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MONDO

Sul web foto e video di soldati e civili decapitati

Palmira e i suoi gioielli in mano ai jihadisti: l'aviazione siriana risponde con raid aerei

L'esercito siriano si ritira dopo aver permesso l'evacuazione di buona parte dei civili e aver perso oltre 100 uomini. Coprifuoco e rastrellamenti nella città: i jihadisti pubblicano immagini di soldati governativi e civili decapitati. Non vengono segnalati per ora danni alle rovine Patrimonio dell'Umanità. L'Isis controlla più del 50% del territorio della Siria

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L'area archeologica di Palmira (wikipedia/Diemert)
Palmira (Siria)
La città di Palmira, compreso il sito archeologico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è sotto il controllo dei jihadisti dell’autoproclamato Stato Islamico, che continua ad espandersi e ora controlla oltre il 50% della Siria. L’esercito siriano si è ritirato dopo aver permesso l’evacuazione della maggior parte dei civili, ma l'aviazione fedele a Bashar al-Assad ha risposto con raid aerei. Per ora non vengono segnalati danni alle rovine, ma sul web sono stati diffusi video e foto di decapitazioni di soldati e civili.

Città nelle mani dei miliziani 
Negli ultimi violenti scontri armati, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, l’esercito di Bashar al-Assad avrebbe perso oltre 100 uomini e anche un Mig, abbattuto dalla contraerea. Altri governativi, alcune decine, sarebbero stati uccisi mentre fuggivano dalla città. La tv di Stato siriana ha mostrato le immagini dell'entrata dei miliziani nel sito archeologico, filmati poi rilanciati sui social media dagli account che sostengono l’Isis. ''Grazie a Dio è stata liberata'', ha detto riferendosi a Palmira un jihadista citato dai siti Internet vicini al gruppo. Il miliziano ha spiegato che i fondamentalisti controllano anche l'ospedale usato come base dall'esercito siriano prima di ritirarsi. L’Isis avrebbe in mano anche l’aeroporto e la prigione della città, dalla quale ha liberato tutti i detenuti.

Coprifuoco e rastrellamenti
Fonti sul terreno a Palmira affermano che da ieri notte i jihadisti hanno imposto un coprifuoco totale in tutta la città, da diverse ore non più servita dalla corrente elettrica. Sarebbero stati effettuati rastrellamenti casa per casa da parte di miliziani dell'Isis alla ricerca di miliziani lealisti e militari governativi ancora in città. Dai megafoni posti sui minareti delle moschee, l'Isis ha diffuso un messaggio alla popolazione invitando la gente a non collaborate con "le bande di Assad", in riferimento ai militari del regime del presidente Bashar al-Assad. Le vie della città,
concludono le fonti, sono deserte e sono sotto il pieno controllo dello Stato islamico.

L'aviazione siriana risponde con raid aerei
La risposta di Damasco è stata affidata all'aviazione. Fonti locali riferiscono di raid aerei sul centro moderno di Palmira. Sarebbero state colpite anche la moschea Uthman ben Affan e una scuola. Non si hanno al momento notizie di vittime. 

Timore per i reperti archeologici 
L'interpretazione estremista del Corano seguita dall'Isis spinge i jihadisti a considerare inammissibili edifici risalenti all'epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell'Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti. Secondo gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, però, almeno al momento non si hanno notizie di danneggiamenti al sito archeologico, di inestimabile valore. Il timore è infatti che i miliziani di Abu Bakr al-Baghdadi possano commettere gli stessi scempi attuati nei siti archeologici di Hatra e Nimrud in Iraq, dove armati di asce, picconi e kalashnikov hanno distrutto reperti preziosissimi.

L'espansione dell'Isis
L'Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce che, dopo la conquista di Palmira, l'Isis controlla più della metà del territorio siriano. I miliziani, che avevano già in mano larghe parti della Siria a nord ed est, per la prima volta hanno conquistato un'importante città nel centro del Paese, sottraendola al controllo delle forze governative. In questo modo, l'autoproclamato Stato Islamico domina su 95mila chilometri quadrati ed è presente in 9 province. Le zone controllate dagli estremisti sono in larga parte disabitate, mentre le principali città del Paese, compresa la capitale Damasco, si trovano nella regione occidentale al confine con il Libano e sulla costa.