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MONDO

Arrivato in Madagascar, incontrerà fedeli, preti e gesuiti

"Non smettete di impegnarvi". Papa Francesco prosegue il suo itinerario in Africa

"Non siano l'odio e la violenza ad avere l'ultima parola". Dopo il Mozambico, tappa nella quarta isola del mondo. Lunedì volerà alle Mauritius

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"Non siano l'odio e la violenza ad avere l'ultima parola". Papa Francesco è atterrato nella capitale del Madagascar, Antananarivo. Ad accoglierlo tanti cartelloni sparsi per tutta la città, con scritto "Tonga soa", benvenuto. La seconda tappa del suo itinerario pacifico, dopo aver passato due giorni in Mozambico, lo porterà ad incontrarsi con religiosi, preti, seminaristi e gesuiti. Per la Santa messa di domenica sono attese tra le 900 mila e 1 milione di persone dell'ex colonia francese, diventata indipendente nel 1960. Il Madagascar è una grande riserva di flora e fauna ospitandone il 5% del patrimonio mondiale e circa la metà dei 26 milioni di abitanti è di religione cristiana, suddivisi più o meno in numero equo fra cattolici e protestanti.  



Nella sua settimana di viaggio papa Francesco ha in agenda la visita a tre paesi africani sotto l'equatore. Papa Francesco a tutte le popolazioni dell'Africa ha rivolto un invito: “Non smettete di impegnarvi finché ci saranno bambini e adolescenti senza istruzione, famiglie senza casa, lavoratori senza occupazione, contadini senza terra. Queste sono le basi di un futuro di speranza”. Mercoledì pomeriggio era arrivato a Maputo, capitale del Mozambico, dove ha visitato il centro anti-Aids della Sant’Egidio, ha presieduto la messa allo Stadio Zimpeto di Maputo di fronte a più di 60 mila fedeli, ha incontrato tanti giovani dell'ex colonia portoghese (fino al 1975) e ha espresso vicinanza e solidarietà alle vittime dei cicloni Idai e Kenneth che tra marzo e aprile hanno provocato 600 vittime e più di 70 mila sfollati, distruggendo intere aree del paese e provocando una grave emergenza sanitaria.



"Il Mozambico è una nazione benedetta, e voi - autorità del paese - siete invitati a prendervi cura di questa benedizione". Da un mese il paese ha firmato uno storico accordo di pace e il prossimo 15 ottobre andrà al voto. Il 6 agosto il presidente della Repubblica Filipe Nyusi, del partito di matrice socialista Frelimo, ha posto fine alle tensioni siglando un'intesa con l'opposizione ex guerrigliera Renamo. Gli scontri continuavano anche dopo i "trattati di Roma" dell’ottobre 1992, siglati per la fine della sanguinosa guerra civile con la mediazione della Comunità di Sant'Egidio e del governo italiano.



Lunedì poi papa Francesco volerà nell'Oceano Indiano per l'ultima tappa del suo itinerario in Africa australe. Passerà una giornata a Port Louis, capitale delle isole Mauritius, ex colonia britannica fino al 1968 e paese già visitato da papa Woityla nel 1989. L'isola non ha una religione di stato ufficiale e i cattolici sono il 28% della popolazione. Sono previsti una serie di incontri politici, pastorali e interreligiosi. La famiglia, il calo delle vocazioni e l’invecchiamento del clero sono al centro delle preoccupazioni dei cattolici delle Mauritius. Nella capitale il Papa celebrerà la messa al Monumento di Maria Regina della Pace. Martedì 10 rientrerà in Italia nel tardo pomeriggio.