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MONDO

La sfida delle urne

L'Olanda al voto, termometro dei populismi europei

I seggi aprono alle 7.30 ora locale (come in Italia) e chiudono alle 21, quando saranno diffusi i primi exit poll, che nelle precedenti elezioni del 2012 risultarono molto affidabili

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Quasi 13 milioni di elettori olandesi sono chiamati alle urne domani per rinnovare i 150 seggi della Camera bassa del Parlamento, in un voto considerato come un termometro della febbre popoulista e xenofoba in Europa, prima delle elezioni presidenziali di aprile/maggio in Francia e quelle politiche in Germania di settembre.

Oggi ancora il 60% dei 12,9 milioni di potenziali elettori si è detto ancora indeciso: se votare e per chi votare. Sono 28 in totale i partiti che si presenteranno al voto, al termine di una campagna elettorale dominata dal tema dell'identità e del multiculturalismo e fagocitata negli ultimi dalla crisi diplomatica con Ankara.

I seggi aprono alle 7.30 ora locale (come in Italia) e chiudono alle 21, quando saranno diffusi i primi exit poll, che nelle precedenti elezioni del 2012 risultarono molto affidabili. I primi risultati definitivi dalle circoscrizioni più piccole arriverano già in serata, quelli delle grandi città non ci saranno prima di notte fonda. Il nuovo Parlamento si insedierà il 23 marzo, e solo allora cominceranno le trattative ufficiali per la formazione del nuovo governo. Si vota con un sistema proporzionale, senza sbarramento.

Secondo l'ultimo studio pubblicato dal sito Peilingwijzer, il partito liberale (VVD) del premier Mark Rutte, raccoglie il 17% dei voti con 24-28 seggi, ben al di sotto dei 40 di cui dispone attualmente.

Rutte, che si candida per un terzo mandato alla guida di questo Paese di 17 milioni di abitanti con il 5% di popolazione musulmana, ha detto di volersi "battere con tutte le sue forze" per "evitare di risvegliarsi il 16 marzo in un Paese in cui Geert Wilders è la maggiore forza politica".

Cavalcando l'onda dei sentimenti anti-immigrati in Europa, il leader del Partito per la Libertà (PVV) ha visto il consenso ridursi nelle ultime settimane, con il 14% delle intenzioni di voto e 20-14 seggi. "Se volete che i Paesi Bassi tornino a noi, allora cacciate quest'uomo e mettete me nella Torentje", l'ufficio del primo ministro, ha detto Geert Wilders in un acceso faccia a faccia televisivo con il primo ministro.

Se anche il partito di Wilders dovesse risultare come la prima forza politica in Olanda, difficilmente il politico anti-islamico potrà governare il paese, poiché tutti i maggiori partiti hanno escluso di potersi alleare con lui. Verosimilmente, in un paesaggio politico così frammentato il futuro governo avrà bisogno probabilmente di quattro-cinque partiti per nascere.