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ECONOMIA

L'Ocse alza le stime sul pil italiano. Padoan: avanti con le privatizzazioni

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La crescita dell'economia italiana proseguirà con un ritmo moderato. L'Ocse nel rapporto sull'Italia stima una crescita dell'1% per quest'anno e un incremento analogo nel 2018. "Il clima di incertezza legato al settore bancario e alla Brexit potrebbe mantenere a un basso livello la crescita dei consumi privati nel 2017", scrive l'Ocse che sottolinea l'importanza del risanamento del settore bancario e di proseguire con la riforma della pubblica amministrazione. La ripresa italiana, secondo l'istituzione internazionale, "resta debole a causa di uno scarso livello di investimenti e del difficile contesto internazionale".

Padoan: rapporto giustamente critico e incoraggiante. Avanti con privatizzazioni
Il rapporto dell'Ocse sull'economia italiana è "giustamente critico dove deve essere e incoraggiante dove è utile che sia". Cosìil ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan introducendo la presentazione da parte del segretario generale dell'organizzazione internazionale Angel Gurria, "il mio ex capo" ha ricordato Padoan per molti anni a capo della ricerca economica dell'Ocse.

Il "messaggio" del rapporto è stato dato dallo stesso Gurria: "Le riforme stanno dando risultati ma restano importanti sfide". Gurria ha indicato la 'ricetta' dell'Ocse con quattro priorità per l'Italia ma prima ha sottolineato che "il processo di riforma deve essere portato avanti anche con le riforme delle riforme perché non sempre la prima volta si ottengono i migliori risultati e anche perché cambia il contesto".

"Le leve del governo" per ridurre il debito, leve che "includono le privatizzazioni, sono importanti e continueranno ad essere usate". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "La nostra idea sulle privatizzazioni - ha aggiunto - non è cambiata: l'obiettivo non è solo far cassa ma anche quello di aumentare l'efficienza manageriale delle imprese che sul mercato subiscono stimoli importanti". "Le privatizzazioni fatte e quelle future - sottolinea Padoan - non tolgono lo Stato dal posto di guida ma lo mantengono la'". Quindi, "i nostri obiettivi strategici restano pienamente operativi. Se vi sono timori su un cambiamento di priorità sulle imprese sono timori sbagliati", conclude il ministro. 

Risanare le banche, rischio sistemico aumentato nel tempo
 "E' essenziale risanare il sistema bancario per ristabilire la crescita e dare slancio agli investimenti privati". E' la raccomandazione dell'Ocse che nell'Economic Survey sull'Italia sottolinea come il rischio sistemico finanziario in Italia sia "aumentato nel tempo" e "nelle presenti condizioni di mercato, la ricapitalizzazione di alcuni istituti bancari, se necessaria, potrebbe essere difficile". In particolare, spiega l'organizzazione di Parigi, "il rischio che le singole banche rappresentano per la stabilità del sistema bancario italiano è andato aumentando nel corso del tempo poiché anche in Italia, come in altri apesi, l'interconnessione tra banche è sempre maggiore".

Secondo l'Ocse, "il consolidamento degli istituti bancari e una migliore governance consentirebbero di migliorare il livello di efficienza e rappresenterebbero una valida base per un aumento della redditività". Nel rapporto si raccomanda quindi di vigilare sulle fondazioni bancarie e di ridurre lo stock di crediti deteriorati.

"Se si vogliono migliorare le prestazioni del sistema bancario  - sottolinea l'Ocse - è essenziale vigilare sul corretto comportamento delle fondazioni bancarie e limitare la loro influenza sulle singole banche, obbligandole a diversificare il loro portafoglio: le fondazioni spesso fungono da collegamento tra le banche e gli enti locali, introducendo distorsioni nel sistema di prestiti e influenzando le decisioni dei dirigenti delle banche". Quanto allo stock di crediti deteriorati, per accelerarne la riduzione, secondo l'organizzazione parigina, "possono essere introdotti incentivi, per esempio fiscali".

Gurria: l'evasione fiscale resta il tallone d'Achille dell'Italia
Il governo italiano "deve continuare a contrastare l'evasione fiscale che resta il tallone d'Achille del sistema fiscale". E' quanto ha affermato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, nel corso della conferenza stampa al Tesoro con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Il debito pubblico italiano "si sta stabilizzando ma rimane elevato e la riduzione è ancora una priorità per i conti pubblici del Paese", ha affermato il segretario generale dell'Ocse. 

Italia al top per imposte arretrate, oltre 750 mld
L'Italia è al top tra i Paesi Ocse e del G20 per imposte arretrate: nel settembre 2015 il valore totale superava oltre 750 miliardi di euro, "una somma quasi equivalente al gettito fiscale annuo delle amministrazioni pubbliche". E' il dato che emerge dall'Economic Survey. Secondo l'organizzazione di Parigi, "procedure inefficaci per la riscossione degli arretrati d'imposta aggravano il problema dello scarso rispetto degli obblighi fiscali". Il gettito Iva, segnala l'Ocse, "è inferiore a quanto dovrebbe essere". "Per garantire il rispetto degli obblighi fiscali in Italia si è sempre fatto ricorso a revisioni contabili e verifiche fiscali ma gli accertamenti d'imposta che ne derivano sono spesso inesigibili. La riscossione degli arretrati d'imposta - si legge ancora nel rapporto - è inoltre ostacolata dalla mancanza di una procedura sistematica per la cancellazione degli arretrati d'imposta non più esigibili, il cui ammontare stimato e pari a circa il 20% del totale degli arretrati d'imposta".
 
Ok politica di bilancio ma l'ltalia usi i margini per la crescita
La politica di bilancio italiana "e' appropriata, a condizione che il margine di manovra disponibile in materia di bilancio sia utilizzato per sostenere politiche che consentano di ottenere una crescita più rapida e sostenibile", sottolinea l'Ocse.

"La diminuzione della spesa per interessi ha creato un margine di bilancio: tra il 2012 e il 2016 la spesa per interessi sul debito pubblico e' passata dal 5,2% a una stima del 4% del Pil". Secondo l'organizzazione di Parigi, "il potenziamento degli investimenti pubblici è una priorità poiché questi ultimi dall'inizio della crisi, sono calati di oltre il 30% in termini nominali e oggi sono pari al 2,2% del Pil, il livello più basso in oltre 25 anni. Investimenti pubblici efficaci favoriranno la crescita e contribuiranno a ridurre il debito".

Tra le priorità vengono indicate le infrastrutture per i trasporti, un programma pluriennale per la realizzazione di edifici antisismici e lo sviluppo dell'economia a bassa emissione di Co2. Inoltre, si sollecita un aumento delle spese per l'istruzione e per gli assegni familiari "che sono basse per un paese Ocse, con lo scopo di aumentare la produttività e ridurre la povertà".