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ECONOMIA

Employment Outlook 2014

Lavoro. Ocse: in Italia un giovane su 2 è precario. Disoccupazione al 40%. Urge riforma

Secondo le previsioni, la quota dei senza lavoro salirà anche nei prossimi mesi, per poi calare di qualche decimale (dal 12,9 al 12,2%) a fine 2015. L'appello: "Riformate il mercato del lavoro"

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L’Ocse lancia un allarme sulla disoccupazione in Italia. A fine anno la quota dei senza lavoro salirà al 12,9%, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2013. Il tasso italiano dovrebbe poi calare al 12,2% nel periodo ottobre-dicembre 2015. A preoccupare è in particolare la condizione dei giovani: tra gli under 25: per i dati del 2013 il 40% è disoccupato e il 52,5% è precario.

In Italia il precariato è "una trappola" 
L’Ocse nel rapporto “Employment Outlook 2014” punta il dito proprio contro il precariato, che rende particolarmente difficile la situazione delle nuove generazioni. Secondo il direttore della divisione Lavoro e Affari sociali, Stefano Scarpetta, il precariato per i giovani italiani non è "un punto di partenza" ma "una trappola". In Italia solo il 20% degli assunti con un contratto precario riesce ad arrivare nei tre anni successivi a un posto di lavoro a tempo indeterminato. Cresce anche la diffusione delle false partite Iva.

"Troppo lavoro temporaneo pregiudizievole nei confronti dei singoli e dell'economia" 
"Contare troppo sul regime di lavoro temporaneo è pregiudizievole nei confronti dei singoli e dell'economia”, afferma l’Ocse.  Il lavoro a durata determinata o a termine "può offrire flessibilità alle imprese nell'adeguamento della forza lavoro a un contesto economico mutevole”. Tuttavia, prosegue, “un uso estensivo dei contratti non regolari potrebbe avere un effetto negativo sia sull'equità, sia sull'efficienza".

"Riformare il mercato del lavoro" 
L’Ocse invita l’Italia riformare il mercato del lavoro e a rendere operativo il “Jobs Act”. “È importante – afferma - che sia approvato e reso operativo rapidamente, in modo da ridurre i costi di licenziamento e, in particolare, ridurre l'incertezza sull'esito dei licenziamenti economici". In particolare, sui licenziamenti economici, "un'opzione sul tavolo consiste nella sostituzione (salvo nel caso di discriminazione) del diritto di reinserimento con un'indennità crescente con l'anzianità di servizio". Tuttavia, "tali nuove norme dovrebbero essere applicate allo stesso modo per l'interruzione di contratti permanenti e temporanei (anche se giunti a scadenza) come accade in Irlanda e nel Regno Unito". Infine - sottolinea l'Ocse - un maggiore sforzo deve esser fatto per avanzare nella direzione di una indennità di disoccupazione universale, come indicato nelle riforma del 2012 e rinforzato nel progetto di Jobs Act.
 
Nell'area Ocse 45 milioni di disoccupati

Complessivamente, nell'area Ocse i disoccupati sono quasi 45 milioni, 11,6 milioni in più rispetto ai livelli pre crisi. Il tasso di disoccupazione nell'area Ocse, sceso a giugno al 7,3% dal picco dell'8,5% registrato nell'ottobre 2009, secondo le proiezioni più recenti è destinato a calare ancora ma "resterà ben al di sopra dei livelli pre crisi per il resto dell'anno e nel corso del 2015".