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MONDO

Penultima giornata del suo 35esimo viaggio

Papa Francesco a Lesbo, l'incontro con i rifugiati: "Fermiamo naufragio di civiltà"

Il Papa è tornato nell'isola dopo 5 anni. E nel campo di Mytilene si è fermato ad ascoltare le storie e le invocazioni di alcuni dei rifugiati, delle provenienze più diverse, dall'Asia, al Medio Oriente, all'Africa. "Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa" ha detto il pontefice nel suo discorso

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Nella penultima giornata del suo viaggio a Cipro e in Grecia, papa Francesco oggi visita i rifugiati fermi nell'isola di Lesbo.Il Pontefice si è recato nel 'Reception and Identification Centre' in località Mavrovouni, l'area attrezzata per l'accoglienza dei rifugiati a Mytilene, capoluogo dell'isola.

Il Papa si è diretto a piedi verso il luogo della cerimonia intrattenendosi lungo il tragitto con i profughi in sua attesa, accarezzando in particolare i tanti bambini, spesso molto piccoli, stringendo mani, dispensando sorrisi, saluti e parole di conforto e incoraggiamento.  Il pontefice si è fermato anche ad ascoltare le storie e le invocazioni di alcuni dei rifugiati, delle provenienze più diverse, dall'Asia, al Medio Oriente, all'Africa.   Al termine della cerimonia ufficiale, presenti anche la presidente della Repubblica Ekaterini Sakellaropoulou e l'ordinario della diocesi, arcivescovo Josif Printezis, Francesco si fermerà ancora con alcuni rifugiati e visiterà le loro abitazioni.   Circa 200, anche qui con diversi bambini, quelli che lo attendono nel luogo dell'incontro, tutti dotati di cuffiette perla traduzione simultanea delle sue parole.

"Sono qui per guardarvi negli occhi"
"Sono nuovamente qui per incontrarvi. Sono qui per dirvi che vi sono vicino, ma dirlo col cuore. Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno vistoviolenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime". Così papa Francesco si è rivolto ai rifugiati. "Il patriarca ecumenico e caro fratello Bartolomeo - ha proseguito -, cinque anni fa su quest'isola, disse una cosa che mi colpì: 'Chi ha paura di voi non vi ha guardato negli occhi. Chi ha paura di voi non ha visto i vostri volti. Chi ha paura di voi non vede i vostri figli. Dimentica che la dignità e la libertà trascendono paura e divisione. Dimentica che la migrazione non è un problema del Medio Oriente e dell'Africa settentrionale, dell'Europa e della Grecia. È un problema del mondo'. I vostri volti, i vostro occhi ci chiedono di non girarci dall'altra parte, di non rinnegare l'umanità che ci accomuna, di fare nostre le vostre storie e di non dimenticare i vostri drammi", ha ribadito papa Bergoglio.   "Soprattutto, se vogliamo ripartire, guardiamo i volti dei bambini", ha quindi aggiungo. "Troviamo il coraggio di vergognarci davanti a loro, che sono innocenti e sono il futuro- ha concluso -. Interpellano le nostre coscienze e ci chiedono: 'Quale mondo volete darci?' "

"Lasciando migranti in balia del mare si offende Dio"
"Disprezzando l'uomo creato a sua immagine, lasciandolo in balia delle onde, nello sciabordio dell'indifferenza, talvolta giustificata persino in nome di presunti valori cristiani, si offende Dio" ha detto papa Francesco durante la sua visita al campo profughi di Lesbo.   "La fede ci chiede invece compassione e misericordia. E sorta all'ospitalità, a quella 'filoxenia' che ha permeato la cultura classica", ha proseguito: "non è ideologia religiosa, sono'radici cristiane concrete'. Gesù afferma solennemente di essere lì, nel forestiero, nel rifugiato, in chi è nudo e affamato. E il programma cristiano è trovarsi dove sta Gesù".

"Fermiamo questo naufragio di civiltà"
"Il Mediterraneo, che per millenni ha unito popoli diversi e terre distanti, sta diventando un freddo cimitero senza lapidi. Questo grande bacino d’acqua, culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte. Non lasciamo che il mare nostrum si tramuti in un desolante mare mortuum, che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro! Non permettiamo che questo 'mare dei ricordi' si trasformi nel 'mare della dimenticanza'. Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!" ha esortato Papa Francesco.

Poi il pontefice ha rivolto un ringraziamento al popolo greco: "Non vorrei concludere questo messaggio senza ringraziare il popolo greco per l'accoglienza. E tante volte questa accoglienza che diviene un problema, perché la gente non trova vie concrete per andare altrove. Grazie fratelli e sorelle greche per questa generosità". Così Papa Francesco concludendo a braccio il suo discorso nel campo profughi a Lesbo.

Il Papa è tornato a Lesbo dopo 5 anni. Nel 2016 con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e il Primate ortodosso greco Ieronymos visitò il campo profughi di Moria, firmando una Dichiarazione congiunta con un accorato appello per i rifugiati, i migranti e i richiedenti asilo, impegnandosi anche a "promuovere la piena unità di tutti i cristiani". Un auspicio per una maggiore collaborazione tra le due Chiese, soprattutto nel servizio della carità. Il Pontefice all'aeroporto di Mytilene è stato accolto dalla presidente della Repubblica ellenica, Ekaterini Sakellaropoulou, e dall'ordinario della diocesi, arcivescovo Josif Printezis. 

Il centro è l’area attrezzata per l’accoglienza dei rifugiati e sostituisce il centro di Mória, che è stato il più grande campo profughi d'Europa fino al settembre 2020, quando è stato distrutto da un incendio. La nuova area viene chiamata spesso dai greci  'Mória 2.0' ed accoglie migliaia di persone.Rientrato ad Atene. Molti rifugiati sono stati ricollocati o trasferiti in altre isole dell'Egeo. Nel campo di Mytilene ve ne sono oggi alcune migliaia, con numeri che oscillano tra i 2.000-2.500 e gli oltre 4.000-4.200. Secondo la Caritas, attualmente nelle baracche, tendoni e container risiedono 2.200 persone.