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ITALIA

Cimitero teutonico

Caso Emanuela Orlandi: il tribunale vaticano dispone l'apertura di due tombe

Nei mesi scorsi la famiglia Orlandi aveva segnalato il possibile occultamento del corpo di Emanuela nel piccolo cimitero che si trova all'interno del territorio dello stato vaticano

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L'ufficio del promotore di giustizia del tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha disposto l'apertura di due tombe presenti nel Cimitero teutonico.
 
"La decisione - spiega Alessandro Gisotti, direttore della sala stampa vaticana - si inserisce nell'ambito di uno dei fascicoli aperti dopo una denuncia della famiglia di
Emanuela Orlandi che, come noto, nei mesi scorsi ha, tra l'altro, segnalato il possibile occultamento del suo cadavere nel piccolo cimitero che si trova all'interno del territorio dello Stato vaticano". La ragazza scomparve nel nulla a Roma nel giugno 1983.
 
Il Vaticano procederà dunque giovedì 11 luglio alla apertura e alla riesumazione di due tombe nel Cimitero Teutonico per procedere all'esame del Dna sui resti conservati nelle bare. A deciderlo l'Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano. Il magistrato vaticano, prof. Gian Piero Milano e il suo aggiunto prof. Alessandro Diddi hanno, infatti, disposto con un decreto firmato il 27 giugno scorso l'apertura delle due tombe nell'ambito di uno dei fascicoli aperti a seguito di una denuncia della famiglia di Emanuela Orlandi.
 
"Le operazioni si svolgeranno il prossimo 11 luglio, alla presenza dei legali delle parti oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate, con l'ausilio tecnico del prof. Giovanni Arcudi, del Comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, e di personale della Gendarmeria.
 
Il provvedimento giudiziario - ha spiegato ancora Gisotti - prevede una complessa organizzazione di uomini e mezzi: sono coinvolti operai della Fabbrica di San Pietro e personale del COS, il Centro Operativo di Sicurezza della Gendarmeria Vaticana, per le operazioni di demolizione e ripristino delle lastre lapidee e per la documentazione delle operazioni". "La decisione giunge dopo una fase di indagini nel corso della quale l'Ufficio del Promotore, con l'ausilio del Corpo della Gendarmeria - ha spiegato il portavoce della Sala Stampa vaticana - ha svolto approfondimenti tesi a ricostruire le principali tappe giudiziarie di questo lungo, doloroso e complesso caso.

Va ricordato che per ragioni di carattere giuridico l'autorità inquirente vaticana non ha giurisdizione per svolgere indagini sulla scomparsa, avvenuta in Italia, di Emanuela Orlandi; indagini che peraltro sono state condotte dagli inquirenti italiani, sin dalle prime fasi, con scrupolo e rigore professionale. Pertanto, l'iniziativa vaticana riguarda soltanto l'accertamento della eventuale sepoltura del corpo di Emanuela Orlandi nel territorio dello Stato vaticano. In ogni caso, - si conclude - le complesse operazioni peritali fissate per il prossimo 11 luglio sono solo la prima fase di una serie di accertamenti già programmati che, dopo l'apertura delle tombe e la repertazione e catalogazione dei resti, porteranno alle perizie per stabilire la datazione dei reperti e per il confronto del Dna".

Lo sfogo della madre
Sul caso di Emanuela Orlandi "sono passati troppi   anni nel silenzio". Maria Orlandi, la mamma della ragazza, figlia di  un commesso della Prefettura pontificia, scomparsa 36 anni fa,   intervistata dall'Adnkronos, dà sfogo a tutta la sua delusione per i   "tanti anni passati nel silenzio senza sapere nulla di Emanuela". Ora   la notizia della nuova indagine da parte del Vaticano: "Un primo atto   di verità - dice la madre di Emanuela -. La verità: solo Dio sa cosa è  successo ma penso che dopo tutto questo tempo non la possiamo più   trovare da nessuna parte"

Un passo importante per l'avvocato della famiglia 
"Un passo importante del quale siamo davvero molto contenti anche se non conosciamo ancora i dettagli. Nel pomeriggio ritirerò il decreto e ne saprò di più, intanto però siamo contenti e ringraziamo il cardinale Parolin, per questo atto coraggioso". Così Laura Sgrò, avvocato di Pietro Orlandi, commenta la notizia che saranno aperte due tombe nel Cimitero Teutonico come richiesto dalla famiglia della quindicenne Emanuela Orlandi, scomparsa nel 1983