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MONDO

All'insegna dell'inclusione

Papa Francesco, le parole di un anno di pontificato

Un'antologia di alcune delle frasi più significative del Pontefice, frasi che hanno riaperto la speranza per molti cristiani e anche per i non credenti, e che hanno rinnovato per molti l'immagine della Chiesa

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Tenerezza
"Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza: il prendersi cura chiede bontà" (Prima omelia del Papa nella messa di intronizzazione)

I poveri
"Ah, come vorrei una Chiesa povera e per i poveri!"


Ai sacerdoti
"Alcuni sacerdoti finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore”, questo io vi chiedo: siate pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello" (Omelia per la domenica delle Palme, il 24 marzo 2013)

Ai giovani
"Sentite bene, giovani: andare controcorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare controcorrente e Lui ci dà questo coraggio!" (Omelia in occasione della Messa di cresima il 28 aprile 2013)

Verso gli altri
"Noi non possiamo diventare cristiani inamidati, quei cristiani troppo educati, che parlano di cose teologiche mentre prendono il tè, tranquilli. No! Noi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi e andare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo" (Veglia di Pentecoste 18 maggio 2013)

"Un cristiano se non è rivoluzionario in questo tempo non è cristiano!" (Discorso in aula Paolo VI, 17 giugno 2013)

"Ma che cosa succede se uno esce da se stesso? Può succedere quello che può capitare a tutti quelli che escono di casa e vanno per la strada: un incidente. Ma io vi dico: preferisco mille volte una Chiesa incidentata, incorsa in un incidente, che una Chiesa ammalata per chiusura!" (Veglia di Pentecoste 18 maggio 2013)

A Lampedusa, sulla tratta dei migranti
"La globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere (...) Chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle, ti chiediamo Padre perdono per chi si è accomodato e si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi" (Il Papa a Lampedusa, l'8 luglio del 2013)

Parole come pietre
"Anche le parole possono uccidere. Non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare sui di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia" (Omelia del 16 febbraio 2014)

Sulla corruzione
"Noi dobbiamo dirci peccatori, sì, tutti, qui, eh! , tutti lo siamo. Corrotti, no. Il corrotto è fisso in uno stato di sufficienza, non sa cosa sia l’umiltà. Gesù, a questi corrotti, diceva: ‘La bellezza di essere sepolcri imbiancati’, che appaiono belli, all’esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine (...) Chi corre dietro al nulla diventa nullità" (Omelia dell'11 novembre 2013 a Santa Marta) 

La doppia vita
"La doppia vita di un cristiano fa tanto male, tanto male. ‘Ma, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’. Ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri" (Omelia dell'11 novembre 2013 a Santa Marta) 

La pace
"Mai più la guerra (...) La violenza, la guerra parlano il linguaggio della morte. (...) Con particolare fermezza condanno l'uso delle armi chimiche. Quanta sofferenza, quanta devastazione - ha affermato - ha portato e porta l'uso delle armi in quel martoriato paese, specialmente nella popolazione civile e inerme" (Omelia del 1 settembre 2013)

Dalla parte degli ultimi
"Se una persona è gay e cerca il Signore, e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?"