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ITALIA

L'intervista a Repubblica

Papa: "Abbattere muri che dividono. Trump? Non giudico, mi interessa solo se fa soffrire i poveri"

Papa Francesco è stato intervistato dal fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari

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"Dobbiamo abbattere i muri che dividono: tentare di accrescere il benessere e renderlo più diffuso, ma per raggiungere questo risultato dobbiamo abbattere quei muri e costruire ponti che consentono di far diminuire le diseguaglianze e accrescono la libertà e i diritti. Maggiori diritti e maggiore libertà". Lo afferma Papa Francesco in una lunga intervista, rilasciata lunedì, col fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari.

Il pontefice indica profughi e immigrati come la sua preoccupazione principale e su Trump dice: "Non do giudizi sulle persone e sugli uomini politici, voglio solo capire quali sono le sofferenze che il loro modo di procedere causa ai poveri e agli esclusi".

Su profughi e migranti vede "molte volte" solo "provvedimenti avversati dalle popolazioni che temono di vedersi sottrarre il lavoro e ridurre i salari. Il denaro è contro i poveri oltreché contro gli immigrati e i rifugiati, ma ci sono anche i poveri dei Paesi ricchi i quali temono l'accoglienza dei loro simili provenienti da Paesi poveri. un circolo perverso e deve essere interrotto".

Le diseguaglianze, sottolinea Papa Francesco, "è il male maggiore che esiste nel mondo. il danaro che le crea ed è contro quei provvedimenti che tendono a livellare il benessere e favorire quindi l'eguaglianza".

"Sono i comunisti che la pensano come i cristiani", aggiunge. "Cristo ha parlato di una società dove i poveri, i deboli, gli esclusi, siano loro a decidere. Non i demagoghi, non i barabba, ma il popolo, i poveri, che abbiano fede nel Dio trascendente oppure no, sono loro che dobbiamo aiutare per ottenere l'eguaglianza e la libertà".

Francesco auspica che il Movimento dei popolari entri nella politica, "non nel cosiddetto politichese, le beghe per il potere, l'egoismo, la demagogia, il danaro, ma la politica alta, creativa, le grandi visioni".

"Mai pensato a guerra ed armi", precisa. "Il sangue sì, può essere sparso, ma saranno eventualmente i cristiani ad essere martirizzati come sta avvenendo in quasi tutto il mondo ad opera dei fondamentalisti e terroristi dell'Isis i carnefici. Quelli sono orribili e i cristiani ne sono le vittime". "Spesso l'amore convince", dice. "I cristiani raggiungono i due miliardi e mezzo di credenti e forse più. Ci sono volute armi e guerre? No. Martiri? Sì, e molti".