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MONDO

Sueddeutsche Zeitung: Società offshore a sostegno Assad

Panama Papers: Francia, Ocse rimetta Paese in lista nera

Il ministro Michel Sapin ha informato il Parlamento che la Francia inserirà Panama sulla sua lista dei "Paesi non collaborativi". Intanto lo Studio Fonseca  afferma che la società è stata vittima di un attacco hacker e che una denuncia è stata presentata alla procura di Stato

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Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, ha annunciato che domanderà ai Paesi Ocse di seguire l'esempio della Francia e di inserire Panama nella lista nera dei paradisi fiscali, dopo lo scandalo cosiddetto dei "Panama papers".

"Auspico che l'Ocse si riunisca affinché la stessa decisione (della Francia) venga adottata dall'insieme dei Paesi
in questione", ha dichiarato il ministro intervistato alla radio Europe 1. Sapin ha chiesto all'istituto bancario Société Générale, coinvolto in questa vicenda, di "mettere sul tavolo" tutte le società offshore create dalla banca.

Ieri  il segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), Angel Gurria, parlando a Berlino in occasione della presentazione del rapporto sullo stato dell'economia della Germania, ha affermato: "Panama deve applicare subito gli standard internazionali in materia di trasparenza fiscale". Ed ha spiegato: "E' necessario 'far comprendere' a Panama l'importanza dell'impegno in materia di scambio automatico di informazioni finanziarie, mentre al giorno d'oggi la mancanza di trasparenza non è più tollerata". Secondo Gurria sono i Paesi del G20, i principali investitori e i banchieri del mondo a dover premere sulle autorità panamensi perché applichino maggior trasparenza in materia fiscale. All'indomani delle 'accuse' mosse dall'Ocse arriva la replica del governo panamense.  Le accuse del segretario generale dell'Ocse - ha dichiarato sono "ingiuste e discriminatorie". Il viceministro degli Affari Esteri panamense, Luis Miguel Hincapié, ha affermato che "la strategia di ignorare le altre giuridizioni e di concentrarsi unicamente su Panama è ingiusta e discriminatoria". 

Sueddeutsche Zeitung: Società offshore a sostegno Assad
"Le società offshore sostengono la guerra di Assad". Così titola il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, presentando nuove rivelazioni dai Panama Papers, i documenti trapelati dallo studio legale panamense Mossack Fonseca. "Il regime siriano e i suoi scagnozzi hanno trovato", scrive il giornale, "modi apparentemente discreti per aggirare le sanzioni e raccogliere denaro e carburante necessari per la guerra". "Ruolo importante", afferma, ha avuto lo studio legale legato alle società offshore che hanno permesso il sistema che ha coinvolto la cerchia del presidente siriano Bashar Assad. 

I documenti mostrano, spiega la testata tedesca, come "dittatori, gruppi terroristici e altre organizzazioni criminali usino società di comodo per eludere le sanzioni e poter così continuare ad agire come prima". Il Sueddeutsche Zeitung cita come presenti nella lista di clienti di Mossack Fonseca "esponenti apparentemente sanzionati di cartelli della droga di Messico e Guatemala, presunti finanziatori di gruppi terroristi come Hezbollah e al-Qaeda, intermediari di autocrati come Robert Mugabe dello Zimbabwe, ma anche aziende che per il loro sostegno al programma nucleare iraniano e nordcoreano".

Afa, piena fiducia in Messi
La Federcalcio argentina si schiera al fianco di Lionel Messi il cui nome risulta nelle carte dello scandalo denominato 'Panama Papers' e per bocca del suo presidente, Luis Segura, ribadisce il suo "totale appoggio" al capitano della Nazionale albiceleste.

"Il mio pensiero interpreta un sentimento condiviso da tutti i dirigenti e i membri della comunità di calcio argentina. La nostra famiglia confida sull'onorabilità della famiglia Messi e le dichiarazioni in cui nega ogni addebito mettendosi a disposizione delle autorità giudiziarie", conclude il numero uno dell'Afa.

 Nello scandalo internazionale i nomi di Messi e del padre Jorge risultano intestatari di una società offshore a Panama, tesi seccamente smentita dalla famiglia del pallone d'oro che ha bollato le accuse come "false e ingiuriose".

Argentina, arrestato imprenditore molto vicino ai Kirchner
La giustizia argentina ha fatto arrestare il businessman Lazaro Baez, sospettato di riciclaggio di denaro durante gli anni con i Kirchner al potere (2003-2015), periodo in cui le sue imprese hanno prosperato. Baez, 59 anni, figura anche nelle liste dei Panama Papers ed è finito in manette con l'accusa di aver girato importanti fondi verso conti in Svizzera quando alla presidenza c'erano prima Nestor poi Cristina Kirchner: amico della coppia al potere, avrebbe beneficiato del rapporto per assicurarsi appalti e privilegi in genere, in particolare nel settore petrolifero e dei lavori pubblici.

In base all'ordine di arresto emesso dal giudice Sebastian Casanello, il potente imprenditore deve presentarsi domani in tribunale. Secondo indiscrezioni dei media argentini, Lazaro Baez avrebbe gestito le risorse dei Kirchner, ma il giudice ha respinto questi sospetti, causa assenza di elementi probanti.

"L'ex presidente Cristina Kirchner non è implicata in questo processo, stiamo indagando su riciclaggio di origine criminale", aveva dichiarato il togato lo scorso 21 marzo. Questo nuovo caso arriva nel momento in cui figure di punta dell'era Kirchner si ritrovano nel mirino della giustizia. Ma anche mentre lo scandalo dei Panama papers lambisce il presidente Mauricio Macri: eletto a novembre anche sulla scia delle sue promesse di combattere la corruzione, il capo dello Stato figura assieme a suo padre tra i clienti dello studio legale panamense Mossack
Fonseca.

Studio Mossack Fonseca, siamo stati piratati 
Lo studio di avvocati panamensi Mossack Fonseca, al centro dello scandalo dei cosiddetti Panama Papers, sostiene di esser stato vittima di un hacker gestito da server stranieri e ha presentato una denuncia. "Abbiamo una relazione tecnica che dice che siamo stati piratati da server stranieri", ha dichiarato il direttore e co-fondatore della societa', specificando di avere presentato lunedì la denuncia. 

Il neo presidente della Fifa:"Sono costernato"
Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha negato qualsiasi collegamento con lo scandalo "Panama Papers". Secondo le informazioni pubblicate dal tedesco Sueddeutsche Zeitung, nel 2006 Infantino, allora capo della divisione giuridica della Uefa, avrebbe firmato un contratto per la trasmissione della Uefa Champions League con due uomini d'affari, in seguito accusati di corruzione. "Sono costernato e non accetto che la mia integrità venga messa in dubbio da alcuni settori dei media, tanto più che la Uefa ha già rivelato nel dettaglio tutti i fatti che riguardano questi contratti", ha spiegato Infantino in un comunicato pubblicato sul sito della Fifa. "Io e la Uefa - ha aggiunto - non siamo mai stati contattati da qualsiasi autorità in relazione a questi contratti".     

Opposizione Pakistan chiede indagine indipendente
L'opposizione pakistana chiede che sia condotta una indagine indipendente sulle rivelazioni dei Panama Papers, che citano società offshore legate famiglia del primo ministro Nawaz Sharif, dopo che questi ha annunciato la formazione di una commissione d'inchiesta. Lo hanno riferito i media locali. Sharif ha annunciato in un discorso televisivo la creazione della commissione guidata da un ex giudice della Corte suprema, allo scopo di indagare sulle società che i suoi figli avrebbero nei paradisi fiscali.

Poco dopo il suo intervento, il senatore del Partito popolare Aitzaz Ahsan ha affermato che una commissione del genere "coprirebbe" i fatti e ha chiesto che sia condotta invece una indagine indipendente. "Esistono compagnie internazionali che possono essere incaricate", ha detto Ahsan parlando alle televisioni locali. Attacchi al premier per le rivelazioni dei Panama Papers sono arrivati anche dalla sua stessa famiglia: Tehmina Durrani, moglie del fratello di Sharif e governatore del Punjab Shahbaz Sharif, ha chiesto su Twitter che gli asset all'estero siano riportati in Pakistan.