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ITALIA

Corpus Domini

Papa Francesco: aiutiamo chi ha fame, servono catene di solidarietà

È l’eucaristia il filo conduttore dell’omelia di Papa Francesco nella messa del Corpus Domini. È la potenza dell’eucaristia che accende il desiderio di servire chi ha bisogno e ha gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività. All'Angelus appello per i migranti e perché cessino le violenze in Libia

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In questa crisi "serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà". Sono le parole di Francesco nell'omelia della messa del Corpus Domini. Messa che si celebra nella basilica vaticana. A seguirla 50 fedeli che hanno rispettato le norme anti-contagio.
 
"L'eucaristia - ha detto ancora il Papa- spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. E’ urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto", "non lasciamo solo chi ci sta vicino".
 
La memoria guarita dall'eucarestia
Dio guarisce chi ha subito "delusioni cocenti", "guarisce la nostra memoria ferita”, "guarisce anzitutto la nostra memoria orfana", "noi viviamo un'epoca di tanta orfanezza".  "Tanti hanno la memoria segnata da mancanze di affetto e da delusioni cocenti, ricevute da chi avrebbe dovuto dare amore e invece ha reso orfano il cuore. Si vorrebbe tornare indietro e cambiare il passato, ma non si può. Dio, però - ha sottolineato Papa Francesco -, può guarire queste ferite, immettendo nella nostra memoria un amore più grande: il suo"
 
Il Signore – ricorda Francesco - sa che il male e i peccati non sono la nostra identità; sono malattie, infezioni. E viene a curarle con l'Eucaristia, che contiene gli anticorpi per la nostra memoria malata di negatività".  "Con Gesù possiamo immunizzarci dalla tristezza", ha sottolineato il Pontefice. "Sempre avremo davanti agli occhi le nostre cadute, le fatiche, i problemi a casa e al lavoro, i sogni non realizzati. Ma il loro peso non ci schiaccerà perché, più in profondità, c'è Gesù che ci incoraggia con il  suo amore".

La situazione in Libia e i migranti
Durante l’angelus il Papa ha rivolto un appello per la situazione in Libia e sui migranti. "Seguo con apprensione e anche con dolore la drammatica situazione in Libia" ed "esorto gli organismi internazionali e quanti hanno responsabilità politiche e militari a rilanciare con convinzione e risolutezza la ricerca di un cammino verso la cessazione delle violenze". Sui migranti: "Invito la comunità internazionale a prendere a cuore la loro condizione", "c'è crudeltà", "tutti abbiamo responsabilità".

Il Papa auspica per la Libia "un cammino verso la cessazione delle violenze che porti alla pace, alla stabilità e all'unità del Paese". "Per favore",ha ripetuto più volte all'Angelus facendo appello alla comunità internazionale.  "Prego anche per le migliaia di migranti, rifugiati,richiedenti asilo e sfollati interni in Libia. La situazione sanitaria - ha sottolineato il pontefice - ha aggravato le loro già precarie condizioni, rendendoli più vulnerabili da forme di sfruttamento e violenza. C'è crudeltà. Invito la comunità internazionale, per favore - ha ripetuto il Papa - a prendere a cuore la loro condizione, individuando percorsi e fornendo mezzi per assicurare ad essi la protezione di cui hanno bisogno, una condizione dignitosa e un futuro di speranza". "Fratelli e sorelle di questo tutti abbiamo responsabilità, nessuno si può sentire dispensato". E ha concluso: "Preghiamo per la Libia in silenzio, tutti".

Donare il sangue atto semplice e importante
Oggi ricorre la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue. "E' un'occasione per stimolare la società  a essere solidale e sensibile a quanti hanno bisogno. Saluto i volontari presenti ed esprimo il mio apprezzamento a tutti coloro che compiono questo atto semplice ma molto importante di aiuto al prossimo. Donare il sangue".