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ECONOMIA

Conti pubblici

Padoan a Fmi: miglioramento sostanziale dei conti pubblici in 3 anni

Confermati i cardini della Legge di Bilancio 2018, spending review e lotta all'evasione. Per il ministro dell'Economia Padoan sono "i rischi politici l'elemento principale" che possono rallentare la crescita economica. E a Fitch risponde che il debito sta scendendo: "Non accetto il termine 'fallimento'"

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di Tiziana Di Giovannandrea
Non c'è nessun elemento economico nuovo, né sul debito, né sulle banche, che giustifichi il peggioramento della valutazione sull'Italia da parte dell'Agenzia Fitch. Questo, in sintesi, il giudizio del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan da Washington, dove sta partecipando agli incontri del Fmi.

Per il titolare del ministero dell'Economia sono "i rischi politici l'elemento principale" che può rallentare la crescita economica riassumendo i contenuti degli incontri del Fmi, del G7 e del G20. 

"Non accetto la parola 'fallimento'" usata da Fitch per il debito italiano, ha aggiunto Padoan, sottolineando che il "debito è sotto controllo e sta scendendo".  

Di qui al 2020 i conti pubblici italiani miglioreranno ulteriormente.
"Il saldo strutturale migliorerà più marcatamente nei prossimi tre anni, conseguendo in larga parte l'obiettivo a medio termine dell'Italia nel 2019 e pienamente nel 2020", assicura Padoan nell'intervento consegnato all'International Monetary and Financial Committee, l'organo più rappresentativo del Fondo Monetario Internazionale, riunito a Washington. "L'intenzione del Governo rispetto alla legge di bilancio 2018 è che il grosso della riduzione del deficit verrà dalla spending review, da un taglio delle agevolazioni fiscali e da nuove misure per combattere l'evasione fiscale. Si prevede che il rapporto debito pubblico/Pil cali quest'anno al 132,5 per cento dal 132,6 per cento del 2016. Dovrebbe poi calare più marcatamente nei prossimi tre anni raggiungendo il 126 per cento nel 2020".

Il ministro dell'Economia ha poi ricordato che nel 2016 l'economia italiana ha continuato a espandersi a un passo moderato, con la crescita annuale (+0,9%) che è stata leggermente più alta delle previsioni ufficiali del Governo. " La domanda interna è stato il maggior traino della ripresa, mentre le esportazioni hanno fornito un piccolo contributo negativo. I consumi privati si sono espansi, beneficiando di un miglioramento del mercato del lavoro, e di un'inflazione bassa. Gli investimenti sono cresciuti per il secondo anno di seguito, accelerando sulla spinta di condizioni finanziarie accomodanti, di una domanda migliorata e di incentivi fiscali mirati. La posizione esterna ha continuato a migliorare, con l'attivo delle partite correnti che è salito al 2,8 per cento del Pil".

Ci sono stati miglioramenti anche sul versante del mercato del lavoro grazie, ha detto Padoan, "al Jobs Act, a condizioni macroeconomiche più favorevoli e a incentivi fiscali sui contratti a tempo indeterminato".

Padoan ha ricordato che gli ultimi dati sulla fiducia delle famiglie e delle imprese italiane puntano a un'accelerazione dell'attività economica, con l'indice Pmi che a marzo ha toccato quota 55,7 per cento, il livello più alto dal 2007. Infine le nuove previsioni ufficiali del Programma di Stabilità 2017 mostrano un Pil reale in aumento dell'1% circa nei prossimi quattro anni.