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ITALIA

Il "vescovo scomodo" morto venticinque anni fa

Il Papa in Puglia in visita nei luoghi di don Tonino Bello

Il Pontefice ha pregato sulla tomba del sacerdote per poi parlare davanti a 20 mila fedeli, invitandoli a "non cedere alla tentazione di accodarsi ai potenti di turno". In 40 mila per la messa al porto di Molfetta

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È in corso la visita di Papa Francesco in Puglia. Il Pontefice, partito alle 7.30 da Ciampino, è atterrato dopo circa un’ora all’aeroporto di Galatina per poi dirigersi verso il cimitero di Alessano, cittadina del Salento dove è sepolto don Tonino Bello, il “vescovo scomodo” morto venticique anni fa, il 20 aprile 1993, a causa di un male incurabile, e del quale è in corso il processo di beatificazione.

Bergoglio, accolto da monsignor Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca e dal sindaco Francesca Torsello, si è raccolto per alcuni minuti in preghiera sulla tomba del sacerdote, che venne nominato vescovo nel 1982 da Giovanni Paolo II e fu presidente di Pax Christi, impegnandosi molto per la pace nei Balcani e in Medio Oriente. Poi Papa Francesco si è fermato anche davanti la tomba della madre di don Tonino.

Uscito dal cimitero, è salito su una piccola “Papamobile” elettrica per recarsi nel piazzale antistante, dove è stato acclamato da oltre ventimila persone, che lo hanno accolto calorosamente con applausi, ovazioni e sventolio di bandiere.



Il discorso del Papa
"Capire i poveri era per lui vera ricchezza. Aveva ragione, perchè i poveri sono realmente la ricchezza della Chiesa. Ricordacelo ancora, don Tonino, di fronte alla tentazione ricorrente di accodarci dietro ai potenti di turno, di ricercare privilegi, di adagiarci in una vita comoda" - ha detto il Pontefice parlando davanti ai fedeli - Il Vangelo chiama a una vita spesso scomoda, perchè chi segue Gesù ama i poveri e gli umili. Don Tonino aveva una salutare allergia verso i titoli e gli onori che si esprimeva nel suo coraggio di liberarsi di quel che può ricordare i segni del potere per dare spazio al potere dei segni". 

Bergoglio ha poi aggiunto: "Se la guerra genera guerra, anche la povertà genera guerra. La pace, perciò, si costruisce a cominciare dalle case, dalle strade, dalle botteghe, là dove artigianalmente si plasma la comunione. Questa vocazione di pace appartiene alla vostra terra, a questa meravigliosa terra di frontiera che don Tonino chiamava "terra-finestra". Siete una finestra aperta da cui osservare tutte le povertà che incombono sulla storia, ma siete soprattutto una finestra di speranza perchè il Mediterraneo, storico bacino di civiltà, non sia mai un arco di guerra teso, ma un'arca di pace accogliente".

L'omelia a Molfetta: "Chiamati a essere costruttori di pace"
La visita di Bergoglio è proseguita a Molfetta, dove almeno 40 mila fedeli lo hanno atteso per assistere alla celebrazione della messa nell'area portuale. "Don Tonino ha vissuto così: tra voi è stato un Vescovo-servo, un Pastore fattosi popolo, che davanti al Tabernacolo imparava a farsi mangiare dalla gente - ha detto il Papa durante l'omelia -  Lui sosteneva che la pace non viene quando uno si prende solo il suo pane e va a mangiarselo per conto suo.

La pace è qualche cosa di più: è convivialità, mangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi, mettersi a tavola tra persone diverse, dove l'altro è un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare. I conflitti e tutte le guerre trovano la loro radice nella dissolvenza dei volti - ha poi aggiunto - E noi, che condividiamo questo Pane di unità a pace, siamo chiamati ad amare ogni volto, a ricucire ogni strappo: ad essere, sempre e dovunque, costruttori di pace".