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ITALIA

Storico incontro con 7mila imprenditori

Il Papa agli imprenditori: "No a favoritismi e disonestà". "Giovani prigionieri della precarietà"

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Storica udienza degli imprenditori con Papa Francesco. Si tratta della prima volta nei 106 anni della storia di Confindustria. Circa settemila imprenditori nella sala Nervi hanno ascoltato le parole del Santo Padre. Un momento di testimonianze degli imprenditori e di riflessione sul binomio fede e impresa

"Giovani prigionieri della precarietà"
Un'attenzione maggiore ai "potenziali lavoratori", i "giovani", che, "prigionieri della precarietà o di lunghi periodi di disoccupazione, non vengono interpellati da una richiesta di lavoro che dia loro, oltre a un onesto salario, anche quella dignità di cui a volte si sentono privati". E l'appello del Papa a Confindustria di prendersi cura di loro, insieme agli anziani e le famiglie. "Tutte queste forze, insieme, possono fare la differenza per un'impresa che metta al centro la persona", ha detto il Papa. 

"Non scartate gli anziani"
Gli anziani "potrebbero ancora esprimere risorse ed energie per una collaborazione attiva, eppure vengono troppo spesso scartati come inutili e improduttivi", ha detto il Papa, facendo appello agli imprenditori di Confindustria a guardare ai soggetti "dimenticati e trascurati".

"Rifiutate favoritismi e disonestà. No a facili compromessi per sete di guadagno"
 "Siete chiamati a tutelare la professionalità, e al tempo stesso a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua, perché non abbiano a verificarsi incidenti e situazioni di disagio. La vostra via maestra sia sempre la giustizia, che rifiuta le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi"

"Siete chiamati a tutelare la professionalità e al tempo stesso a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua, perché non abbiano a verificarsi incidenti e situazioni di disagio. La vostra via maestra sia sempre la giustizia, che rifiuta le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi". 

"Al centro dell'impresa ci sia l'uomo concreto"
"Al centro di ogni impresa vi sia l'uomo: non quello astratto, ideale, teorico, ma quello concreto, con i suoi sogni, le sue necessità, le sue speranze e le sue fatiche", ha detto il Papa. "Questa attenzione alla persona concreta comporta una serie di scelte importanti: significa dare a ciascuno il suo, strappando madri e padri di famiglia dall'angoscia di non poter dare un futuro e nemmeno un presente ai propri figli; significa saper dirigere, ma anche saper ascoltare, condividendo con umiltà e fiducia progetti e idee; significa fare in modo che il lavoro crei altro lavoro, la responsabilità crei altra responsabilità, la speranza crei altra speranza, soprattutto per le giovani generazioni, che oggi ne hanno più che mai bisogno".

"Da imprese più attenzione ai valori, no a consumismo" 
"Rafforzare l'attenzione ai valori che permettono una concreta alternativa al modello consumistico del profitto a tutti i costi", ha chiesto Papa Francesco agli imprenditori italiani. I valori, ha spiegato il Papa, "sono la spina dorsale dei progetti di formazione, di valorizzazione del territorio e di promozione delle relazioni sociali".

Squinzi: fede e impresa sono centrali in una società incerta
Fede e impresa: un binomio centrale in una società incerta. Lo sottolinea il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, nel suo intervento davanti al Papa. "Santità Lei ci ha fortemente sollecitati nell'Evangelii Gaudium ricordandoci che la crisi finanziaria che attraversiamo ci fa dimenticare che alla sua origine vi e' una profonda crisi antropologica: la negazione del primato dell'essere umano". Alla ricerca di questa nuova dimensione centrale dell'uomo, afferma Squinzi, "la fede, in una società incerta, è un elemento di straordinaria importanza e vitalità e punto di riferimento anche per chi non crede, come l'impresa e la libera iniziativa sono componenti centrali di una società capace di solidarietà di sostanza, a cui tutti dovrebbero appellarsi. Grazie di cuore da tutti noi per averci ascoltato".