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ITALIA

Il processo

Ozzimo e il caso dell'intercettazione fraintesa

La sentenza nei confronti dell'ex assessore alla Casa è prevista per prossimo il 7 gennaio. A processo con lui anche l'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari, Gerardo e Tommaso Addeo, ex collaboratori di Luca Odevaine e per Paolo Solvi (collaboratore dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone)

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Il colpo di scena nel filone processuale nel quale è coinvolto Daniele Ozzimo, ex assessore alla casa del Comune, sta nel senso di una intercettazione mal interpretata dai trascrittori. Buzzi infatti non avrebbe detto "Ozzimo è una brava persona e piglia soldi" ma l'esatto contrario. Evidenza che è emersa nel corso di una delle udienze a Piazzale Clodio e che ha costretto i pm a ritirare una delle accuse, corruzione per asservimento. Resta invece l'accusa di atti contrari ai doveri di ufficio e la richiesta di condanna a due anni e due mesi. La sentenza è prevista per prossimo il 7 gennaio.

Nel corso del processo che si svolge con rito abbreviato, la difesa dell'esponente del Pd ha chiesto l'assoluzione da tutte le accuse. "Ho chiesto l'assoluzione senza subordinate perché un innocente non chiede clemenza", ha detto l'avvocato Luca Petrucci lasciando il tribunale.

Nell'ambito dello stesso procedimento la procura ha sollecitato condanne anche per l'ex consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari a 2 anni e 3 mesi, per Gerardo e Tommaso Addeo, ex collaboratori di Luca Odevaine per i quali sono stati chiesti 2 anni e 2 mesi e per Paolo Solvi (collaboratore dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone), per il quale la richiesta di condanna e' di 3 anni e 6 mesi. Per tutti l'accusa è quella di corruzione.

L'intercettazione mal trascritta: "Ozzimo 'n piglia soldi"
La Procura di Roma ha ritirato l'accusa di corruzione per asservimento perché riascoltando una intercettazione tra Salvatore Buzzi e un altro indagato ci si è accorti di una imprecisione nella trascrizione. Nel brogliaccio si leggeva "Ozzimo è uno serio e prende soldi" ma sentina al rallentatore, il senso del dialogo è totalmente cambiato in quanto Buzzi, parlando in romanesco, effettivamente afferma che l'ex assessore "'n pija soldi" (non prende soldi). Per la Procura resta comunque in piedi l'accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Per il difensore di Ozzimo, però, "la tesi accusatoria secondo la quale ci sarebbe una costante utilità che si basa su questa intercettazione viene meno".