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ITALIA

Operazione Martingala

'Ndrangheta, maxi operazione della Dia contro le cosche: arresti e sequestri per 100 milioni di euro

Riciclaggio e autoriciclaggio. Sequestrate aziende su tutto il territorio nazionale

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Dalle prime ore dell’alba, personale della DIA e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria sta eseguendo, sull’intero territorio nazionale, un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di numerosi soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta. Congiuntamente, sono in corso di esecuzione provvedimenti di sequestro di imprese, beni immobili e disponibilità finanziarie. Sono 27 i soggetti colpiti da provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, reati fallimentari ed altro.



Personale della DIA e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria sta eseguendo anche sequestri di imprese, beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 100 milioni di euro. Contemporaneamente, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, sono in corso di esecuzione ulteriori provvedimenti restrittivi e di sequestro per riciclaggio/reimpiego nel tessuto economico toscano dei proventi illeciti conseguiti dall’associazione mafiosa. "Ruotano entrambe sul progetto imprenditoriale Scimone, che rappresenta l'obiettivo investigativo sia per Firenze sia per Reggio Calabria".

Così il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, commenta le due operazioni condotte stamani contro la 'ndrangheta, la prima denominata "Vello d'oro", coordinata dalla DDA di Firenze, e la seconda denominata "Martingala" coordinata dalla DDA di Reggio Calabria. "Quella di Firenze vede l'esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip - spiega Cafiero De Raho - mentre quella di Reggio Calabria, molto complessa, è in corso con l'esecuzione di un provvedimento di fermo. Le due indagini hanno ad oggetto numerosi imprenditori che sono a volte espressione della organizzazione ndranghetista".

Il procuratore Cafiero De Raho tratteggia il ruolo di Scimone: "E' un imprenditore della 'ndrangheta, un uomo che si muove per l'organizzazione Barbaro-Nirta della Locride ma anche per la 'ndrangheta della tirrenica, si attiva attraverso un sistema di societa'. Alcune societa' costituite anche all'estero, alcune produttive solo di false fatture, che servono poi a coprire il giro di danaro che ruota attorno a varie altre società o imprese individuali. Società o imprese a volte colluse, e quindi utilizzatrici di somme di danaro provento di reati che finiscono per essere anche immesse nel mercato economico attraverso dette imprese coperte con le false fatture, altre imprese invece sono usurate e quindi si avvalgono del danaro della 'ndrangheta per poter superare le difficoltà economiche non avendo più la possibilità di ricorrere ai canali bancari e anche in questo caso le false fatture consentono di coprire una fetta di danaro che proviene dalla 'ndrangheta. In un caso e nell'altro, sostanzialmente l'utilizzazione delle false fatturazioni consente la frode fiscale, evasione".

"Le proiezioni – ha continuato de Raho -  avvengono in modo da coinvolgere anche le imprese all'estero che emettono false fatture per consentire poi ad imprenditori collusi di frodare il fisco". Così il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho ai microfoni del Gr1 Rai in merito alle operazioni contro la 'ndrangheta delle Dda di Reggio Calabria e Firenze.    "Ma molti degli affari, e dei soldi della 'ndrangheta - aggiunge Cafiero de Raho - si spostavano in Toscana attraverso imprenditori collusi, i quali hanno coperto sostanzialmente i proventi delle attività criminose con false fatturazioni. Altri imprenditori, invece, quelli in difficolt, ottenevano dall'organizzazione criminale prestiti ad usura. Ed anche questi finivano per essere in qualche modo coperti da quelle stesse fatture".