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MONDO

Aumenta il divario tra ricchi e poveri

Oxfam, 62 super ricchi possiedono metà della ricchezza mondiale

Il rapporto dell'organizzazione umanitaria Oxfam, diffuso alla vigilia del World Economic Forum di Davos, conferma le previsioni elaborate lo scorso anno sul gap tra ricchi e poveri

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Appena un anno fa Oxfam aveva lanciato l’allarme sulla concreta possibilità che entro il 2016, l’1% più ricco della popolazione mondiale sarebbe arrivato a detenere una ricchezza maggiore del restante 99%.  Una previsione che si è rivelata giusta con un anno di anticipo. A denunciarlo è il nuovo rapporto di Oxfam “Un’economia per l’1%”, diffuso oggi alla vigilia del World Economic Forum di Davos. Un dossier che conferma come la disuguaglianza di ricchezza a livello globale, sia un fenomeno che non accenna ad attenuarsi.
 



(fonte Oxfam)

62 super-ricchi detengono metà della ricchezza mondiale


Se nel 2010 le 388 persone più facoltose del pianeta detenevano la stessa ricchezza della metà più povera del mondo, oggi sono appena 62. E se nulla cambierà, nel 2020 saranno solo in 11.  Metà del pianeta, di cui poco meno di 800 milioni di persone intrappolate nella povertà estrema, di fronte a 62 super-ricchi, che, dal 2010 ad oggi, hanno visto incrementare il proprio patrimonio di ben 542 miliardi di dollari. Un quadro che di certo non migliora in termini di disuguaglianza di reddito. Nello stesso periodo – quasi un quarto di secolo – in cui il reddito medio pro-capite del 10% più povero del pianeta è aumentato di appena 3 dollari all’anno, l’amministratore delegato della principale azienda informatica indiana è arrivato a guadagnare 416 volte lo stipendio di un suo impiegato e il 10 per cento circa di lavoratori in Europa rischia ogni giorno di piombare nella trappola della povertà.
 
Numeri ed esempi che da soli danno il senso di uno squilibrio che, sic stantibus rebus, sta divenendo il vero e principale freno per una crescita economica sostenibile ed inclusiva  nei paesi ricchi, dove rischia di ridurre ai minimi termini quella classe media in grado di stimolare i consumi; ma soprattutto nei paesi poveri perché, avverte Oxfam: “continuando così sarà impossibile centrare l’obiettivo dell’azzeramento della povertà estrema entro il 2030, così come stabilito lo scorso settembre dai Governi di tutto il mondo all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite”. 
 
Cresce il Pil mondiale, ma ne beneficiano in pochi
Sebbene il PIL globale sia più che raddoppiato negli ultimi trent’anni, arrivando a 78 mila miliardi di dollari nel 2014, e contribuendo (dal ’90 al 2010) a dimezzare il numero di persone sotto la soglia della povertà estrema, sono in pochi ad averne beneficiato; di fatto l’1% più ricco del mondo ha ricevuto la metà dell’incremento di ricchezza registrato negli ultimi 15 anni su scala globale, mentre  solamente un misero 1% è fluito verso la metà più povera del pianeta.
In estrema ratio -  sottolinea il rapporto di Oxfam-  se i progressi degli ultimi trent’anni non fossero stati contraddistinti da tanta iniquità e disuguaglianza, 200 milioni di persone in più sarebbero uscite dal vortice della povertà. Una cifra che sarebbe potuta salire addirittura a 700 milioni, se soltanto le persone più povere del pianeta avessero beneficiato della crescita economica più dei super-ricchi.
 
“Osserviamo ogni giorno le devastanti conseguenze dell’estrema disuguaglianza in molti paesi in cui siamo al lavoro. – spiega la direttrice di Oxfam International, Winnie Byanyima -  Per fortuna l’allarme è stato raccolto anche da personalità come il Presidente Obama, Papa Francesco o Christine Lagarde del FMI. E anche per questo motivo le cose stanno cominciando a muoversi, a cambiare. Tutto questo però non basta. Siamo di fronte ad un paradosso inaccettabile, su cui chiederemo con forza ai leader e alle grandi corporation presenti a Davos, di intervenire al più presto per eliminare le cause alla base dell’attuale stato di cose. Partendo dall’obiettivo di mettere fine all’era dei paradisi fiscali che alimentano la grande disuguaglianza, ostacolando la lotta alla povertà.”