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MONDO

L'inchiesta sulla morte del ricercatore italiano al Cairo

Omicidio Regeni, gli investigatori egiziani: non ci sono elementi per ipotizzare una rapina

Gli inquirenti al Cairo passano al vaglio le immagini delle telecamere di sicurezza del quartiere di El Dokki, dove viveva il ricercatore italiano. La famiglia di Giulio Regeni: venerdì al funerale niente telecamere né bandiere, slogan o vessilli

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Cade l'ipotesi di una rapina dietro la morte di Giulio Regeni. Nell'informativa inviata dagli inquirenti egiziani alla Procura di Roma si legge che non vi è nessun elemento che colleghi ad una rapina l'omicidio del ricercatore universitario italiano. L'informativa contiene le risultanze degli accertamenti eseguiti dagli investigatori del paese nordafricano, che ora stanno vagliando i filmati delle telecamere installate nel quartiere El Dokki, dove il giovane viveva.

Nella stessa relazione risulta dalle indagini svolte che Regeni non svolgeva attività illecite, conduceva una vita ritirata e che frequentava solo colleghi ricercatori. Gli investigatori egiziani hanno inoltre avuto conferma, dall'esame dei filmati delle telecamere piazzate nel quartiere El Behoos, che il giovane non e mai arrivato, il 25 gennaio, all'appuntamento delle 20 per una cena. L'acquisizione dei filmati, così come i tabulati relativi alle celle a cui risultava agganciato il telefono cellulare di Regeni, fanno parte delle richieste fatte dalla procura di Roma, tramite rogatoria internazionale, alle autorità egiziane. Nel frattempo gli esperti italiani esaminano il computer del ricercatore universitario per cercare elementi utili per fare luce sulla sua morte.

Media egiziani: Regeni "ucciso in un appartamento in centro"
Secondo la stampa del Cairo, gli inquirenti egiziani hanno "scoperto che la vittima è stata uccisa in un appartamento al centro della capitale, poi il suo corpo è stato trasportato sulla strada desertica" Cairo-Alessadria dove è stato ritrovato. E' quanto scrive il sito del quotidiano indipendente egiziano Al Masry Al Youm, senza citare fonti ma dando conto delle "indagini della squadra di ricerca della Prefettura di sicurezza di Giza".

La famiglia: ai funerali né telecamere, né bandiere
La famiglia Regeni ha diffuso in serata una nota nella quale, "nel ringraziare tutti e in particolare la comunità di Fiumicello per la solidarietà e l'affetto dimostrati", rinnova "la preghiera ai mezzi di informazione di non utilizzare telecamere, fotocamere né qualsivoglia mezzo di ripresa audiovisiva per tutta la durata della cerimonia".  La famiglia Regeni, inoltre, chiede "a quanti parteciperanno venerdì al funerale di Giulio di farlo individualmente, nella condivisione personale del dolore, senza ostentare vessilli, bandiere, slogan o qualsiasi altro simbolo che richiami qualcosa di diverso dall'essere persone che si stringono intorno ad altre persone".