Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Pass-vaccinale-Garante-Cosi-non-va-bene-privacy-a-rischio-85e0d828-1a18-4d66-bd9e-9c29d5972b97.html | rainews/live/ | true
Coronavirus

Molti rischi per dati sensibili

Pass vaccinale. Garante: "Così non va bene, privacy a rischio"

"La norma va modificata, non circoscrive sufficientemente l'ambito di utilizzo del pass", sostiene il Garante della Privacy che ha aperto un'istruttoria sul CoronaPass della Provincia autonoma di Bolzano

Condividi
"La norma del governo che istituisce il pass vaccinale non è chiara e non tutela la privacy dei cittadini. Va modificata". Lo ha detto il Garante per la protezione dei dati personali Pasquale Stanzione in un'intervista a La Stampa. "Così com'è, la norma non circoscrive sufficientemente l'ambito di utilizzo dei pass, con il rischio di interpretazioni, magari in buona fede, che però abbiano l'effetto di estenderne indebitamente il perimetro", ha spiegato. Nella norma è assente una chiara definizione dei protagonisti del trattamento (titolare e responsabile in particolare) necessaria invece per l'esercizio, da parte degli interessati, dei diritti loro riconosciuti dalla disciplina privacy.

Secondo il Garante altro punto debole è la previsione di due modelli diversi di pass a seconda che si tratti di tampone negativo/guarigione o, invece, da vaccino: andrebbe sostituita dall'indicazione della sola scadenza temporale del certificato. Mancano infine garanzie adeguate alla natura dei dati trattati, che sono sensibili". Il sistema attualmente proposto, soprattutto nella fase transitoria, rischia di contenere dati inesatti o non aggiornati con gravi effetti sulla libertà di spostamento individuale. Non sono, infine, previsti tempi di conservazione dei dati né misure adeguate per garantire la loro integrità e riservatezza. Il risultato finale potrebbe essere quello di complicare, anziché "agevolare l'azione di contrasto della pandemia". 

Il presidente Stanzione respinge l'idea che con il suo intervento si metta a rischio la funzionalità del pass: "La funzionalità del pass - precisa - rischia di essere pregiudicata non già dalle richieste di modifica del Garante, ma dalle lacune della norma che auspico possano essere colmate, almeno in sede di conversione del decreto legge".

​L’Autorità aveva già inviato un avvertimento formale al Governo, nel quale aveva precisato, che il cosiddetto “decreto riaperture” non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali.

Infine, un messaggio al Parlamento Ue che sta lavorando sul certificato verde digitale per muoversi all'interno dell'Europa, purché nel rispetto della privacy: "Come abbiamo riferito in Senato - spiega Stanzione -, il draft di regolamento, pur con qualche modifica che il Garante europeo per la privacy e il Board hanno richiesto, sottende un equilibrio ponderato tra privacy, esigenze sanitarie e libertà di circolazione, in quanto contempla garanzie adeguate per evitare trattamenti indebiti dei dati e, tramite essi, discriminazioni nei confronti di quanti non vogliano o non possano vaccinarsi". 

Pass vaccinale di Bolzano
Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un'istruttoria per verificare la liceità del progetto locale di "certificazione verde" Covid, avviato dalla Provincia autonoma di Bolzano. Lo spiega in una nota in cui sostiene che ''nella comunicazione trasmessa alla Provincia autonoma di Bolzano, il Garante segnala che si riserva ogni valutazione in ordine all'adozione di provvedimenti finalizzati a imporre una limitazione provvisoria o definitiva del trattamento dei dati previsto nel progetto di certificazione verde locale, incluso il divieto di trattamento''.

Nella nota si legge anche che ''in base alle dichiarazioni pubbliche rilasciate dall'ente provinciale e al testo di una specifica ordinanza adottata dal suo Presidente, verosimilmente già dal 26 aprile solo i possessori del cosiddetto "CoronaPass Alto Adige" possono accedere a determinate strutture ricettive, luoghi ricreativi e di formazione, nonché partecipare ad altre attività, come eventi e pratiche sportive. Il pass viene rilasciato solamente alle persone che hanno completato il ciclo di vaccinazione, a chi è guarito dal Covid o ha da poco eseguito un test negativo. Come già segnalato al Governo - continua l'Autorità - in relazione al progetto nazionale di certificazione verde introdotto con il decreto "Riaperture", il Garante ribadisce che i trattamenti dei dati personali connessi all'avvio di iniziative che limitano fortemente i diritti e le libertà delle persone può avvenire solo nel quadro di un'idonea base giuridica a seguito di una valutazione dei rischi e con l'adozione di adeguate misure a tutela degli interessati''.