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MONDO

Le tappe della vicenda

Patrick Zaki, 22 mesi in un carcere egiziano

La storia giudiziaria dello studente dell'Università di Bologna inizia nei primi mesi del 2020, prima che il mondo conoscesse la pandemia. Mesi di attese e di rinvii

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Ventidue mesi in carcere in Egitto, con continui rinnovi della custodia cautelare. Poi la decisione del Tribunale per reati minori della sicurezza dello stato di emergenza della seconda divisione di al-Mansoura, che oggi ha disposto il rilascio di Patrick Zaki. L'udienza è durata solo quattro minuti. Lo studente dell'Università Alma Mater di Bologna è stato portato dietro le sbarre nel famigerato carcere di Tora il 7 febbraio del 2020, dopo essere stato arrestato all'aeroporto del Cairo. Era tornato in Egitto per far visita alla famiglia, un periodo di vacanza che si è trasformato in un incubo. 

Solo di recente è stato trasferito nel carcere di al-Mansoura, città dove Zaki è nato il 16 giugno del 1991. 

I capi d'accusa menzionati nel mandato di arresto sono minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di notizie false, propaganda per il terrorismo. In  particolare, il ricercatore egiziano avrebbe compiuto propaganda sovversiva attraverso alcuni post pubblicati su Facebook. Il rinvio a giudizio è avvenuto invece per "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese" sulla base di tre articoli scritti da Zaki.

Tra i testi messi sotto accusa ne spicca uno, scritto nel 2019 sui cristiani copti in Egitto perseguitati dallo Stato Islamico, l'Isis, e  discriminati da alcuni elementi della società musulmana. Lo stesso Zaki appartiene alla comunità copta egiziana. In questi mesi si sono susseguite le udienze in cui ogni volta è stata rinnovata per 15 o 45  giorni la detenzione preventiva di Zaki, nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo italiano, di politici, attivisti e associazioni.

7 FEBBRAIO 2020 - Patrick atterra al Cairo intorno alle 4.30 di notte per quella che doveva essere una breve vacanza in famiglia prima di tornare a Bologna e proseguire gli studi nel master europeo 'Gemma'. In aeroporto viene fermato e, secondo le denunce di attivisti e legali, sottoposto a torture durante un interrogatorio su questioni legate al suo lavoro e al suo attivismo per i diritti Lgbt.   

8 FEBBRAIO - È il giorno della formalizzazione dell'arresto in Egitto. Il ricercatore compare a Mansura, sua città natale, in stato di arresto per un mandato di cattura emesso nel 2019. Per lui 15 giorni di custodia cautelare. Da una petizione su Change.org inizia la mobilitazione internazionale per chiederne la liberazione. Tra le accuse formalizzate: istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo, gestione di un account social che punta a minare la sicurezza pubblica.   

9 FEBBRAIO - 'Libertà per Patrick', flash-mob in piazza Maggiore a Bologna. L'Università di Bologna costituisce un gruppo di crisi. La Farnesina monitora.   

12 FEBBRAIO - Si muove l'Europa. Sassoli chiede che Zaki sia rilasciato subito. Intervengono i genitori di Giulio Regeni: "I governi ne tutelino l'incolumità".   

14 FEBBRAIO - Il Cairo reagisce. Il Parlamento egiziano assicura che Zaki "ha pieni diritti" e bolla quella di Sassoli come una "inaccettabile ingerenza".   

17 FEBBRAIO - Al Corteo di Bologna partecipano 5 mila persone.   

22 FEBBRAIO - È il primo rinnovo di 15 giorni di custodia cautelare. Zaki in aula si difende: "Non ho mai scritto i post per i quali mi accusate".   

2 MARZO - Patrick si fa sentire dal carcere: "Sto bene ma ridatemi i miei libri".   

5 MARZO - Zaki viene trasferito al carcere di Tora al Cairo.   

23 MARZO - La famiglia lancia un appello: "Soffre d'asma ed è a rischio per il coronavirus". Cominciano anche i rinvii delle udienze, "causa Covid-19". Le visite per la pandemia sono interrotte dal 7 marzo.   

16 GIUGNO - Patrick trascorre in carcere il suo 29esimo compleanno.   

13 LUGLIO - Il Tribunale egiziano dispone il rinnovo della custodia cautelare, stavolta per 45 giorni.   

29 AGOSTO - Patrick riceve la prima visita in carcere dopo 5 mesi e mezzo.   

2 DICEMBRE - Nella mobilitazione internazionale irrompe un video dell'attrice di Hollywood Scarlett Johansson che chiede libertà per Zaki.   

21 DICEMBRE - Lo sfogo di Patrick in prigione: "Sono esausto fisicamente e depresso".   

11 GENNAIO 2021 - Patrick George Zaki diventa cittadino onorario di Bologna.   

1 FEBBRAIO - L'ennesima doccia fredda: altri 45 giorni di custodia cautelare.   

5 FEBBRAIO - Il sogno della cittadinanza italiana: è l'appello lanciato da una petizione online di cittadini e studenti, cui si unisce la famiglia di Patrick.   

7 FEBBRAIO - Patrick da un anno esatto in cella lancia un appello agli amici e agli attivisti: "Lottate per me".   

5 APRILE - "Zaki sta male", i legali chiedono il cambio dei giudici, che viene però negato.   

14 APRILE - Sì del Senato alla richiesta al governo per la cittadinanza italiana. In aula c'è anche Liliana Segre.   

16 GIUGNO - Incubo senza fine, un altro compleanno in carcere.   

13 SETTEMBRE - Dopo 19 mesi di custodia arriva il rinvio a giudizio. Zaki va a processo per un articolo sui copti perseguitati in Egitto. Resta in carcere e una nuova udienza è fissata per il 7 dicembre 2021.   

16 SETTEMBRE - I compagni del master di Patrick si laureano a Bologna. Alla cerimonia compare la sagoma di Zaki.   

7 DICEMBRE - Il tribunale di Mansoura ordina la scarcerazione di Patrick ma non lo assolve dalle accuse che gli sono contestate. La prossima udienza del processo viene fissata al primo febbraio 2022.