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Coronavirus

Da oggi le nuove restrizioni in vigore

Nuovo Dpcm: cosa cambia per ristoranti, uffici, palestre

Per le scuole presenza con orari flessibili. Stop a gare dilettanti sport di contatto. Ultimatum a palestre e piscine: una settimana per adeguarsi. Locali aperti dalle 5 alle 24 se consumo ai tavoli, altrimenti fino alle 18. Sindaci potranno decidere coprifuoco alle 21. Protesta Anci: è uno scaricabarile. Ministero Istruzione: "Misure sulla scuola in vigore tra qualche giorno"

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Entra in vigore oggi, ad eccezione per quel che riguarda le misure riferite alla scuola, il nuovo Dpcm contro la seconda ondata di Coronavirus. A cinque giorni dall'entrata in vigore del precedente, con l'obbligo generalizzato di mascherine e lo stop alle feste, arrivano nuove restrizioni. 

Il nuovo Dpcm
"Abbiamo appena approvato un nuovo Dpcm, frutto di un intenso dialogo con i ministri, le Regioni e il Cts. Dovrà consentirci di affrontare la nuova ondata di contagi che sta interessando severamente l'Italia e l'Europa, non possiamo perdere tempo, dobbiamo mettere in campo misure per scongiurare un lockdown generalizzato, che potrebbe compromettere severamente l'economia" ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri sera, in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

"Le attività scolastiche proseguono in presenza, è un asset fondamentale. Per le superiori verranno favorite modalità flessibili di organizzazione dell'attività didattica con ingresso degli alunni a partire dalle ore 9 e possibili turni pomeridiani", ha aggiunto Conte. Per le Università è previsto che attuino dei piani di organizzazione della didattica in funzione delle esigenze formative e dell'evoluzione del quadro pandemico".

Ministero Istruzione: "Misure sulla scuola in vigore tra qualche giorno"
"Le misure per la scuola contenute nel  Dpcm non entreranno in vigore da oggi, ma fra qualche giorno, per  garantire una migliore organizzazione. Nelle prossime ore il Ministero dell'Istruzione darà indicazioni più specifiche alle scuole e alle  famiglie". E' quanto si apprende dal Ministero dell'Istruzione.

Incremento smart working nelle amministrazioni pubbliche
"Incrementeremo con un provvedimento del ministro Dadone lo smart working" ha informato il presidente del Consiglio. Per "il ricorso allo smart working" - ha aggiunto Conte - "siamo al lavoro anche con la ministra Catalfo".

"Ecco perché - aggiunge - abbiamo deciso di muoverci nel solco di quanto già stabilito dal Dpcm del 13 ottobre, che a sua volta conferma in sostanza l'impianto delle nostre norme risalenti al decreto Rilancio. Con un decreto ministeriale in arrivo, come Funzione pubblica promuoveremo l'attuazione del lavoro agile nelle amministrazioni. Ne accompagneremo la modulazione e strutturazione tenendo in conto le molteplici esigenze dei territori e dei diversi enti"  scrive su Facebook il ministro della Pa, Fabiana Dadone.

Riunioni a distanza
"Tra le misure preannunciate ce ne è una che potrà avere impatto nelle pubbliche amministrazioni. È previsto che tutte le riunioni si svolgano a distanza salvo per motivate ragioni". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte rispondendo a chi gli chiedeva se il numero rilevante di contagiati alla Camera possa compromettere i lavori del parlamento anche in vista della sessione di bilancio vicina. "Il Parlamento ha i propri regolamenti". La Camera - ha detto Conte - si è data le proprie regole il Senato dovrà adottare immagino come ha fatto la Camera. A tutti i livelli dobbiamo premurarci verso il fatto che più persone vadano in quarantena. Dobbiamo predisporci con misure per rendere più flessibili le modalità per riunioni".

Rimane vietato lo sport da contatto a livello amatoriale e non sono consentite gare e competizioni dell'attività sportiva dilettantistica di base. Saranno consentite attività in forma individuale e rimarrà consentita l'attività sportiva a livello professionistico. "Sulle palestre c'è stato un intenso dialogo, molto spesso i protocolli di sicurezza vengono rispettati, altre volte non sono adeguatamente rispettati. Daremo una settimana per adeguare i protocolli - ha avvertito Conte - e se questo avverrà non ci sarà ragione di chiudere le palestre, altrimenti la prossima settimana saremo costretti a sospendere le attività".

I ristoranti chiuderanno alle 24: "si potrà stare per un massimo di sei persone per singolo tavolo e tutti i ristoratori dovranno affiggere quante persone ammesse. Nessuna limitazione negli ospedali, negli aeroporti, lungo le autostrade" ha poi annunciato Conte. Le consegne a domicilio sono consentite senza vincolo di orario, l'asporto è consentito fino a mezzanotte.

"I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le ore 21 di vie e piazze dove ci saranno assembramenti" consentendo l'accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private".

Sale giochi chiuse alle 21, nessun cambiamento per i trasporti
Le sale giochi dovranno chiudere alle 21. Nessun cambiamento per quel che riguarda il trasporto pubblico, per ora capienza confermata all’80%. Cinema e teatri restano aperti.

"Siamo consapevoli che imporremo sacrifici economici" ad alcune attività imprenditoriali. C'è l'impegno del governo a ristorarli. Ci sono quattro miliardi, dice il premier Conte, alcune somme devono essere disponibili entro fine anno. Non possiamo permetterci di affrontare una elargizione a pioggia. Ora la strategia è cambiata. Ci sono dei segnali di ripresa economica che ci fanno piacere, parlo del terzo trimestre. Dobbiamo continuare a correre, ma ristorare con criteri selettivi per chi ha davvero bisogno. Dobbiamo usare le risorse con avvedutezza", aggiunge.

"La strategia attuale non può essere la stessa attuata in primavera. All'inizio della pandemia ci siamo scoperti privi di attrezzature per la terapia intensiva e subintensiva, privi di mascherine, non eravamo in grado di fare test. In questi mesi abbiamo lavorato intensamente", ha detto il premier.  "Siamo già pronti a distribuire alle regioni 1.600 attrezzature per le terapie intensive e subintensive, siamo partiti da zero per le mascherine ma adesso ogni giorno ne produciamo 20 milioni e siamo tra i pochi paesi a distribuire ogni giorno gratuitamente a ogni studente una mascherina", ha aggiunto. "Siamo consapevoli che ci sono ancora diverse criticità: facciamo 600mila tamponi al giorno ma certo non possiamo tollerare le file di ore", ha affermato il presidente del Consiglio. 

"Le misure più efficaci restano le precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Facciamo attenzione nelle situazioni in cui abbassiamo la guardia, con parenti ed amici. In queste situazioni occorre massima precauzione". "Dobbiamo impegnarci, la situazione è critica, il governo c'è, ma ciascuno deve fare la propria parte e tutti insieme supereremo questo momento difficile", ha detto Conte. 

"Per la sanità abbiamo stanziato 4 miliardi nella legge di bilancio e poi ci sono i soldi del Recovery Fund, ci saranno altri 9-10 miliardi", ha reso noto Conte.

"Il Mes non è la panacea come viene rappresentato. I soldi del Mes sono prestiti, non possono finanziare spese aggiuntive, si possono coprire spese già fatte in cambio di un risparmio d'interessi. Vista la nostra situazione economica che è positiva, anche il vantaggio in termini di interesse diventa molto contenuto. Se avremo fabbisogni di cassa, sicuramente dobbiamo considerare anche il Mes, ma se non accade prendere il Mes non ha senso" ha detto infine il premier, Giuseppe Conte, rispondendo ad una domanda in conferenza stampa "C'è un rischio, lo 'stigma', non quantificabile: Sure l'hanno preso una decina di Paesi, il Mes nessuno", sottolinea Conte.



Per Asl obbligo segnalare contagio su app Immuni
"Al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l'utilizzo dell'App Immuni, è fatto obbligo all'operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività". E' una nuova disposizione introdotta dal dpcm con le norme anti contagio da Covid, in vigore da oggi.

Protesta Anci: "Non lo accettiamo, è scaricabarile"
"Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell'opinione pubblica. Questo non lo accettiamo". Così il presidente dell'Anci, Antonio Decaro. "Ci saranno le forze dell'ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l'ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un'altra? Nei momenti difficili - aggiunge - le istituzioni si assumono le responsabilità, non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso", conclude Decaro.

"Non ci piacciono le ordinanze-spot - ha poi detto Decaro in un altro intervento -  se non possono esserci controlli, la norma è priva di senso. È stata commessa una scorrettezza istituzionale, non parteciperemo più a riunioni di regia perché tanto la presenza dei sindaci è inutile. Si incontrano i ministri con i presidenti di regione e decidono in autonomia. Il governo decide senza tener conto delle esigenze locali".

D'Inca: in Dpcm non c'è la parola sindaci"
"Non c'è la parola sindaci all'interno del dpcm. Abbiamo dato ulteriori disposizioni nel caso in cui vi fossero degli assembramenti e lavoreremo con tutte le istituzioni a livello locale e a livello nazionale. Non siamo di fronte a un momento in cui ci si combatte tra governo centrale e istituzioni locali, ma anzi è il momento in cui collaboriamo insieme per combattere il coronavirus che è l'unico grande nemico del nostro paese". Lo dice il ministro per i rapporti con il parlamento Federico D'Inca', ospite di 'Uno mattina' su Raiuno, a un domanda sulle proteste dei sindaci per alcune misure contenute nel provvedimento.

Gori: "Chi chiude strade o piazze?"
"Nel testo definitivo è stato tolto il riferimento esplicito ai sindaci che c’era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa. Ma non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai sindaci, ai prefetti, ai presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare". Lo scrive il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, su Twitter a proposito della norma che prevede che vie e piazze possano essere chiuse dai sindaci. "Per chiudere una piazza con cinque vie d’accesso servono almeno 10 agenti. Chi li ha? Poi però - dice il Dpcm - bisogna consentire l’accesso agli esercizi commerciali e alle abitazioni. Come si controlla? E se la gente si sposta e si assembra nella via accanto? Inapplicabile", aggiunge in un altro tweet.