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MONDO

Fine di un incubo

Nigeria, 63 donne rapite sfuggono ai guerriglieri di Boko Haram e tornano a casa

Hanno approfittato dell'assenza dei rapitori, impegnati in un attacco, e sono scappate. Ancora nelle mani miliziani jihadisti 219 studentesse catturate ad aprile

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Un gruppo di donne sopravvissute a un attentato di Boko Haram (AP Photo/ Ibrahim Abdulaziz)
Kummabza (Nigeria)
Hanno atteso che i loro sequestratori si allontanassero per un’operazione militare e poi sono scappate. Per 63 donne e ragazze rapite il 24 giugno scorso da miliziani jihadisti di Boko Haram a Kummabza, in Nigeria, l’incubo è finito: sono tornate nelle proprie case.
 
Scappate durante un attacco dei guerriglieri
Ad annunciare la fuga è stato un portavoce dei vigilanti volontari che collaborano con le forze di sicurezza governative contro la setta ultra-radicale islamica. Secondo le prime ricostruzioni, le donne avrebbero approfittato dell’attacco sferrato dai guerriglieri a una caserma e a un commissariato nel capoluogo distrettuale, Damboa: nella battaglia che ne seguì persero la vita 53 assalitori e sei soldati.
 
Ancora in ostaggio 219 studentesse
Restano invece nelle mani di Boko Haram 219 delle 276 studentesse catturate da un commando nella notte fra il 14 e il 15 aprile a Chibok. Soltanto 57 loro compagne sono riuscite a fuggire. Ieri gli attivisti del gruppo “Bring Back Our Girls” hanno cercato di marciare sul Palazzo Presidenziale nella capitale Abuja per reclamare dal governo maggiore impegno per liberare le giovani tenute in ostaggio, che i rapitori intenderebbero vendere al mercato come schiave.