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ECONOMIA

World Economic Outlook di dicembre

Ocse: Pil Italia verso + 6,3%, poi al 4,6% nel 2022, cruciale procedere sulle riforme

Al livello mondiale, il Pil scenderà al 4,5% nel 2022 e al 3,2% nel 2023. Stessa tendenza nella zona euro. "Disparità su vaccini, Omicron può minacciare ripresa" dice il segretario generale Cormann

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La forte ripresa del 6,3% realizzata dall'Italia nel 2021, con l'uscita dalle principali restrizioni legate al coronavirus, diminuirà progressivamente nel 2022 e nel 2023, con una crescita rispettiva del 4,6% e del 2,6%: è  quanto si legge nelle Prospettive Economiche dell'Ocse presentate oggi a Parigi. Al livello mondiale, il Pil scenderà al 4,5% nel 2022 e al 3,2% nel 2023. Stessa tendenza nella zona euro, dove il Pil passerà dal 4,3% del 2022 al 2,5% del 2023. Il tasso di disoccupazione dell'Italia scenderà dal 9,6% del 2021, all'8,9% del 2022 all'8,4% del 2023. Mentre per quel che riguarda il debito pubblico scenderà dal 154,6% del Pil nel 2021 al 150,4% nel 2022 al 148,6% nel 2023: prosegue la tendenza decrescente anche se "gli alti livelli rimangono una fonte di potenziale vulnerabilità, insieme ai rischi legati al Covid".  In calo anche il rapporto deficit/Pil al 9,4% quest'anno al 5,9% nel 2022 e al 4,3% nel 2023.

"L'attuazione di riforme strutturali per digitalizzare e snellire i sistemi di giustizia civile e fallimentare, aumentare la concorrenza, soprattutto nei servizi, e aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione rimane cruciale, insieme alla riforma fiscale per ridurre il cuneo e la complessità delle imposte sul lavoro", sottolinea l'Ocse nel World Economic Outlook in riferimento all'Italia. Sul fronte bancario l'organizzazione prevede anche "un forte aumento dei prestiti in sofferenza che potrebbe ridurre la crescita del credito, ritardare le procedure giudiziarie già lunghe e aumentare le perdite associate".

Tagliate stime Pil del mondo, al 5,6% nel 2021
L'Ocse taglia leggermente di due punti percentuali le stime del Pil del mondo al 5,6% dal 5,8% rispetto all'Economic Outlook di primavera. Il prossimo anno, spiega l'organizzazione, la crescita sarà del 4,5% per poi rallentare al 3,2% nel 2023. Anche l'andamento dell'economia Usa è stata rivista al ribasso al 5,6% dal 6,9% di maggio (+3,7% nel 2022 e +2,4% nel 2023). In rallentamento anche il Pil cinese che quest'anno dovrebbe crescere dell'8,1% dall'8,5% di maggio e del 5,1% sia nel 2022 che nel 2023. Previsioni migliori invece per il Pil dell'Eurozona che crescerà del 5,2% quest'anno (+4,3% a maggio), del 4,3% nel 2022 e del 2,5% nel 2023. La ripresa globale prosegue ma ha perso slancio e sta diventando sempre più squilibrata", scrive l'Ocse. "Alcune aree dell'economia globale si stanno riprendendo rapidamente, ma altre rischiano di rimanere indietro, in particolare i paesi a basso reddito dove i tassi di vaccinazione sono bassi e la domanda deve ancora riprendersi completamente". In molti Paesi si attenua, evidenzia l'Ocse, "lo slancio derivante dal forte rimbalzo dopo le riaperture a causa delle persistenti strozzature delle catene di approvvigionamento, per l'aumento dei costi e per gli effetti persistenti della pandemia". Sono emerse "pressioni inflazionistiche più forti e durature in tutte le economie in una fase insolitamente precoce del ciclo e si registrano carenze di manodopera anche se l'occupazione e le ore lavorate devono ancora recuperare completamente. In forte aumento i costi del cibo e dell'energia, con gli impatti più rilevanti sulle famiglie a basso reddito, così come crescono i prezzi nei settori dei beni durevoli in cui si concentrano maggiormente le strozzature dell'offerta. Questi fattori rendono le prospettive più incerte e sollevano notevoli sfide politiche". L'Ocse prevede che "l'inflazione raggiungerà  il picco entro la fine del 2021, per poi rallentare verso livelli coerenti con le pressioni sottostanti derivanti dall'aumento del costo del lavoro e dal calo della capacità inutilizzata in tutto il mondo".

"Disparità su vaccini, Omicron può minacciare ripresa"
Il segretario generale dell'Ocse Mathias Cormann ha lanciato anche un severo avvertimento sulle disparità mondiali rispetto alla campagna vaccinale. Disparità, che oltre ad avere conseguenze sulla salute hanno anche un impatto sull'economia. "La copertura vaccinale resta ineguale, nei Paesi in via di sviluppo ma anche qui in Europa", ha detto Cormann. invitando a "proseguire gli sforzi senza tregua" affinché  venga vaccinato "l'insieme della popolazione mondiale". La capo economista dell'Ocse, Laurene Boone, gli fa eco "Omicron potrebbe rappresentare una minaccia per la ripresa".