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ECONOMIA

Ospite a Mezz'ora in più

​Orlando: "Non è detto che il lavoro torni in settori in cui si è perso"

Il reddito di cittadinanza è stato "fondamentale in questa pandemia" per lottare contro la povertà, ma "non è uno strumento di politica attiva" spiega il ministro, "la rete pubblica per l'impiego va rafforzata"

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"La situazione del lavoro è grave. Ci sono settori come il turismo e la ristorazione che sono stati molto colpiti dalla pandemia". Così il ministro del Lavoro Andrea Orlando intervistato a 'Mezz'ora in più' su Rai3. "In quei settori serve meno pressione fiscale e minor costo del lavoro - aggiunge -. Chi ha pagato dovrà avere possibilità di ripartire nelle condizioni migliori".

Reddito di cittadinanza? Non è politica attiva del lavoro
Il reddito di cittadinanza è stato "fondamentale in questa pandemia" per lottare contro la povertà, ma "non è uno strumento di politica attiva del lavoro" spiega Orlando "è una risposta alla povertà". Per le politiche attive del lavoro "servono altri strumenti". "Dobbiamo rafforzare sia il pubblico sia il privato. Abbiamo speso poco per aiutare il lavoratore a  qualificarsi. Poi abbiamo una rete pubblica che deve affiancare le agenzie private, che è ridicola", ha detto ancora Orlando ricordando che "la Germania ha 100mila dipendenti nei centri dell'impiego, l'Italia ne ha 9mila, peraltro da molto tempo senza riqualificazione".

Non è detto che il lavoro torni in settori in cui si è perso
Non è detto che la ripresa post-pandemica collochi i lavori di ritorno negli stessi settori in cui in precedenza si sono persi, ha quindi segnalato il ministro. Dopo la pandemia, "ci sarà un grande problema: noi non sappiamo quali abitudini siano cambiate solo temporaneamente e quali in maniera strutturale e probabilmente, lo dicono anche i primi studi, il rimbalzo che ci sarà e che riporterà una parte del lavoro che è andato perduto, ma non è detto che lo riprodurrà negli stessi settori nei quali c'era precedentemente. E allora rischia di esserci un'offerta di lavoro che non corrisponde però a una domanda".

Presto risposta strutturale al settore spettacolo
"Ci vuole una risposta per i lavoratori dello spettacolo che in questa pandemia sono stati fortemente colpiti. C'è già una interlocuzione aperta e molto presto io e il ministro Franceschini assumeremo una iniziativa per una risposta strutturale alla condizione di precarietà e difficoltà di questo settore".

Riaperture, assumersi responsabilità di dire sì o no
Il ministro ha avvertito che su di essere bisogna anche "assumersi la responsabilità di dire dei sì e dei no". "Nessuno vuole per arbitrio o per capriccio tenere chiuso. Anche perché ormai le persone hanno paura e se si apre senza fare la vaccinazione, senza fare i passi giusti, il rischio è che in qualche modo esitino a tornare alla vita di prima, quindi anche provocando delle aspettative nelle attività commerciali e nel turismo che non vengono corrisposte da un effettivo ritorno delle persone a quei consumi, a quelle abitudini", ha segnalato Orlando. Connettersi con il mondo dei ristoratori e con gli strati sociali colpiti dalle chiusure pandemiche, per il ministro, non vuol dire "replicare pari pari il malessere di chi giustamente si trova in una situazione di difficoltà", ma vuol dire "dare delle risposte, assumersi anche la responsabilità di dire dei sì e dei no". Per Orlando "il sì è che bisogna ripartire, il no è che non bisogna fare passi più lunghi della gamba".

Conte fu bravo nel rapporto con l'Ue, ha pagato il Recovery
"Conte aveva gestito molto bene la prima parte della fase della pandemia riconquistando il rapporto con l'Europa, poi è andato in difficoltà sulla gestione del Recovery".

Il ministro difende Fedez: la Rai abbia governance più coraggiosa
"Va ripensata la governance. Ho proposto un disegno di legge su questa materia. La Rai ha bisogno di una governance più coraggiosa. La discussione però rischia di coprire i  messaggi mandati da quel palco" ha detto Orlando sul  caso Fedez-Rai per la festa del Primo Maggio.

Omofobia, Salvini sblocchi il ddl tenuto in ostaggio
"Visto che Salvini ha detto che è contro la censura, sblocchi il disegno di legge Zan e consenta al Parlamento di esprimersi, perché il presidente della Commissione Giustizia al Senato sta tenendo in ostaggio questa legge" ha detto ancora il ministro. "Il Parlamento - ha aggiunto - ha l'opportunità di fa compiere un passo avanti nella direzione di un Paese più civile. Oggi, dopo la legge sulle unioni civili, si può fare un nuovo passo avanti".