ITALIA
Protesta pacifica nel giorno delle nuove minacce a Ltf
No alla Tav: migliaia in piazza, no alle "grandi opere inutili". C'era anche Dario Fo
Si sono svolte senza grossi incidenti ieri le manifestazioni in tutta Italia contro la Tav Torino-Lione e le grandi opere. Migliaia di manifestanti hanno chiesto la liberazione dei
quattro no-Tav in carcere con l'accusa di terrorismo. Le tensioni maggiori a Milano, dove sono state danneggiate telecamere. I manifestanti hanno imbrattato muri, lanciato sacchetti di terra, divelto recinzioni di cantieri ferroviari. Lettera minatoria alla società Ltf che gestisce i lavori.

Dalla Valle di Susa alla Sicilia in piazza per ribadire il no alla Tav Torino-Lione e alle "grandi opere inutili" e per chiedere la liberazione di "Chiara, Matteo, Claudio, Niccolò", in carcere con l'accusa di terrorismo per l'assalto al cantiere di Chiomonte (Torino), dove si scava il tunnel geognostico per la futura ferrovia.
La giornata nazionale di mobilitazione promossa dal movimento di opposizione all'alta velocità ha coinvolto migliaia di persone in tutta Italia. Cortei e presidi di protesta si sono svolti per la maggior parte pacificamente, limitati i momenti di tensione e gli episodi di violenza: a Milano sono state danneggiate telecamere ed imbrattati muri, a Ravenna alcuni manifestanti hanno lanciato sacchetti di terra contro la sede della Cmc, la cooperativa impegnata nei lavori al cantiere di Chiomonte a Pozzolo Formigaro (Alessandria) sono state divelte alcune recinzioni del cantiere per il Terzo Valico ferroviario. Imbrattati i muri anche a Torino.
Proprio ieri, però, si è appreso che nei giorni scorsi una lettera minatoria è stata recapitata agli uffici torinesi della Ltf, la società responsabile della parte internazionale della futura Torino-Lione.
Cuore della protesta il Piemonte: almeno 2.000 - secondo gli organizzatori - i No Tav in marcia verso il cantiere di Chiomonte, altrettanti nel serpentone che ha attraversato Torino dopo avere riunito i cortei partiti dai sei 'presidi tematici' disseminati dalla mattinata nella città.
Uguale, in Val Susa e a Torino ma anche altrove, lo striscione nella prima fila dei manifestanti: "Tutti i No Tav liberi", molti i cartelli con i nomi dei quattro detenuti. E a Chiomonte la manifestazione si è chiusa liberando in cielo la scritta "No Tav liberi" appesa a decine di palloncini rossi e bianchi.
"Se per terroristi si intende chi opera per impedire ad un governo di fare qualcosa, allora siamo tutti terroristi", ha detto Alberto Perino, uno dei leader storici del movimento No Tav.
A Torino gli attivisti hanno distribuito migliaia di volantini per invitare alla "solidarietà con i quattro arrestati e le centinaia di processati, colpiti dalla repressione di Stato al servizio dei grandi speculatori del Tav".
Dopo il passaggio del corteo su molti muri del capoluogo piemontese sono rimasti i segni della protesta: "Terrorista è chi militarizza i territori. Liberi tutti", è la scritta lasciata sui muri dell'Accademia Albertina, nell'omonima via.
Centinaia gli adesivi appiccicati su cartelli stradali, manifesti pubblicitari. "E' stata una giornata bellissima, non solo a Torino, ma in tutta Italia", è il saluto mandato ai manifestanti dallo speaker del corteo di Torino, nel quale ai vessilli con il treno crociato simbolo No Tav, si sono mischiate le bandiere di Cobas, Usb, Cub, di Prc, Partito Comunista e Sinistra anticapitalista, dei comitati contro i Muos, l'inceneritore di Torino, il Terzo Valico.
Nessuna bandiera di M5s, ma tra i manifestanti c'erano molti 'grillini': tra questi il capogruppo in consiglio regionale Davide Bono, che potrebbe essere il candidato del movimento alla presidenza della Regione Piemonte.
Il Premio Nobel Dario Fo è stato avvistato tra i manifestanti del corteo No Tav a Milano. Fo è stato visto all'altezza del cimitero Monumentale: era accanto a un gruppo che portava al collo il cartello con la scritta: "Dissento ma non sono un terrorista".
La giornata nazionale di mobilitazione promossa dal movimento di opposizione all'alta velocità ha coinvolto migliaia di persone in tutta Italia. Cortei e presidi di protesta si sono svolti per la maggior parte pacificamente, limitati i momenti di tensione e gli episodi di violenza: a Milano sono state danneggiate telecamere ed imbrattati muri, a Ravenna alcuni manifestanti hanno lanciato sacchetti di terra contro la sede della Cmc, la cooperativa impegnata nei lavori al cantiere di Chiomonte a Pozzolo Formigaro (Alessandria) sono state divelte alcune recinzioni del cantiere per il Terzo Valico ferroviario. Imbrattati i muri anche a Torino.
Proprio ieri, però, si è appreso che nei giorni scorsi una lettera minatoria è stata recapitata agli uffici torinesi della Ltf, la società responsabile della parte internazionale della futura Torino-Lione.
Cuore della protesta il Piemonte: almeno 2.000 - secondo gli organizzatori - i No Tav in marcia verso il cantiere di Chiomonte, altrettanti nel serpentone che ha attraversato Torino dopo avere riunito i cortei partiti dai sei 'presidi tematici' disseminati dalla mattinata nella città.
Uguale, in Val Susa e a Torino ma anche altrove, lo striscione nella prima fila dei manifestanti: "Tutti i No Tav liberi", molti i cartelli con i nomi dei quattro detenuti. E a Chiomonte la manifestazione si è chiusa liberando in cielo la scritta "No Tav liberi" appesa a decine di palloncini rossi e bianchi.
"Se per terroristi si intende chi opera per impedire ad un governo di fare qualcosa, allora siamo tutti terroristi", ha detto Alberto Perino, uno dei leader storici del movimento No Tav.
A Torino gli attivisti hanno distribuito migliaia di volantini per invitare alla "solidarietà con i quattro arrestati e le centinaia di processati, colpiti dalla repressione di Stato al servizio dei grandi speculatori del Tav".
Dopo il passaggio del corteo su molti muri del capoluogo piemontese sono rimasti i segni della protesta: "Terrorista è chi militarizza i territori. Liberi tutti", è la scritta lasciata sui muri dell'Accademia Albertina, nell'omonima via.
Centinaia gli adesivi appiccicati su cartelli stradali, manifesti pubblicitari. "E' stata una giornata bellissima, non solo a Torino, ma in tutta Italia", è il saluto mandato ai manifestanti dallo speaker del corteo di Torino, nel quale ai vessilli con il treno crociato simbolo No Tav, si sono mischiate le bandiere di Cobas, Usb, Cub, di Prc, Partito Comunista e Sinistra anticapitalista, dei comitati contro i Muos, l'inceneritore di Torino, il Terzo Valico.
Nessuna bandiera di M5s, ma tra i manifestanti c'erano molti 'grillini': tra questi il capogruppo in consiglio regionale Davide Bono, che potrebbe essere il candidato del movimento alla presidenza della Regione Piemonte.
Il Premio Nobel Dario Fo è stato avvistato tra i manifestanti del corteo No Tav a Milano. Fo è stato visto all'altezza del cimitero Monumentale: era accanto a un gruppo che portava al collo il cartello con la scritta: "Dissento ma non sono un terrorista".