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MONDO

Terrorismo

Papa Francesco: Maledetti coloro che operano per la guerra e le armi

"La guerra - ha denunciato il Papa - è proprio la scelta per le ricchezze: 'Facciamo armi, così l'economia si bilancia un po', e andiamo avanti con il nostro interesse'. C'è - ha ricordato il Pontefice - una parola brutta del Signore: 'Maledetti!'. Perché Lui ha detto: 'Benedetti gli operatori di pace!'

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"La guerra - ha denunciato il Papa - è proprio la scelta per le ricchezze: 'Facciamo armi, così l'economia si bilancia un po', e andiamo avanti con il nostro interesse'. C'è - ha ricordato il Pontefice - una parola brutta del Signore: 'Maledetti!'. Perché Lui ha detto: 'Benedetti gli operatori di pace!'. Questi che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti. Una guerra - ha sottolineato papa Francesco - si può giustificare, fra virgolette, con tante, tante ragioni. Ma quando tutto il mondo, come è oggi, è in guerra, tutto il mondo!: è una guerra mondiale - a pezzi: qui, là, là, dappertutto ? - non c'è giustificazione. Papa Bergoglio ha fatto questa riflessione sulla guerra nella omelia della messa del mattino a Santa Marta, di cui la Radiovaticana fornisce stralci.

"Il mondo è in guerra e Dio piange"
"Tutto il mondo", è stato il filo conduttore della riflessione, oggi "è in guerra", per la quale "non c'è giustificazione". E il rifiuto della "strada della pace" fa sì che Dio stesso, che Gesù stesso, piangano. Il Papa ha preso le mosse dal racconto del Vangelo in cui "Gesù si avvicina a Gerusalemme e - probabilmente da un punto sopraelevato che gliela offre alla vista - la osserva e piange, rivolgendo alla città queste parole: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi". Papa Francesco ha ripetuto una per una le stesse parole e ha aggiunto: "Ma anche oggi Gesù piange. Perché noi abbiamo preferito la strada delle guerre, la strada dell'odio, la strada delle inimicizie. Siamo vicini al Natale: ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi ? tutto truccato: il mondo continua a fare la guerra, a fare le guerre. Il mondo non ha compreso la strada della pace". Papa Bergoglio ha quindi ricordato le commemorazioni recenti sulla seconda guerra mondiale, le bombe di Hiroshima e Nagasaki, la sua visita a Redipuglia l'anno scorso per l'anniversario della Grande Guerra. "Stragi inutili", ha ripetuto, "dappertutto c'è la guerra, oggi, c'è l'odio", e poi ha dato voce a una domanda: "Cosa rimane di una guerra, di questa, che noi stiamo vivendo adesso?". "Cosa rimane? - si è chiesto il Pontefice - Rovine, migliaia di bambini senza educazione, tanti morti innocenti: tanti!, e tanti soldi nelle tasche dei trafficanti di armi. Una volta, Gesù ha detto: 'Non si può servire due padroni: o Dio, o le ricchezze'. La guerra è proprio la scelta per le ricchezze: 'Facciamo armi, così l'economia si bilancia un po', e andiamo avanti con il nostro interesse'. C'è una parola brutta del Signore: 'Maledetti!'. Perché Lui ha detto: 'Benedetti gli operatori di pace!'. Questi che operano la guerra, che fanno le guerre, sono maledetti, sono delinquenti. Una guerra si può giustificare - fra virgolette - con tante, tante ragioni. Ma quando tutto il mondo, come è oggi, è in guerra, tutto il mondo!: è una guerra mondiale - a pezzi: qui, là, là, dappertutto ? - non c'è giustificazione. E Dio piange. Gesù piange". "E mentre i trafficanti di armi fanno il loro lavoro - ha constatato amaramente papa Francesco - ci sono i poveri operatori di pace che soltanto per aiutare una persona, un'altra, un'altra, un'altra, danno la vita". Come fece "un'icona dei nostri tempi, Teresa di Calcutta". Contro la quale pure, ha osservato, "con il cinismo dei potenti, si potrebbe dire: 'Ma cosa ha fatto quella donna? Ha perso la sua vita aiutando la gente a morire?". Non si capisce la strada della pace?". "Ci farà bene anche a noi - ha rimarcato il Papa - chiedere la grazia del pianto, per questo mondo che non riconosce la strada della pace. Che vive per fare la guerra, con il cinismo di dire di non farla. Chiediamo la conversione del cuore. Proprio alla porta di questo Giubileo della Misericordia, che il nostro giubilo, la nostra gioia sia la grazia che il mondo ritrovi la capacità di piangere per i suoi crimini, per quello che fa con le guerre".