Secondo le accuse, il legale, già coinvolto in una vicenda di presunti favori nella procura di Torino, avrebbe svelato ad alcuni suoi clienti notizie riservate su indagini ed intercettazioni in corso.  Secondo la tesi degli inquirenti, il professionista ha assistito gli 'ndranghetisti per la costituzione di false società finalizzate al riciclaggio del denaro. I soldi ottenuti con il traffico di stupefacenti venivano reimpiegati su centri scommesse e altre attività  commerciali, ad esempio una torrefazione, un ortofrutta, bar e ristoranti. In questo modo servendosi di avvocati e
professionisti la 'ndrangheta controllava il territorio.