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MONDO

Aveva accusato il governo

Omicidio Malta. Vescovo: "Difendere la democrazia fino alla fine". Fbi parteciperà all'inchiesta

La giornalista investigativa 53enne Daphne Caruana Galizia è rimasta uccisa lunedì pomeriggio a Malta dall'esplosione dell'auto su cui si trovava a bordo, a Mosta, una cittadina vicino alla capitale La Valletta. Il premier maltese Joseph Muscat ha detto che la causa è stata un'autobomba, condannando l'episodio. La cronista, 15 giorni fa, aveva sporto denuncia dopo aver ricevuto minacce di morte. Era diventata celebre per le sue critiche al governo, e anche a seguito dello scandalo dei "Maltafiles", una inchiesta internazionale secondo la quale "lo Stato nel Mediterraneo fa da base pirata per l'evasione fiscale in Ue"

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Una condanna "con la massima fermezza" per l'omicidio di Daphne Caruana Galizia è quella espressa in un messaggio - diffuso dal Sir - dall'arcivescovo di Malta, mons. Charles Scicluna, dopo l'attentato che ha ucciso la giornalista determinata a "difendere la democrazia fino alla fine". "Questo non è il momento di innescare guerre tra noi" e di accusarsi reciprocamente, scrive il vescovo, bensì di "difendere la dignità di ciascuno, eliminare la rabbia tra noi e difendere il grande valore della democrazia". Il vescovo, che prega "per la vittima e i suoi parenti", esprime anche la sua "solidarietà con tutti i giornalisti" e li incoraggia "a difendere la verità, senza paura di nessuno", nel loro servizio di amore "al popolo e alla democrazia".

Bomba sull'auto: cronaca di un omicidio
È stata uccisa da una bomba piazzata sulla sua auto Daphne Caruana Galizia, la giornalista investigativa maltese che aveva messo in imbarazzo il governo Muscat con scoop sui legami con il regime azero e accuse di corruzione.   

La cronista, 53 anni, è salita a bordo della Peugeot 108 che aveva preso in affitto intorno alle tre del pomeriggio, a due passi da casa, a Bidnija: mezz'ora prima aveva pubblicato l'ultimo articolo sul suo blog, 'Running Commentary', che si concludeva con la frase "ci sono criminali ovunque si guardi, la situazione è disperata". Poi il boato, un'esplosione violenta che ha incendiato il mezzo.

Il cadavere "era irriconoscibile", hanno riferito gli agenti di polizia arrivati sul posto.   

Il premier maltese Joseph Muscat ha denunciato un "attacco barbaro": "Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti, ma nessuno può giustificare questo atto barbaro". Il premier ha fatto appello all'unità nazionale e promesso che non avrà pace "finché non verrà fatta giustizia".   

La cronista, 15 giorni fa, aveva depositato una denuncia dopo aver ricevuto minacce di morte. Galizia aveva iniziato la professione scrivendo per il 'Sunday Times of Malta' e successivamente per il 'The Malta Independent'. Qualche anno fa l'idea di lanciare un blog dal quale sono partite bordate contro il governo e "l'altra economia dell'isola", divenuta un vero e proprio paradiso fiscale, tanto da meritarsi l'appellativo di "Panama del Mediterraneo".   

Lo scorso maggio l'ultimo scandalo, i 'Malta-files', un'inchiesta in cui L'Espresso ha svolto il ruolo di capofila per l'Italia, patrocinata dal consorzio giornalistico Eic (European Investigative Collaborations). Malta "fa da base pirata per l'evasione fiscale in Ue", conclusero i cronisti. Ma le luci della ribalta per la giornalista erano arrivate nel 2016 con i Panama Papers. Spulciando tra le carte, Galizia scoprì che due compagnie off-shore erano intestate al ministro dell'Energia maltese Konrad Mizzi e al capo dello staff del premier, Keith Schembri. All'epoca dell'inchiesta, Galizia venne denominata "una donna Wikileaks" da Politico, che l'aveva inserita tra le 28 personalità che "stanno agitando l'Europa".   

Lo scorso aprile, sul blog, accusa la moglie di Muscat, Michelle, di essere la proprietaria di 'Egrant', la terza compagnia panamense citata nei Panama Papers. Spuntano finanziamenti per milioni di euro e legami sospetti con il regime azero di Ilham Aliyev. La vicenda porta a elezioni anticipate. Muscat nega tutto e viene rieletto. Galizia allora sposta la propria attenzione su Adrian Delia, il leader del partito nazionalista maltese, accusandolo di aver fatto l'avvocato per una compagnia maltese basata a Londra che era finita nelle maglie di un'inchiesta per corruzione.     

Il premier ora ha annunciato un'inchiesta a cui parteciperà anche l'Fbi statunitense.