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SPETTACOLO

Intervista al regista di Immaturi

Paolo Genovese e l'incubo della maturità. Le tracce? Scriverle meglio per far scattare un clic

L'annullamento del suo esame di Stato è stato il suo sogno mostruoso più ricorrente da qui l'idea del film. Ai prof dice: "Pensateci mille volte prima di bocciare alla maturità, perché è una bocciatura nella vita". Poi lancia una proposta: "Istituiamo due ore di Cinema a settimana"

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di Laura Squillaci
Quel film su un gruppo di trentenni che scoprono di dover rifare l'esame di maturità, annullato, fu un enorme successo di botteghino forse anche perché provocò non poche fobie in chi aveva già affrontato il grande passo. Immaturi di Paolo Genovese è ancora l'incubo di molti.

Che ne pensa delle tracce scelte?
"Sono tutti temi interessanti. Ma io trovo che quello che manca sempre nelle tracce di maturità sia uno stimolo. Io mi aspetterei uno sforzo in più da chi scrive questi titoli per far scattare un clic, uno spirito critico, un brief agli studenti per indirizzarli a trovare un punto di vista su quella tematica e non che gli si dia la tematica sic et simpliciter". 

Il suo film Immaturi ha fatto tremare molti italiani, lei ha avuto paura della maturità?
Si un mio incubo ricorrente era che mi avessero annullato l'esame di maturità e che dovessi rifarlo. Da quell'incubo è nato un film. Ma dopo averlo girato con mia enorme sopresa ho scoperto che era un incubo ricorrente di tantissime persone. Chiunque mi incontrava più che i complimenti mi diceva 'ma lo sai che era la mia stessa paura'. Da qui si capisce quanto sia fondamentale questo momento perché è quando si diventa grandi. Essere bocciati alla maturità è una bocciatura per la vita. Perché è un momento si parte per la propria vita, le scelte professionali, l'Università. Vedere tutti i tuoi amici che partono per la loro strada e tu rimani studente è uno choc insopportabile".

È prematuro ma speriamo ci siano bocciati... 
"I professori dovrebbero pensarci veramente molto prima di bocciare perché è uno stop che magari non si supera più. Io fossi un professore ci penserei 1000 volte, psicologicamente è devastante".

Al di là di Immaturi, la sua di maturità come andò?
"Io avevo fatto un tema di attualità che parlava dell'importanza della libertà d'espressione. Ho fatto il classico, poi uscì latino scritto. All'orale ho portato greco e storia dell'arte. Certo la paura c'era ero terrorizzato di andare a scuola. Poi andò bene presi 50. Io non sono mai stato uno da tutti otto. Sono sempre stato promosso ma faticosamente".

Se avesse dovuto scegliere lei le tracce?
"Sicuramente l'integrazione, anche tra studenti, e la tolleranza. E anche una traccia politica. I miei figli non hanno idea di cosa sia. Non hanno una coscienza di classe, una coscienza sociale. Fino agli anni '90 c'era più fermento nei licei, più manifestazioni, i collettivi. I ragazzi di oggi non hanno idea di cosa succede in Italia".

Una traccia sul Cinema?
"Qui si apre una voragine. Io istituirei due ore a settimana al liceo sul cinema. Trovo che i nostri programmi scolastici per quel che riguarda il cinema e il Teatro siano vergognosi. Non c'è la minima attenzione a questo strumento, è una grande miopia. Perché oggi tutti i ragazzi si formano sull'audiovisivo, è la cosa più importante. Stanno appiccati ai tablet, ai telefonini. L'immagine è importante e allora che non si utlizzi il cinema a scuola è scandaloso. Vedere Schindler's List di Spielberg è molto più utile per capire la shoah rispetto a una lezione dove purtroppo gli studenti sono distratti. Il film può essere uno stimolo enorme per raccontare un Paese, una tragedia. Perchè non usare uno strumento così potente? In Italia non c'è cultura cinematografica né alle medie, nè al liceo".