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Presidenziali Usa 2020
New York Times: "La Russia ha hackerato reti informatiche Usa per aiutare Donald Trump"
"L'obiettivo è interferire sulle elezioni presidenziali del 3 novembre"

La Russia negli ultimi giorni ha hackerato negli Stati Uniti alcune reti informatiche statali e locali nell'ambito di uno sforzo teso a interferire sulle elezioni presidenziali del 3 novembre. Lo riporta il New York Times citando fonti dell'Intelligence e affermando come le operazioni di Mosca avrebbero come scopo quello di aiutare la rielezione di Donald Trump anche esacerbando la situazione e fomentando il caos dopo il risultato elettorale, soprattutto se non ci sarà da subito un vincitore chiaro.
L'Unione europea e l'attacco informatico russo nel 2015
In queste ore anche l'Unione europea ha imposto sanzioni al capo dell'Intelligence militare russa, Igor Kostyukov, e a un altro funzionario affermando di essere responsabili di un attacco di pirateria informatica al parlamento tedesco nel 2015. La Russia a maggio ha negato le accuse definendole una "storia banale" e ha affermato che l'UE non aveva prove. L'UE, nella sua Gazzetta ufficiale, ha dichiarato di aver sanzionato Kostyukov, capo dell'agenzia di intelligence militare (GRU) per aver hackerato l'e-mail dell'ufficio del collegio elettorale della cancelliera tedesca Angela Merkel. Le misure dell'UE prendono di mira anche Dmitry Badin, accusato di essere l'hacker che ha orchestrato l'attacco, così come il cosiddetto 85th Main Center, o Center 85, che era l'unità all'interno del GRU utilizzata per eseguirlo. È anche nota come divisione GRU Special Services (GTsSS).
L'hackeraggio dell'account Twitter del presidente, smentito dal Social
Fino a una settimana fa, la password di Donald Trump sarebbe stata "maga2020!", ovvero l'acronimo di 'make America great again', slogan caro al magnate. L'olandese Victor Gevers, che nel 2016 la indovinò, lo avrebbe fatto di nuovo. Digitando questa parola, non proprio originale, è entrato nel profilo del presidente americano. Lo ha raccontato Gevers, esperto di sicurezza, a De Volkskrant, quotidiano olandese, e producendo come prova uno screenshot dell'account hackerato. Prima di arrivare alla password giusta Gevers aveva compiuto altri tentativi, dopo i quali si aspettava di essere bloccato. "O quantomeno - ha spiegato, aggiungendo che l'account non possedeva una richiesta di doppia verifica - che mi si chiedessero ulteriori informazioni". Spaventato, racconta il quotidiano, ha cercato di mettere sull'avviso la Cia, la Casa Bianca, l'Fbi e Twitter stesso, ma non è arrivata alcuna risposta". Dopo qualche giorno è stato contattato dal Secret Service e ringraziato.
Tesi smentita da Twitter: "Non abbiamo visto alcuna prova che corrobori questa notizia pubblicata in Olanda", ha fatto sapere un portavoce, sottolineando che "preventivamente applichiamo misure di sicurezza per gli account di un gruppo designato di figure di alto profilo".
L'Unione europea e l'attacco informatico russo nel 2015
In queste ore anche l'Unione europea ha imposto sanzioni al capo dell'Intelligence militare russa, Igor Kostyukov, e a un altro funzionario affermando di essere responsabili di un attacco di pirateria informatica al parlamento tedesco nel 2015. La Russia a maggio ha negato le accuse definendole una "storia banale" e ha affermato che l'UE non aveva prove. L'UE, nella sua Gazzetta ufficiale, ha dichiarato di aver sanzionato Kostyukov, capo dell'agenzia di intelligence militare (GRU) per aver hackerato l'e-mail dell'ufficio del collegio elettorale della cancelliera tedesca Angela Merkel. Le misure dell'UE prendono di mira anche Dmitry Badin, accusato di essere l'hacker che ha orchestrato l'attacco, così come il cosiddetto 85th Main Center, o Center 85, che era l'unità all'interno del GRU utilizzata per eseguirlo. È anche nota come divisione GRU Special Services (GTsSS).
L'hackeraggio dell'account Twitter del presidente, smentito dal Social
Fino a una settimana fa, la password di Donald Trump sarebbe stata "maga2020!", ovvero l'acronimo di 'make America great again', slogan caro al magnate. L'olandese Victor Gevers, che nel 2016 la indovinò, lo avrebbe fatto di nuovo. Digitando questa parola, non proprio originale, è entrato nel profilo del presidente americano. Lo ha raccontato Gevers, esperto di sicurezza, a De Volkskrant, quotidiano olandese, e producendo come prova uno screenshot dell'account hackerato. Prima di arrivare alla password giusta Gevers aveva compiuto altri tentativi, dopo i quali si aspettava di essere bloccato. "O quantomeno - ha spiegato, aggiungendo che l'account non possedeva una richiesta di doppia verifica - che mi si chiedessero ulteriori informazioni". Spaventato, racconta il quotidiano, ha cercato di mettere sull'avviso la Cia, la Casa Bianca, l'Fbi e Twitter stesso, ma non è arrivata alcuna risposta". Dopo qualche giorno è stato contattato dal Secret Service e ringraziato.
Tesi smentita da Twitter: "Non abbiamo visto alcuna prova che corrobori questa notizia pubblicata in Olanda", ha fatto sapere un portavoce, sottolineando che "preventivamente applichiamo misure di sicurezza per gli account di un gruppo designato di figure di alto profilo".