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MONDO

Ultimo giorno in Paraguay

Papa Francesco: "Solitudine è male che precede peccati, Chiesa è fraternità"

Nell'omelia della messa celebrata ad Asuncion, capitale del Paraguay, il Pontefice ha parlato della solitudine e dela fede: "Il cristiano è colui che ha imparato ad ospitare, ad accogliere"

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Il Papa in Paraguay, la messa (Ap)
Nonostante la pioggia e il fango, circa 700 mila persone hanno partecipato alla grande messa celebrata da Papa Francesco nella base militare di Nu Guazu, vicino all'aeroporto internazionale "Silvio Pettirossi" di Asuncion, dal quale il Pontefice ripartirà alle 19 di oggi (in Italia sarà l'una di notte e l'arrivo a Ciampino è previsto per le 13,45 di lunedì).

La pioggia caduta ieri sulla zona ha trasformato l'intera area dedicata all'incontro con il Papa in un'immensa distesa di fango, dove camminando si affonda per diversi centimetri, tanto che il previsto giro del Pontefice in jeep, prima del rito, per sautare i fedeli non si è potuto fare.

Nella sua omelia Francesco ha quindi dedicato un intero capoverso alla pioggia come benedizione del Signore: "La pioggia - ha detto - è segno della sua presenza nella terra lavorata dalle nostre mani. Una comunione che dà sempre frutto, dà sempre vita. Questa fiducia scaturisce dalla fede, sapere che possiamo contare sulla sua grazia, che sempre trasformerà e irrigherà la nostra terra. Il Signore - ha poi assicurato - ci darà la pioggia e la nostra terra darà il suo frutto".

Ma il tema principale affrontato dal Pontefice nell'omelia è stato la solitudine. "Tante volte ci dimentichiamo che c'è un male che precede i nostri peccati. C'è una radice che causa tanti ma tanti danni, che distrugge silenziosamente tante vite. C'è un male che, poco a poco, si fa un nido nel nostro cuore e mangia la nostra vitalità: la solitudine".

"Solitudine che può avere molte cause, molti motivi - ha continuato il Papa - Quanto distrugge la vita e quanto ci fa male! Ci separa dagli altri, da Dio, dalla comunità. Ci rinchiude in noi stessi. Perciò, quello che è proprio della Chiesa, di questa madre, non è principalmente gestire cose, progetti, ma imparare a vivere la fraternità con gli altri. È la fraternità accogliente la migliore testimonianza che Dio è Padre".

"Una cosa è certa: non possiamo obbligare nessuno a riceverci, ad ospitarci; è certo ed è parte della nostra povertà e della nostra libertà. Ma è altrettanto certo che nessuno può obbligarci a non essere accoglienti, ospitali verso la vita del nostro popolo. Nessuno può chiederci di non accogliere  - ha aggiunto - e abbracciare la vita dei nostri fratelli, soprattutto di quelli che hanno perso la speranza e il gusto di vivere".

"Com`è bello immaginare le nostre parrocchie - ha continuato il Pontefice -  luoghi dove ci sono i cristiani, come veri centri di incontro tra noi e Dio. La Chiesa è madre, come Maria. In lei abbiamo un modello. Accogliere, come Maria, che non ha dominato né si è impadronita della Parola di Dio, ma, al contrario, l`ha ospitata, l`ha portata in grembo e l`ha donata", ha detto il Papa.

Il Pontefice ha poi concluso:" Cari fratelli, vi chiedo, per favore, di pregare anche per me."So bene quanto si voglia bene al Papa in Paraguay. Anch`io - ha aggiunto - vi porto nel mio cuore e prego per voi e per il vostro Paese".