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MONDO

Lo scandalo finanziario

Panama Papers, Cameron ammette: "Avevo quote di società di mio padre, ma ho rispettato la legge"

Il premier britannico ammette di aver avuto una quota della società offshore creata dal padre. In Argentina indagine sul presidente Macri per presunta evasione fiscale. Secondo Putin lo scandalo è stato creato per tentare di destabilizzare la Russia

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David Cameron (Corbis)
Il premier britannico David Cameron ammette di aver avuto una quota della società offshore creata dal padre Ian (scomparso nel 2010), precisando tuttavia di averla venduta per "30.000 sterline" poco prima di diventare primo ministro. Lo ha dichiarato in un'intervista esclusiva a Itv news. Il capo del governo britannico insiste comunque di non avere "nulla da nascondere" e di aver rispettato la legge, e precisa d'aver pagato a suo tempo  "normalmente" le tasse sui dividendi di quella quota. L'intervista è stata forse scelto come mezzo per tentare di uscire al più presto dal pantano panamense che rischia di sommergerlo alla vigilia del referendum sulla Brexit.
 
La 'confessione' di 13 minuti
"Sì possedevo delle azioni nella società di mio padre e le ho vendute perché se fossi diventato primo ministro non volevo che qualcuno pensasse che avessi un'agenda segreta". Giornali e opposizione, dopo l'intervista ha cominciato a chiedere le sue dimissioni,  ma Cameron snocciola numeri e date. "Io e Samantha avevamo un conto in comune e possedevamo 5.000 azioni della Blairmore Investment Trust (società del padre) che abbiamo venduto a gennaio 2010. Valevano circa 30.000 sterline". A proposito di quelle stesse quote, ha quindi dichiarato di aver "pagato tasse sui dividendi", ma non sui "capital gain", dato l'ammontare dei profitti ricavati. In ogni caso, ha assicurato, "sono stato soggetto in tutto e per tutto alla tassazione britannica, normalmente".
Fin qui tutto chiaro. Il problema è che Cameron nell'intervista si è rimangiato l'affermazione secondo cui né lui né la sua famiglia avrebbero mai beneficiato del fondo offshore paterno. e ha ammesso anche di aver incassato 300.000 sterline di eredità alla morte del padre - un facoltoso broker finanziario - aggiungendo di "non sapere" se parte di questo denaro fosse transitato in precedenza in paradisi fiscali. Il premier ha però ribadito l'impegno di rendere pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi, impegno che l'opposizione laburista gli rimprovera d'aver finora disatteso. Una richiesta rinnovata anche dal Guardian oggi che pubblica '10 domande' a Cameron, mentre il Financial Times rivela come il premier sarebbe intervenuto in sede Ue in materia fiscale, favorendo "scappatoie" pro-elusione.

Argentina, il presidente Macri sotto inchiesta
La Procura federale argentina, intanto sempre oggi ha aperto un fascicolo per un presunto reato di evasione fiscale del presidente Mauricio Macri, coinvolto nello scandalo dei "Panama Papers", in seguito ad un esposto presentato da un deputato dell'opposizione. L'inchiesta riguarda la presunta partecipazione in due società offshore, una delle quali rivelata dai documenti emersi domenica sera. Macri risulterebbe essere il direttore della società Fleg Trading Ltd. Con sede alle Bahamas, e vicepresidente della Kagemusha SA. La magistratura intende verificare se Macri ha "omesso dolosamente di completare la sua dichiarazione sotto giuramento sulla proprietà di beni, requisito obbligatori per esercitare incarichi pubblici. La prima società risulta essere stata registrata alle Bahamas nel 1998 dal padre di Macri, Franco, proprietario di un grosso conglomerato di imprese in Argentina. Lo stesso Franco Macri ha detto che la società fu messa in piedi per un investimento in Brasile che non ha avuto successo e che "non è mai stata attiva" per questo è stata chiusa nel 2008. Alcuni deputati inoltre hanno chiesto che la magistratura approfondisca la posizione di un uomo molto vicino a Macri, Nestor Grindetti, attuale sindaco di Lanus, alla periferia sud di Buenos Aires, che gestì una società a Panama e un conto corrente in Svizzera tra il 2010 e il 2013, quando aveva il ruolo di segretario al Tesoro della città di Buenos Aires durante il mandato da sindaco dello stesso Macri. Negli ultimi giorni, da quando il suo nome è comparso nella lista di personaggi eccellenti contenuti nei Panama papers, Macri ha negato che le società offshore appartenessero al gruppo della sua famiglia.

Russia, Putin: Tentativo di destabilizzare il nostro Paese
Il presidente russo Vladimir Putin invece bolla tutto lo scandalo come un tentativo per destabilizzare la Russia, ed ha precisato di non essere menzionato nei cosiddetti "Panama Papers" relativi alle attività off-shore, rendendo inutile la discussione. "Il vostro umile servitore non c'è, quindi non c'è niente di cui parlare", ha detto Putin a un forum multimediale.

Islanda, si insedia nuovo governo, subito una mozione sfiducia
All'indomani della sua designazione da parte della coalizione conservatrice ed euro-scettica al potere da quasi tre anni sull'isola artica, in Islanda si sono insediati oggi il neo-primo ministro Sigurdur Ingi Johannsson e il suo governo. Prenderanno il posto di Sigmundur David Gunnlaugsson, il leader del Partito Progressista costretto due giorni fa a dimettersi dopo essere rimasto coinvolto nello scandalo sui conti segreti off-shore dei cosiddetti 'Panama Papers'. Con una cerimonia scarna e svoltasi quasi in clandestinità, i membri del nuovo esecutivo hanno prestato giuramento nelle mani del presidente Olafur Ragnar Grimsson. Il loro percorso politico si presenta comunque in salita fin da subito: li attende infatti la mozione di sfiducia presentata contro di loro all'Alpingi, il Parlamento monocamerale di Reykjavik, dalle forze di opposizione che intendono inoltre premere per anticipare ulteriormente le prossime elezioni, ipotizzate dalla maggioranza per l'autunno, sei mesi prima della naturale scadenza della legislatura. In aula i numeri per sopravvivere il centro-destra li ha, ma quello che non ha è il sostegno dell'opinione pubblica: subito dopo essersi fatto da parte, non a caso, l'altroieri Gunnlaugsson era stato congedato dalla folla al grido "Si voti subito!". Quanto al suo successore, già titolare del portafoglio di Pesca e Agricoltura, non lo attende sorte più agevole: accusato di essere un paladino più dei ricchi che non del ceto contadino da cui si vanta di provenire, il 53enne Johannsson è inchiodato a un recentissimo sondaggio condotto pochi giorni prima del terremoto 'Panama Papers', secondo cui appena il 3 per cento dei connazionali si fidano di lui.