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MONDO

Briatore: "Stufo di essere tirato in ballo quando si parla di evasione"

Scandalo Panama Papers, ok del Parlamento Ue a Commissione d'inchiesta

Emanuela Barilla, Adriano Galliani, il miliardario Stefano Pessina. E poi società riconducibili a Silvio Berlusconi e Flavio Briatore. Sono questi i nomi più importanti che "l'Espresso" pubblicherà  domani in una nuova puntata dell'inchiesta sui Panama Papers, il colossale archivio dello studio Mossack Fonseca

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La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, in cui siedono i capigruppo politici e il presidente dell'Assemblea, ha deciso all'unanimità, oggi a Strasburgo, l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla vicenda dei "Panama papers", le rivelazioni giornalistiche sugli elusori fiscali nei paradisi "off shore". Il mandato della commissione d'inchiesta sarà deciso dalla stessa Conferenza dei presidenti il 4 maggio prossimo, dopo un voto della plenaria durante la prossima sessione di Strasburgo.

Moscovici: Panama Papers stanno creando uno shock
I Panama Papers "stanno creando uno shock". Non usa mezzi termini Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici. In una conversazione in corso al Peterson Institute for International Economics a Washington, Moscovici ha spiegato che quello shock "non è finito, la preoccupazione dei cittadini e dei media sarà caratterizzata da questa questione. E' pericoloso perchè se non affrontiamo la questione, alimenterà i populismi".

Secondo il commissario Ue la pubblicazione di 11,5 milioni di documenti legati allo studio legale panamese Mossack Fonseca che hanno gettato luce su societa' offshore legate a 143 tra politici e personalità pubbliche nel mondo "è un'opportunità enorme perchè dà forza a coloro (incluso me stesso) che per molto tempo hanno lottato contro frodi ed evasione fiscale. E' tempo di accelerare la lotta" anche se "molto è stato fatto negli ultimi anni. La situazione è cambiata dal 2012".

Putin: Panama Papers preparati da giuristi e non da giornalisti 
I Panama Papers "non sono stati preparati da giornalisti ma da giuristi", che cercano di manipolare l'opinione pubblica", nel momento in cui si avvicinano le elezioni in Russia, ma questo piano "non riuscira'". Ne è convinto Vladimir Putin il quale ha poi avvertito che questo tipo di informazioni manipolate aumenteranno con l'avvicinarsi delle consultazioni popolari: a settembre per il rinnovo della Duma e nel 2018 per il Cremlino.

Il presidente russo havoluto ribadire che dietro i leaks sulla fitta rete di conti e società offshore che coinvolge politica e mondo dello spettacolo di diversi paesi ci sia una macchinazione politica. Il giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung, che ha ricevuto per primo i documenti dello studio panamense Mossack Fonseca, ha fatto notare Putin, rientra in una holding di media che appartiene alla società americana Goldam Sachs.

Putin ha poi difeso i suoi amici il cui nome è contenuto nei Panama Papers e che in molti hanno identificato come suoi prestanome. "In quei documenti - ha detto il capo del Cremlino - non ci sono accuse contro nessuno, stanno gettando solo ombre su ombre". 

Si allunga la lista degli italiani
"Emanuela Barilla, Adriano Galliani, il miliardario Stefano Pessina. E poi società riconducibili a Silvio Berlusconi e Flavio Briatore". Sono questi i nomi più importanti che l'Espresso pubblicherà domani, venerdì 15 aprile, in una nuova inchiesta sui Panama Papers, il colossale archivio dello studio Mossack Fonseca. Nell'articolo il settimanale rivela una seconda lista di italiani che avrebbero i soldi offshore. Sono 100 in tutto, imprenditori, professionisti, manager di ogni parte d'Italia.

"Tra le carte panamensi - si legge sull'Espresso - emerge tra l'altro il nome della Sport Image international delle Isole Vergini britanniche, una società della galassia di Silvio Berlusconi che una ventina di anni fa finì al centro di un`indagine giudiziaria per i pagamenti in nero ad alcuni calciatori del Milan, da Ruud Gullit e Marco Van Basten. Come amministratori della Sport Image, fondata nel 1989, sono indicati Adriano Galliani e altri due manager a quell`epoca targati Fininvest: Giancarlo Foscale e Livio Gironi. Struie invece, è una cassaforte, anche questa creata da Mossack Fonseca, di cui si sono serviti sia il leader di Forza Italia sia Flavio Briatore (benché i loro nomi non compaiano direttamente nelle carte panamensi). A metterla a loro disposizione fu l`avvocato britannico David Mills, creatore del sistema offshore da 775 milioni di euro per conto del capo della Fininvest".

L'Espresso ha ricostruito anche gli affari offshore di altri personaggi molto conosciuti dell'economia come Emanuela Barilla, azionista del gruppo del Mulino Bianco insieme ai fratelli Guido, Luca e Paolo. "Dalle carte di Mossack Fonseca - si legge - risulta che Emanuela Barilla ha costituito nel 2014 una offshore con sede alle Isole Vergini Britanniche, la Jamers international".

Stefano Pessina, 74 anni, nativo di Pescara, è invece uno dei manager più influenti dell`industria farmaceutica mondiale. Residente a Montecarlo da tempo, Pessina controlla la multinazionale Wallgreens Boots Alliance e il suo patrimonio personale è stato stimato 13,3 miliardi di dollari, inferiore in Italia solo ai Ferrero e a Leonardo Del Vecchio. "I Panama Papers rivelano - sostiene l'Espresso - che Pessina, insieme alla compagna Ornella Barra, controlla una offshore con un'insegna quantomeno originale. Si chiama Farniente holding". 

Briatore: stufo di essere tiraro in ballo quando si parla di evasione
"Sono stufo di essere tirato in ballo ogni volta che si parla di evasione! Le attività italiane pagano il dovuto in Italia e le altre società pagano nei paesi dove risiedono". Così Flavio Briatore sul suo profilo Instagram, dopo che 'L'Espresso' ha fatto il suo nome in merito al dossier Panama Papers, nell'anticipazione del nuovo numero su altri 100 italiani legati allo studio Mossack Fonseca. Nell'articolo de 'L'Espresso' Briatore viene associato alla Struie, "una cassaforte offshore usata da Silvio Berlusconi e Flavio Briatore - si legge nel settimanale - benché i loro nomi non compaiano direttamente nelle carte panamensi".

 A stretto giro di posta la replica di Briatore, che su Instagram ha pubblicato uno screenshot di un comunicato stampa nel quale precisa di "operare legittimamente con società in tutto il mondo che pagano le tasse nei paesi in cui gestiscono gli affari".

"La documentazione della società è stata fornita spontaneamente alla Procura di Milano fin dal 2005 - si legge ancora nel comunicato - che ne aveva necessità nell'indagine Mills. Ovviamente alcuna censura è stata mossa, né fiscale né personale per Briatore ed il Trust di cui è beneficiario attesta la legittimità della operatività della società".

Pessina-Barra: la società menzionata è parte della struttura societaria relativa al patrimonio familiare
In relazione a quanto emerso oggi sulla stampa circa la vicenda “Panama Papers”, Stefano Pessina e Ornella Barra precisano che la società menzionata (‘Farniente Holding’)  è parte della struttura societaria relativa al loro patrimonio familiare,  è infatti proprietaria della loro abitazione principale (situata nel Principato di Monaco). La società è stata costituita e opera da sempre nella più completa legalità e trasparenza, e la sua riferibilità al patrimonio personale è sempre stata palesata e nota alle autorità competenti. La questione, inoltre, non ha alcuna rilevanza sul piano fiscale in Italia né altrove, poiché Stefano Pessina e Ornella Barra sono cittadini del Principato di Monaco e lì residenti da decenni.