Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Papa-Francesco-in-Cipro-e-Grecia-1d68c48d-c63d-4a56-ab74-1481f3c50d31.html | rainews/live/ | true
MONDO

Da domani fino al 6 dicembre

La visita di Papa Francesco a Cipro e in Grecia

Bergoglio sulle orme dei missionari Paolo e Barnaba, sorgenti di fraternità e umanità

Condividi
C’è grande attesa tra i fedeli greci e ciprioti per l’arrivo di Papa Francesco. Il pontefice sarà in visita dal 2 al 6 dicembre prima in Cipro poi in Grecia, due Stati bagnati dal Mediterraneo che ultimamente sono stati teatro di contese geopolitiche con i Paesi confinanti e per la spinosa e ancora irrisolta questione dell’immigrazione. “Consolaci nella fede” è il filo rosso di questa nuova impresa, una sfida della speranza e del dialogo, per risvegliare anime e coscienze dei governanti.

Nella terra di San Barnaba e di San Paolo - quest’ultimo l’apostolo delle genti - e ponte tra Oriente e Occidente a maggioranza ortodossa, il viaggio sarà all’insegna del dialogo ecumenico e fraterno, per la cura del piccolo gregge e l’accoglienza degli ultimi, gli immigrati, confermare nella fede, confortare e incoraggiare le comunità locali.

Durante la prima tappa a Cipro, in particolare Papa Francesco incontrerà la comunità cattolica di rito latino-maronita, composta da circa 25 mila fedeli, in parte cristiani di origini straniere. I rapporti con gli ortodossi sono abbastanza buoni al punto che il presidente attuale di Cipro donerà un appezzamento di terra per la costruzione della prima Nunziatura proprio all’ingresso di Nicosia, capitale europea divisa da una cinta muraria in due zone, quella meridionale, e quella settentrionale divenuta capitale dell'autoproclamato governo della Repubblica Turca di Cipro Nord.

Ma la situazione dei cattolici nel Cipro del Nord non è positiva. Circa sei mila maroniti sono stati espulsi dai loro villaggi, smarriti non solo dal punto di vista geografico ma anche esistenziale, luogo dove non è rimasto nessun sacerdote cattolico. Dal 1974 l’esercito Turco ha occupato il 37% del territorio Nord dell’isola, schierando più di 40 mila soldati sul confine.

Questo 35° viaggio internazionale di Francesco sarà segnato, pertanto, da tematiche molto vaste, compresa la ferita della Cipro divisa, la cui speranza di riunificazione non sarà ignorata dal Papa. Inoltre la scoperta di nuovi giacimenti di gas e petrolio davanti alle coste cipriote e i forti legami economici che avrà con Israele, sono diventati motivo di preoccupazione per la Turchia che ha reso ancora più tesi i rapporti con l’isola. Sabato 4 dicembre Francesco arriverà in Grecia; ad Atene la seppur piccola comunità composta prevalentemente da cattolici bizantini, immigrati dell’Ucraina di rito orientale-cattolico, caldei, iracheni e siriani, è già pronta ad accogliere il vescovo di Roma.

La Grecia ha quattro diocesi di rito latino e due esarcati, orientale e bizantino, tutti legati a Roma. La visita ecumenica, all’insegna della fraternità, rinsalderà il forte legame tra chiesa cattolica ed ortodossa, basato su una carità concreta e fraterna che si mette al servizio del prossimo. Sono poi le periferie ad interessare Francesco; visiterà per la seconda volta il campo profughi dell’Isola di Lesbo, oramai al collasso e minacciato ogni giorno dai nuovi arrivi. Estremamente toccante, sarà l’incontro previsto con i profughi e i rifugiati provenienti da terre segnate dai conflitti del Medio Oriente. Con un messaggio trasversale, che va verso l’Europa e il mondo intero, dove ancora si costruiscono i “muri” dell’indifferenza, il Papa ci invita, dopo la pandemia, a camminare tutti insieme, ricordandoci che “nessuno si può salvare da solo”.