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ECONOMIA

Il rapporto 'Taxing Wages'

Ocse: in Italia calano i salari. Cuneo fiscale più leggero per le famiglie

Nel 2013 il salario medio degli italiani è stato di 29.704 euro, cresciuto rispetto all'anno precedente ma meno dell'inflazione. Nello stesso periodo ridotto il cuneo fiscale per le famiglie, sceso dal quarto al quinto posto tra i Paesi Ocse, mentre resta invece al sesto posto nella classifica per i single

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(foto archivio)
Nel 2013 il salario medio degli italiani è cresciuto, ma meno dell’inflazione. E’ quindi in realtà diminuito il potere d’acquisto. Lo riporta l’Ocse nel suo rapporto 'Taxing Wages' appena pubblicato. Ridotto invece, sempre nell’anno passato, il cuneo fiscale per le famiglie italiane che si è assottigliato di uno 0,5%. Sul fronte retribuzioni, l’Italia si piazza al nono posto tra i Paesi europei, preceduta da Francia e Irlanda e seguita da Spagna e Grecia.
 
Salario medio
Nel 2013, in Italia, il salario medio è aumentato dell'1,3%, passando da 29.315 a 29.704 euro. L'incremento, dice l’Ocse, è stato però inferiore rispetto all'inflazione registrata nello stesso periodo (+1,4%). A livello continentale, sui salari, a registrare la flessione maggiore è stata la Grecia, con un tonfo del 7,4% che ha portato la retribuzione lorda annua a una media di 20.604 euro. Salari in calo anche in Repubblica Ceca (-1,4%) ed Irlanda (-0,4%). Ad avere gli aumenti maggiori, tutti Paesi extra Ue: Turchia (+8,7%), Cile (+6,3%), Islanda (+5,7%) e Australia (+5,5%).

In assoluto, il Paese dell'Eurozona con i salari lordi più alti è il Lussemburgo, con una media di 52.902 euro all'anno nel 2013. Seguito da Olanda, Belgio, Germania, Finlandia e Austria, tutti sopra i 40 mila euro. L'Italia, con una retribuzione media annua lorda di 29.704 euro, si trova in nona posizione, preceduta da Francia ed Irlanda e seguita da Spagna e Grecia. In fondo alla lista, con retribuzioni annue inferiori ai 20 mila euro lordi, Slovenia, Portogallo, Estonia e, fanalino di coda, la Slovacchia, con 10.015 euro lordi all'anno in media per lavoratore.

L'aumento della pressione fiscale italiana sui lavoratori single deriva interamente dalla tassa sui redditi (+0,1%) che arriva al 16,3% del cuneo. Invariata invece la componente dei contributi, sia da parte del lavoratore (7,2%) sia del datore di lavoro che sono pari al 24,3%.
  
Cuneo fiscale
Nel 2013 il nostro Paese ha ridotto il cuneo fiscale per le famiglie monoreddito con due figli di 0,5 punti percentuali, portandolo al 38,2%, e scendendo dal quarto al quinto posto tra i Paesi Ocse per peso delle tasse sui salari. Resta invece al sesto posto nella classifica per i single senza figli, con un cuneo al 47,8%. Entrambi i dati sul peso delle tasse sul salario sono superiori alla media Ocse, che è rispettivamente del 35,9% per un single senza figli e del 26,4% per una famiglia con un reddito e due bambini. Nella classifica dell'organizzazione parigina sulla tassazione del salario dei single senza figli, l'Italia è dietro a Belgio (55,8%), Germania (49,3%), Austria (49,1%), Ungheria (49%) e Francia (48,9%).

Per quanto riguarda invece le famiglie con due figli, in testa alla graduatoria ci sono Grecia (44,5%), Francia (41,6%), Belgio (41,0%) e Austria (41%). Mentre il Paese dell'Ocse con il cuneo fiscale più basso dell'area è il Cile, con il 7%. Seguito, con un deciso distacco, da Nuova Zelanda (16,9%), Messico (19,2%) ed Israele (20,7%). I maggiori aumenti del cuneo fiscale, infine, nel 2013 sono stati registrati in Portogallo (+3,54% rispetto all'anno precedente), Slovacchia e Usa (+1,51% in entrambi i casi) e le flessioni maggiori sono invece avvenute in Olanda (-1,78%), Grecia (-1,35%) e Francia (-1,20%).

Il dato aggregato dell’area Ocse registrata infine un incremento nell’anno passato. La quota di tasse e contributi previdenziali sulla retribuzione lorda, si legge nel rapporto, è salito a una media del 35,9% nei Paesi dell'area, con un incremento dello 0,2% rispetto all'anno precedente dovuto, nella maggior parte dei casi, a un aumento delle imposte sul reddito. Nel 2011 il cuneo era salito in media dello 0,5%, per poi crescere dello 0,1% nel 2012, un'inversione di tendenza rispetto al quadriennio 2007-2010, quando la media era scesa dal 36,1% al 35,1%. Nel 2013 il cuneo fiscale è cresciuto in 21 Paesi su 34, calando in 12 e restando invariato in Cile.