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MONDO

Verso le elezioni politiche

Olanda, frammentazione e rischio Wilders nel voto del 15 marzo

Ventotto le liste in lizza

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Mercoledì 15 marzo, l'Olanda andrà alle urne nel primo appuntamento elettorale del 2017 in Europa che potrebbe segnare l'ascesa di un partito populista anti-europeo sull'onda della Brexit e della vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. I sondaggi delle ultime settimane mostrano una partita elettorale molto aperta, in un quadro politico estremamente frammentato, favorito dal sistema elettorale proporzionale che consente alle formazioni che ottengono lo 0,67% di voti di ottenere un seggio in Parlamento.

Complessivamente, ventotto partiti e liste saranno presenti sulla scheda. Secondo gli ultimi sondaggi, nessuna formazione dovrebbe ottenere più del 20% dei voti. Il partito liberale del VVD, guidato dal primo ministro Mark Rutte, sarebbe leggermente in testa. Ma il Partito della Libertà (PVV) del leader anti-islam e anti-Ue Geert Wilders ha una possibilità concreta di aumentare di molto i consensi. Sarebbe la prima volta che, alle elezioni politiche di un Paese fondatore dell'Unione europea, un partito dichiaratamente anti-europeo arriva in testa. In realtà, nonostante l'allarme, le prospettive di Wilders di andare al potere all'Aja sono praticamente nulle. L'esito delle elezioni olandesi dovrebbe semmai confermare il trend della frammentazione politica in Europa, che rende sempre più difficile la formazione di governi politicamente stabili e coerenti.

Negli ultimi anni il panorama politico olandese è cambiato radicalmente. I tre tradizionali partiti di governo - i liberali del VVD, i laburisti del PvdA e i cristiano-democratici del CDA - sono passati dall'avere più dell' 80% dei voti negli anni Ottanta a circa il 40% delle intenzioni di voto, secondo i sondaggi di oggi. Anche se nelle ultime settimane i liberali del VVD sembrano aver superato il PVV di Wilders, il partito del premier Rutte è destinato a perdere quasi 10 punti rispetto al 2012, quando ottenne il 26,6% dei voti. L'altro partito nel governo di grande coalizione, i laburisti del PvdA, sembra destinato a subire un tracollo passando dal 24,8% del 2012 a meno del 10%.

Tra i ventotto partiti sulla scheda, ci sono quello per il benessere degli animali (il PvdD), 50Plus che difende i pensionati e il movimento degli astensionisti (Niet Stemmers) che promette di rappresentare chi non vota alle elezioni evitando di votare in Parlamento. Il voto del 15 marzo potrebbe riservare molte sorprese, compresa la progressione nelle urne di partiti esplicitamente pro-europei come i liberali di sinistra dei D66 o i Verdi. Guidati dal trentunenne Jesse Klaver, gli ecologisti potrebbero quadruplicare la loro presenza alla Camera bassa, dove nel 2012 avevano ottenuto appena 4 deputati. L'estrema sinistra anti-europea del Partito Socialista sembra invece perdere consensi. I sondaggi segnalano anche un recupero dei cristiano-democratici del CDA. Il numero magico per il prossimo governo è 76 deputati, la metà dei 150 della Camera. Secondo le previsioni, Rutte e Wilders dovrebbero ottenere circa 25 seggi, un terzo di quelli necessari a formare una maggioranza. Il leader dell'estrema destra non sembra interessato a andare al governo. La decisione di appoggiare dall'esterno un precedente esecutivo Rutte tra il 2010 e il 2012 aveva fatto precipitare le sorti elettorali di Wilders.

Per rimanere premier, invece, Rutte ha detto di voler lavorare con i liberali di sinistra dei D66 e i cristiano-democratici del CDA, oltre che con i laburisti del PvdA che sperano di mantenere Jeroen Dijsselbleom al posto di ministro delle Finanze e presidente dell'Eurogruppo. Rutte ha perfino indicato la possibilità di una coalizione con i Verdi, malgrado divergenze di opinioni in particolare nel settore fiscale. In alternativa, potrebbe ricorrere all'Unione Cristiana, piccolo partito ultraconservatore di origine calvinista. Alcuni temono tempi lunghi per la formazione del prossimo esecutivo. Nel 2010, ci vollero 127 giorni per formare il primo governo Rutte. Nel 2012 ne bastarono 54, ma solo grazie alla sorpresa del successo nelle urne di VVD e PvdA che negli ultimi giorni di campagna elettorale riuscirono a neutralizzare la minaccia Wilders.