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Coronavirus

La lotta alla pandemia

Oms, rischi "molto alti" relativi alla variante Omicron. Oggi vertice urgente del G7

Briand: variante classificata come "preoccupante" per tenere alta la guardia e recuperare il massimo delle informazioni possibili

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La probabilità di una potenziale ulteriore diffusione di Omicron a livello globale è elevata: è quanto osserva l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una scheda tecnica inviata ai 194 Stati membri.

Per l'Oms, dunque, "potrebbero esserci futuri picchi di Covid-19, che potrebbero avere gravi conseguenze, a seconda di una serie di fattori, incluso il luogo in cui potrebbero verificarsi tali picchi". Il rischio globale complessivo relativo alla nuova variante Omicron è comunque valutato dall'Oms come "molto elevato".

L'Oms, rende noto che "ad oggi non sono stati segnalati decessi legati alla variante di Omicron" e invita ad accelerare la copertura vaccinale anti-Covid "il più rapidamente possibile", specialmente tra le categorie a rischio. Quanto alla chiusura delle frontiere, invece, invita a "utilizzare un approccio basato sul rischio per adeguare le misure di viaggio internazionali in modo tempestivo.

Briand: Omicron definita "preoccupante" per tenere alta la guardia
La variante Omicron è stata definita "preoccupante perché tutte le equipe del mondo intero recuperino il massimo delle informazioni": lo ha detto questa mattina ai microfoni di France Info Sylvie Briand, direttrice del dipartimento della gestione dei rischi epidemici all'OMS, spiegando il senso del comunicato dell'Organizzazione mondiale della Sanità che poche ore fa ha classificato come "preoccupante" la variante Omicron.

"L'abbiamo classificata come preoccupante - ha spiegato la Briand - perché è importante avere più informazioni su questa variante. Non ne sappiamo granché. Sappiamo soltanto che ha molte mutazioni e questo ci fa temere che ne scaturisca una minore efficacia dei vaccini, è per questo che bisogna vedere il suo impatto sulle popolazioni che vengono infettate e poi fare degli studi per sapere se gli strumenti che abbiamo, come i vaccini, mantengono l'efficacia". Per la studiosa, da parte dell'OMS si è trattato piuttosto "di un'allerta perché ci sia più attenzione su questa variante e perché tutte le équipe del mondo intero recuperino più informazioni possibili sulla variante".

Sylvie Briand ha aggiunto che "non necessariamente" maggior contagiosità equivale a una pericolosità superiore: "la maggior parte delle persone fragili sono vaccinate in Europa - ha spiegato - sulle curve epidemiologiche vediamo benissimo che anche se ci sono molti casi, la curva dei decessi e dei ricoveri resta molto più bassa di quanto avevamo visto nell'ondata del 2020. Che una variante sia più trasmissibile non significa che sarà più virulenta".

Oggi riunione del G7
La Gran Bretagna ha convocato una riunione urgente dei ministri della Salute del G7 per discutere sugli sviluppi della pandemia legati alla variante Omicron.

Tutto il mondo teme l'avanzata della nuova variante, che in pochi giorni dalla sua scoperta in Sudafrica ha già valicato i confini di diversi continenti, dall'Europa all'Oceania. "È una corsa contro il tempo" per capirne di più e adottare le contromisure giuste, sottolinea la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Lo studio della variante Omicron
Sulla Omicron gli scienziati lavorano per capire come si sia sviluppata, quanto sia pericolosa e quanto possa aggirare gli attuali vaccini. Per i medici sudafricani, che per primi si sono trovati a studiarla, i sintomi dei contagiati sono "lievi", ma le sue numerose mutazioni (forse 10, rispetto alle 2 della delta e alle 3 della beta) la rendono un ibrido mai visto prima, e quindi degno della massima attenzione.

"Ci vorranno due-tre settimane per avere una visione completa", ha spiegato Ursula von der Leyen, rinnovando la sfida ad accelerare con "vaccini e terza dose".

In un'intervista a "La Stampa" il direttore scientifico di Humanitas Alberto Mantovani afferma che i vaccini garantiscono una certa efficacia anche contro la variante Omicron. È infatti "improbabile" che il virus "sfugga del tutto". L'immunologo ricorda come "davanti ad altre varianti preoccupanti, come la sudafricana Beta e l'indiana Delta, i vaccini hanno offerto una protezione ridotta, ma significativa". Importante per l'esperto fare il richiamo anti-Covid. "La terza dose potrebbe dare una buona protezione per Omicron e predisporre meglio a un'eventuale quarta dose aggiornata". Anche le terapie potrebbero essere aggiornate: "Gli anticorpi monoclonali sono legati al virus e dunque si sta verificando", spiega. Al momento è "difficile parlare di immunità di gregge - prosegue il direttore - non cambia però l'obiettivo di vaccinare il 90% degli italiani".

Tornano restrizioni e chiusure dei confini
Lo spettro di un'ennesima accelerazione della pandemia sta facendo tornare restrizioni e confini blindati che si sperava fossero stati archiviati dopo il 2020. Come in Israele e Marocco che hanno chiuso le frontiere nel giorno in cui in Olanda è entrato in vigore il semi-lockdown. Non chiude invece il Sudafrica, che però valuta l'ipotesi di un obbligo vaccinale. Anche il Giappone ha annunciato che vieterà l'ingresso di tutti i cittadini stranieri a partire dal 30 novembre.

In Europa la Gran Bretagna ha la lista rossa più lunga tra i paesi dell'Africa australe da cui è vietato viaggiare, ma a Londra vogliono rafforzare le proprie difese. Nel Regno sono stati registrati tre casi di Omicron ed in gioco c'è la possibilità di "godersi il Natale con le famiglie", ha sottolineato il ministro della Salute, Sajid Javid, e martedì scatterà l'obbligo di mascherina nei negozi e nei trasporti, e l'obbligo di test molecolare per tutti gli arrivi, con quarantena fino al risultato.

Nel vecchio continente la nuova variante continua a crescere in sempre più paesi, e tutti i positivi sono persone in arrivo dall'Africa australe. La Danimarca si è aggiunta a Belgio, Repubblica Ceca, Italia e Germania, c'è un caso sospetto in Austria. Poi c'è l'Olanda, dove quasi sicuramente ci sono diverse decine di casi di Omicron (almeno 13 accertati) tra i passeggeri di due voli di rientro dal Sudafrica. Proprio in Olanda è appena scattato il semi-confinamento, con la chiusura di ristoranti, bar, negozi non essenziali, cinema dalle 17 alle 5: un giro di vite deciso prima dell'arrivo di Omicron, ma che forse può scongiurarne il dilagare.

La nuova variante, grazie ai voli intercontinentali, è in grado di percorrere migliaia di chilometri. Così dall'Africa è arrivata fino in Australia ed in Asia, con i primi casi a Hong Kong. Negli Usa "colpirà inevitabilmente", ha sottolineato il virologo Anthony Fauci, puntando il dito contro un tasso di vaccinazione stagnante che rischia di portare ad una "quinta ondata". In serata, il governo del Canada ha confermato i primi due casi. Si tratta di due persone in isolamento ad Ottawa, reduci da un viaggio in Nigeria.

In Sudafrica, da quanto Omicron è stata rilevata, il tasso di positività è schizzato al 9,2%. Mancano ancora i dati su quanti contagi siano legati alla variante, ma gli esperti internazionali ritengono che con vaccinazioni così basse (il 24% della popolazione) il nuovo ceppo potrà fare più danni rispetto a paesi in cui sono già partite le terze dosi.

Città del Capo, tuttavia, l'attesa nuova stretta per contenere il virus non c'è stata. Il presidente Cyril Ramaphosa, parlando alla nazione, ha annunciato soltanto l'istituzione di un gruppo di lavoro per valutare la possibilità di un obbligo vaccinale "per attività e luoghi specifici". E ha lanciato un appello al mondo perché elimini il bando "punitivo" dei voli. Un appello rilanciato oggi anche dall'Oms. 

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha reso noto che le autorità stanno valutando se rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid-19 per determinati luoghi e attività, in modo da far fronte all'aumento dei contagi legati alla nuova variante Omicron, una variante che minaccia di scatenare una quarta ondata nel Paese. Ramaphosa, che ha parlato alla nazione, ha spiegato - riferisce la Reuters - che il vaccino potrebbe diventare "una condizione per l'accesso ai luoghi di lavoro, agli eventi pubblici, ai trasporti pubblici e alle istituzioni pubbliche". Se il Paese non considera l'opzione del vaccino obbligatorio, "continuerà ad essere vulnerabile a nuove varianti e continuerà a subire nuove ondate di contagi".