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POLITICA

Formalizzazione in vista del Congresso

Pd, Martina: "Concluso il mandato, mi dimetto da segretario"

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Maurizio Martina si dimette da segretario del Pd. "Caro Presidente - si legge nella lettera inviata all'Ufficio di Presidenza dell'assemblea nazionale del Pd - dopo il nostro Forum nazionale tenuto a Milano il 27 e 28 ottobre scorsi ritengo assolto il mandato affidatomi dall'Assemblea nazionale il 7 luglio scorso quando, eleggendomi, indicava per la mia Segreteria una serie di obiettivi utili alla ripartenza del Pd dopo la sconfitta elettorale di marzo. Faccio quindi seguito agli impegni presi, dimettendomi dall'incarico di segretario e chiedendoti di poter convocare a breve l'Assemblea stessa per gli adempimenti conseguenti. Fino a quel momento garantirò ovviamente per la mia parte un ordinato lavoro di tenuta in attesa delle nuove deliberazioni".

"Siamo somma e non divisione è il messaggio di questi mesi"
"Colgo l'occasione per ringraziare la presidenza e tutti i componenti dell'Assemblea nazionale per la collaborazione e l'impegno garantito in questa fase molto particolare della vita del nostro partito- continua Martina nella lettera-. Mi piace ricordare uno dei messaggi piu' forti incontrati in questi mesi di lavoro intenso e appassionato: noi siamo somma, non divisione. Lo dobbiamo alle donne e agli uomini del Partito Democratico e lo dobbiamo all'Italia".

Martina lascia ma la data certa del Congresso ancora non c'è
Con le dimissioni di Maurizio Martina ha preso il via formalmente la stagione del Congresso Pd. Ma, nonostante questo, il timing congressuale ancora non scorre liscio e una data precisa per le primarie ancora non c'è. L'Assemblea in cui il segretario uscente dovrà presentarsi dimissionario, per esempio. La convocazione per l'11 novembre appariva scontata, ora poterebbe slittare al 17. Ci sono difficoltà a reperire una sala libera da 1000 persone almeno. Molti teatri sono impegnati, sarebbe disponibile la Nuvola ma costa troppo. Dopo l'Assemblea, ci vorrà una doppia Direzione (ma si potrebbe comprimere a una sola convocazione) per eleggere la Commissione Congresso e poi approvare il regolamento delle primarie. In realtà, il punto resta politico. Se alcuni (i zingarettiani su tutti) continuano a spingere, una parte del partito rimane ancora 'freddo' all'idea di correre ai gazebo.

"Comunque, l'Assemblea non si sovrapporrà alla riunione di Salsomaggiore del 9 e 10 novembre", ha spiegato Andrea Marcucci al termine della segreteria confermando l'evento dei renziani. Dopo l'intervento di Martina (nessun accenno a una sua eventuale candidatura) oggi i dirigenti hanno analizzato gli adempimenti congressuali da rispettare: l'ultima volta, con tempi compressi, servirono circa 70 giorni. "Le primarie, verosimilmente, si terranno entro febbraio", ha sentenziato Matteo Orfini lasciando il Nazareno. Per i gazebo, convocati in un primo momento a fine gennaio e poi il primo o il secondo week end di febbraio, si parla ora del 17 febbraio. "Intanto -confida un big renziano- si voterà in tre regioni, chi la fa la campagna elettorale? Per non parlare del fatto che rischiamo di arrivare davvero a ridosso delle europee, a 20 giorni dalla presentazione delle liste".