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MONDO

Viaggio pastorale

Il Papa a Cipro: "I migranti cercano una vita migliore, condividiamo la speranza con loro"

Stamattina la messa nello stadio di Nicosia: "No al moralismo che giudica, servono cristiani illuminati che seminano luce nel buio". L'ultimo appuntamento del Pontefice è stato la preghiera ecumenica con i migranti. 50 quelli che da Cipro saranno trasferiti in Italia a spese della Santa Sede. Domani Francesco sarà in Grecia, tappa a Lesbo

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"C'è bisogno di cristiani  illuminati ma soprattutto luminosi, che tocchino con tenerezza le  cecità dei fratelli; che con gesti e parole di consolazione accendano  luci di speranza nel buio". Lo sottolinea il Papa celebrando la messa  nello stadio di Nicosia, a Cipro. "Cristiani - scandisce Francesco -  che seminino germogli di Vangelo nei campi aridi della quotidianità,  che portino carezze nelle solitudini della sofferenza e della  povertà". Bergoglio, nel corso dell'omelia, invita a rinnovare la fraternità:  "Cari fratelli e sorelle, dinanzi a ogni oscurità personale e alle sfide che abbiamo davanti nella Chiesa e nella società, siamo chiamati a rinnovare la fraternità. Se restiamo divisi tra di noi, se ciascuno  pensa solo a sé o al suo gruppo, se non ci stringiamo insieme, non  dialoghiamo, non camminiamo uniti, non possiamo guarire pienamente  dalle cecità. La guarigione viene quando portiamo insieme le ferite,  quando affrontiamo insieme i problemi, quando ci ascoltiamo e ci  parliamo. E la grazia di vivere in comunità, di capire il valore di  essere comunità. Lo chiedo per voi: possiate stare sempre insieme,  essere sempre uniti; andare avanti così e con gioia: fratelli  cristiani, figli dell'unico Padre. E lo chiedo anche per me". Il Papa invita la Chiesa a essere testimone credibile: "Non si tratta di proselitismo, ma di testimonianza; non di moralismo che  giudica, ma di misericordia che abbraccia; non di culto esteriore, ma  di amore vissuto. Vi incoraggio ad andare avanti su questa strada: come i due ciechi del Vangelo, rinnoviamo l'incontro con Gesù e  usciamo da noi stessi senza paura per testimoniarlo a quanti  incontriamo".

I migranti cercano una vita migliore, condividiamo la speranza con loro
"Qui a Cipro sto respirando un po’ di quell’atmosfera tipica della Terra Santa, dove l’antichità e la varietà delle tradizioni cristiane arricchiscono il pellegrino. Questo mi fa bene, e fa bene incontrare comunità di credenti che vivono il presente con speranza, aperti al futuro, e condividono questo orizzonte con i più bisognosi. Penso, in particolare, ai migranti in cerca di una vita migliore, con i quali trascorrerò il mio ultimo incontro su quest’isola, insieme ai fratelli e alle sorelle di varie confessioni cristiane", ha detto Francesco nei saluti finali dopo la messa.

La preghiera ecumenica con i migranti
L'ultimo appuntamento a Cipro è stato la preghiera ecumenica con i migranti nella chiesa di Santa Croce, sempre a Nicosia. L'indifferenza ai drammi "è una malattia grave, molto grave. E non c'è antibiotico a questa malattia", ha detto Papa Francesco, in un lungo passaggio a braccio, durante la preghiera, denunciando il dramma e le sofferenze dei rifugiati. "Quel che è peggio - ha osservato il Pontefice - e che ci stiamo abituando a ciò che succede".

Domani il Pontefice partirà per la Grecia, tappa a Lesbo tra i migranti.

50 immigrati da Cipro in Italia a spese della Santa Sede
Saranno 50 i rifugiati che, per iniziativa di papa Francesco, verranno trasferiti da Cipro in Italia e tutte le operazioni riguardanti il trasferimento, l'ospitalità in Italia e il percorso di integrazione saranno economicamente a carico della Santa Sede. A quanto si apprende da fonti ben informate, il primo gruppo di 12-15 per sonedovrebbe partire prima di Natale, gli altri seguiranno tragennaio e febbraio 2021. Dal punto di vista normativo, l'operazione viene definita un "ricollocamento per motivi umanitari". L'accompagnamento dei 50 rifugiati in Italia e ilpercorso di integrazione saranno curati dalla Comunità di Sant'Egidio. Tra le 50 persone attualmente ospitate a Cipro e che saranno trasferite in Italia, ve ne sono di nazionalità della Siria, del Congo, del Camerun e alcune dall'Iraq. Tra loro anche delle famiglie con bambini.

Intersos Grecia: "La visita del Papa a Lesbo ricorderà al mondo che ci sono persone che vivono senza dignità"
"La visita del Papa a Lesbo ricorderà al  mondo che ci sono bambini, donne e uomini chiusi nei campi senza  dignità e sicurezza''. Lo sottolinea Apostolos Veizis, direttore di  Intersos in Grecia, alla vigilia dell'arrivo sull'isola greca di  Francesco. ''In questi giorni le autorità hanno lavorato per il suo  arrivo e si sono visti diversi cambiamenti, vorremmo che venisse più  spesso così da non vedere i più i campi'', aggiunge. Nel campo cosiddetto Moria 2.0 vivono attualmente 2119 persone su un  totale sull'isola di Lesbo di 2340 abitanti. Questo insediamento è  stato allestito dopo l'incendio del grande campo di Moria il 9  settembre dello scorso anno. Da allora l'organizzazione umanitaria  Intersos ha avviato progetti sulla salute mentale e assistenza  psicosociale per le donne sole o con figli, spesso sopravvissute a  violenze o in stato di forte malessere fisico-mentale risultato dei  mesi o anni di permanenza nei campi, in condizioni di vita non  dignitose, e in costante attesa di un ricollocamento. Ci sono donne  sopravvissute a violenze domestiche, abusi sessuali, matrimoni precoci nei paesi di origine o durante il viaggio verso l'Europa, ma molte  raccontano anche al nostro team di aver subito abusi nel campo a  Lesbo.

"L'Europa deve porre fine alle politiche di  respingimento, contenimento e carceri e deve mostrare solidarietà alle persone in cerca di asilo. Non stiamo affrontando una crisi dei  rifugiati ma stiamo affrontando una crisi fatta di politiche e  mancanza di volontà politica'', afferma Veizis. Intersos, insieme ad altre organizzazioni presenti in Grecia ha  inviato una lettera al Papa: ''Vostra Santità verrete probabilmente  informato dalle competenti autorità greche sui nuovi Centri di  Accoglienza e Identificazione "chiusi e controllati" che si stanno  preparando su cinque isole dell'Egeo per l'accoglienza dei richiedenti asilo. Il primo è stato inaugurato a Samos, poi altri due a Kos e  Leros. Vorremmo condividere le nostre opinioni su questi. Crediamo che  la permanenza di questi esseri umani per molti mesi in luoghi di  isolamento, lontano dalle città e dalla popolazione locale, li privi  dei diritti fondamentali, non aiuti la loro integrazione e spesso crei loro problemi vitali, esistenziali e mentali''. ''Riteniamo che questi nuovi centri, finanziati esclusivamente dall'Unione Europea, debbano  essere completamente riformati e che cambi la filosofia che li ispira, al fine di garantire il rapporto vivo dei richiedenti asilo con le comunità locali e la loro normale integrazione in esse. Allo stesso  tempo, occorre compiere ogni possibile sforzo per assicurarsi che i  richiedenti asilo non perdano i loro diritti fondamentali, come l'accesso alla salute e all'istruzione. E, soprattutto, non perdano la loro libertà e dignità''.