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MONDO

Lussemburgo

Juncker: euro a rischio se non siamo rigidi. Salvini: basta con le minacce

Tria: "Ue stia tranquilla, debito/pil scenderà nel 2019".Moscovici: "Tenteremo di convincere Italia a tornare indietro". Conte assicura dialogo con Ue, ma "convinti nostre ragioni"

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"Adesso cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra", ha detto il ministro dell'Economia, Tria. entrando all'Eurogruppo e rispondendo alle domande dei giornalisti. Il ministro ha invitato i partner europei a stare "tranquilli", e ha anche rassicurato sul fatto che "il Debito/Pil scenderà" nel 2019. Tria, prima di andare a Lussemburgo, si era recato questa mattina a Palazzo Chigi. La riunione dell'Eurogruppo di oggi a Lussemburgo era il primo faccia a faccia con i partner Ue. Il primo test europeo dunque per Def e Manovra alla vigilia della cabina di regia a Palazzo Chigi sul piano d'investimenti pubblici e dell'Ecofin. Oggi però fonti Mef hanno riferito che il ministro dell'Economia anticiperà il rientro a Roma e non parteciperà domani all'Ecofin, per lavorare alla Nota.

Moscovici: tenteremo di convincere Italia a tornare indietro
"Nel dialogo che dovremo condurre, la posizione della Commissione Europea è quella di tentare di convincere le autorità italiane di ritornare verso l'obiettivo di medio termine, che è la regola di finanza pubblica che bisogna seguire". Lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, in conferenza stampa a Lussemburgo, al termine dell'Eurogruppo.

Moscovici: deviazione significativa rispetto a impegni presi
Prima dell'inizio dell'Eurogruppo, lo stesso commissario Moscovici aveva dichiarato: "Decideremo come per tutti, anche per il bilancio italiano, con i dettagli. Per il momento, quello che so è che il deficit è del 2,4% non solo per il 2019, ma per i tre anni che vengono, ed è una deviazione molto, molto significativa rispetto agli impegni che sono stati presi. Quello che noto è che il governo italiano predilige la spesa pubblica e la spesa pubblica può rendere popolari, ma alla fine gli italiani capiranno totalmente la verità, chi paga", aveva inoltre detto il commissario.

Centeno: espresso a Tria nostre preoccupazioni
Le cifre annunciate dall'Italia "hanno sollevato dubbi e interrogativi e quindi l'Eurogruppo ha espresso le sue preoccupazioni al ministro delle Finanze. Ma ci servono cifre e numeri" che ancora non sono stati presentati. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno, al termine della riunione a Lussemburgo. Alla domanda dei giornalisti che chiedevano se il 2,4 del deficit annunciato dal governo sia compatibile con la riduzione del debito, Centeno ha risposto "vedremo quanto l'Italia presenta le cifre, sarà l'Italia a dovere presentare tutti i numeri". La manovra italiana "non era in agenda" della riunione dell'Eurogruppo, ma "recenti annunci avevano sollevato qualche interrogativo: siamo tutti consapevoli della posta in gioco, servono politiche solide. Tocca all'Italia mostrare che ha una politica di bilancio solida e sostenibile". Ha detto inoltre Centeno.

Dombrovskis: piani non sembrano compatibili con regole
"Aspettiamo la bozza di legge di stabilità", ma "a una prima vista" i piani di bilancio italiani "non sembrano compatibili con le regole del patto", aveva detto il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis all'Eurogruppo.

Di Maio: ritorno Tria? Tutto programmato
"Tria non parteciperà all'Ecofin e sta tornando? Credo che fosse già programmato, per ciò che so stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli del Def. Non c'è nessuna ragione di emergenza perché debba rientrare. Noi vogliamo presentare il Def al Parlamento e ci saranno altri incontri con Salvini, Conte, Tria e Moavero". Così il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, dopo l'incontro con i segretari confederali su ammortizzatori sociali e politiche attive.

Martina: Tria rientra, sacrifici italiani compromessi
"I numeri del Def ancora oscuri, l'economia italiana in sofferenza, il ministro Tria non partecipa all'Ecofin. È un governo di irresponsabili che rischia di compromettere i sacrifici di questi anni degli italiani". Lo twitta il segretario del Pd, Maurizio Martina.

Di Maio: qualche istituzione Ue gioca a fare terrorismo
"C'è qualche istituzione europea che gioca a fare terrorismo sui mercati", ha affermato invece il vice premier Luigi Di Maio, ribadendo che "non c'è alcuna motivazione che possa mettere in discussione il 2,4%" fissato per il deficit. Il governo - ha assicurato Di Maio nel corso di una conferenza stampa al Mise - è compatto. "Stamattina evidentemente a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato: un commissario, Moscovici, si è svegliato e ha pensato di fare dichiarazioni contro l'Italia per alimentare tensioni sui mercati", ma lo spread - ha aggiunto - "era oggi in linea con venerdì".

Moscovici: terrorismo? Faccio il mio lavoro
E il diretto interessato (il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici) replica a Di Maio su questo punto. "Cerchiamo di raffreddare la situazione, ho visto che Luigi Di Maio mi accusa di terrorismo o di terrorizzare i mercati: non ha senso. Io svolgo il mio ruolo e il mio ruolo come commissario è fare in modo che le regole, che sono comuni a tutti, siano rispettate da tutti". "Lo farò nello stesso spirito che è sempre stato il mio, specialmente con l'Italia, con il dialogo, la cooperazione e comprensione. Perché voglio che il popolo italiano abbia gli investimenti e le misure di sicurezza sociale che aspetta, sarà sempre questo il mio spirito", ha aggiunto.

Juncker: altre concessioni a Italia portano a fine euro 
In serata, giunge dalla Germania l'affondo del presidente della Commissione Ue. Jean-Claude Juncker ha escluso ulteriori concessioni all'Italia, perché potrebbero portare alla fine della zona euro. "Dobbiamo evitare che l'Italia reclami condizioni speciali che, se concesse a tutti, significherebbero la fine dell'euro", ha detto Juncker in un evento a Friburgo, in Germania, rispondendo a una domanda sulla manovra. Il presidente della Commissione ha spiegato di non volere che l'Italia sia "una nuova crisi greca".

Conte assicura dialogo con Ue, ma "convinti nostre ragioni"
Di fronte alle critiche del presidente della Commissione Ue Juncker, il premier Giuseppe Conte, secondo quanto si apprende, ribadisce che l'Italia vuole il dialogo con le istituzioni europee. L'Italia - questa la linea del presidente del Consiglio - ha una economia solida e stabile che consolideremo e rafforzeremo con una manovra seria, meditata e improntata sulla crescita con riforme strutturali e un forte piano di investimenti. Il Governo, frutto del voto democratico, è impegnato e determinato ad andare avanti in questa direzione. Come detto sin dall'inizio, siamo noi stessi ad avere tutto l'interesse a cercare il dialogo e il confronto con le istituzioni europee sulla manovra, senza pregiudizi, convinti della bontà delle nostre ragioni. Dalle istituzioni europee ci attendiamo lo stesso atteggiamento scevro da pregiudizi".

Salvini: basta minacce
"In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Vogliamo lavorare per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Alla faccia di chi rimpiange l'Italia impaurita, quella con le aziende e il futuro in svendita. Non ci fermeranno". Lo dichiara il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

Tria: non ci sarà nessuna fine dell'euro
"Non ci sarà nessuna fine dell'euro". Lo ha detto stasera a Lussemburgo il ministro dell'Economia Giovanni Tria, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle affermazioni odierne del presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Tria ha parlato all'uscita della riunione dell'Eurogruppo, in cui ha illustrato oggi a Lussemburgo ai colleghi ministri e ai commissari europei la logica della manovra finanziaria del governo. "Comunque io non ho parlato con Juncker (che ha rilasciato le sue dichiarazioni nel pomeriggio a Friburgo, ndr), ma con i commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis", ha precisato il ministro.

L'aumento del deficit nominale fino al 2,4% del Pil nel 2019 e nei due anni seguenti "è una misura che non corrisponde esattamente ad alcune regole europee. Ma insomma, questo fa parte - ha osservato Tria - della normale dinamica europea: è sempre accaduto, a molti paesi nel corso della storia degli ultimi decenni. Ci sono studi che mostrano che i paesi che sono stati in linea con tutte le regole europee in questi anni sono pochissimi. Questo non significa che non bisogna cercare di rispettare le regole Ue, ma ci sono le situazioni economiche per cui uno deve fare le sue valutazioni...".