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MONDO

Le parole del pontefice

Papa: "Inferno per corrotti, schiavisti e fabbricanti d'armi"

Sono le parole di papa Francesco all'Udienza Generale sul settimo dono dello Spirito Santo, che è appunto il timore di Dio. Poi l'appello: "Tutti contro il lavoro minorile"

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Papa Francesco
"Il timore di Dio è anche un allarme di fronte alla pertinacia del peccato: nessuno porta con sé dall'altra parte soldi, potere, vanità e orgoglio. Penso alle persone che hanno responsabilità sugli altri e si lasciano corrompere; penso a coloro che vivono della tratta delle persone e del lavoro schiavo, penso ai fabbricanti di armi che sono mercanti di morte. Ce ne sono qui? No. Nessuno, nessuno di questi è qui, non vengono a sentire la parola di Dio". Sono le parole di Papa Francesco all'Udienza Generale sul settimo dono dello Spirito Santo, che è appunto il timore di Dio.

Sulla corruzione
"Un giorno - ha ricordato Bergoglio - tutto finisce e nessuno può portarsi dall'altra parte il frutto della sua corruzione".

Per una finanza etica
Il Papa ha sottolineato anche la necessità di etica nella finanza, ha ricordato il cardinale Agostino Casaroli ("Brav'uomo questo Casaroli") ed ha salutato gli operai Fiat di Pomigliano, che gli ragalano una Panda, a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro.

"Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. Sono lieto di accoglierei partecipanti al Congresso su etica e finanza presso l'Augustinianum: davvero le finanze hanno bisogno di etica oggi", ha detto il Papa. Bergoglio ha poi salutato i partecipanti al seminario promosso dal pontificio consiglio per la Famiglia, "i fedeli di Castel San Giovanni, che ricordano il centenario della nascita del Card. Agostino Casaroli: brav'uomo questo Casaroli!", e poi "il pellegrinaggio dei detenuti lungo la Via Francigena e quello dei ciclisti dell`Associazione 'Mi so tuto' sulle strade di San Francesco".

Il saluto agli operai Fiat di Pomigliano
Il Papa ha poi salutato "gli operai dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco". I quali, in una lettera firmata da tutti loro nell'ottobre scorso, sottolineavano di aver "appreso con gioia" che il Papa aveva utilizzato una Panda per i suoi spostamenti ad Assisi, esprimendo poi il desiderio di regalare al pontefice una Panda, "sicuri, in questo, si offrirle una vettura sicura, funzionale, accessibile a tutti, frutto del lavoro di tante donne e uomini italiani che credono in ciò che costruiamo, ed ogni giorno fanno il tifo per lei".