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POLITICA

Elezioni dei giudici

Nomine Consulta e Csm. Serracchiani: "Il Pd insiste sul ticket Violante-Bruno"

Renzi: "Soluzione di alto livello". Oggi nuova convocazione in Parlamento per l'elezione dei giudici della Consulta, dopo l'ennesimo nulla di fatto ieri nonostante il vertice tra Renzi e Berlusconi. Secondo fonti della maggioranza, è probabile che un risultato arrivi solo la prossima settimana

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"Il ticket Violante-Bruno per la Consulta resiste. Il Pd voterà Violante-Bruno". La conferma arriva dal vicesegretario del Pd Debora Serracchiani, al termine della riunione della segreteria al Nazareno. "Non so se oggi ci sarà la votazione determinante - aggiunge - Si è lavorato molto anche in queste ore per trovare la quadratura, che dipende molto dal centrodestra. Noi insistiamo su Violante". Su Consulta e Csm il premier Renzi aveva chiarito "ha totalmente ragione il Presidente della Repubblica, sia nel metodo che nel merito. Si deve andare veloci - ha detto Renzi prima di entrare alla riunione segreteria del Pd per le nuove deleghe - vediamo se nelle prossime ore o nei prossimi giorni si chiudera la partita sia del Csm che della Corte Costituzionale. Credo che il Parlamento o oggi o nei prossimi giorni trovera una soluzione di alto livello". 

Fumate nere oggi nuove votazioni
Questa mattina alle 9:30 prevista la nuova convocazione in Parlamento per l'elezione dei giudici costituzionali, dopo l'ennesimo nulla di fatto ieri nonostante il vertice tra Renzi e Berlusconi. Secondo fonti della maggioranza, è molto probabile però che un risultato arrivi solo la prossima settimana. Il succedersi di fumate nere sollevano gravi interrogativi, avverte Napolitano. Nel fare ingresso al Nazareno, Renzi risponde a una domanda sulle votazioni per l'elezione di due giudici della Consulta e di due membri del Csm. Non risponde su nomi, ma sottolinea la condivisione delle parole del capo dello Stato: "Vediamo se nelle prossime ore o nei prossimi giorni si chiuderà la partita sia della Corte Costituzionale che del Csm". 

Vertice Renzi-Berlusconi
L'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi era nell'aria già da diverse settimane, ma ad imprimere un'accelerata pare sia stato proprio Napolitano. Raccontano fonti parlamentari che il presidente della Repubblica "sconcertato" dallo stallo del Parlamento sull'elezione dei giudici di Csm e Consulta abbia ripreso in mano le redini della partita, chiamando i due leader: unica richiesta quelle di provare a sbloccare la situazione valutando, sembra, anche la possibilità di cambiare il ticket fin'ora proposto. Un giro di telefonate accompagnate poi da una nota di fuoco in cui il Quirinale solleva "pesanti interrogativi" che vanno ben oltre lo spettacolo di impotenza che le Camere stanno dando al Paese. Il cuore politico delle parole di Napolitano riguardano infatti il passato e il futuro dell'azione riformatrice del governo.

La protesta sulle nomine
L'idea di sostituire i nomi proposti al momento non è presa in considerazione né da Fi né tantomeno dal Pd. E sembra che le nomine dei giudici non siano state il piatto forte della riunione a palazzo Chigi a cui hanno preso parte anche Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd ed i due fedelissimi del Cavaliere Gianni Letta e Denis Verdini. Il problema quindi non sarebbero i nomi, ma il messaggio di protesta che si nasconde dietro il voto ed indirizzato dalle fronde interne a Pd e Fi direttamente ai due leader. Il rischio paventato al capo del governo e al leader azzurro dagli ambasciatori di entrambi i partiti è quella che la protesta sulle nomine possa trasformarsi in un'alzata di scudi anche su altro, legge elettorale in primis.

Il patto del Nazareno
Il Cavaliere avrebbe confermato la volontà di rivedere le soglie di sbarramento, (4% quella minima e 40% per premio maggioranza) venendo così incontro ai desiderata dei piccoli (Ncd in testa) opponendo però un niet alle preferenze. Il ragionamento però sarebbe stato più ampio e Berlusconi avrebbe ancora una volta offerto la sua disponibilità ad 'aiutare' il governo su temi come economia e lavoro: Ho apprezzato quanto hai detto ieri alle Camere - avrebbe detto l'ex capo del governo - aspettiamo di vedere i testi per valutare. Renzi dal canto suo avrebbe ribadito ancora una volta l'intenzione di voler andare avanti con il governo: andare alle elezioni anticipate, sarebbe stato in sintesi il ragionamento, sarebbe una sconfitta. Insomma, un incontro molto positivo, che ha lasciato l'ex premier soddisfatto e pronto ad andare avanti con il patto del Nazareno.