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POLITICA

Roma

Pd, l'ex Mineo attacca Renzi: "Non ha scrupoli ma lui sa che io so"

Il senatore, uscito dal gruppo Pd, risponde al premier che lo ha accusato di aver lasciato il Pd senza dimettersi

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Roma
"Renzi non si fa scrupoli, rivela conversazioni private, infanga per paura di essere infangato. E sa che io so. So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente. So quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa. Fino al punto di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo. Io so, ma non rivelo i dettagli di conversazioni private. Non mi chiamo Renzi, non frequento Verdini, non sono nato a Rignano". E' un fiume in piena il senatore Corradino Mineo che, appena uscito dal gruppo Partito democratico, risponde così al premier. Non accetta la critica di Renzi che, a sua volta, lo ha accusato di aver lasciato il gruppo dem ma non lo scranno.

Ed è proprio sulla questione della poltrona che affonda Mineo: "A differenza forse di qualcun altro io non ne ho bisogno. Ho lavorato per 40 anni, salendo passo dopo passo il cursus honorum, da giornalista fino a direttore. Probabilmente ho ancora 'mercato', potrei tornare a fare quello che ho dimostrato di saper fare. Non ora, perché ho preso un impegno accettando la candidatura che Bersani mi propose nel 2013, e lo manterrò, quell'impegno, in barba a chi vorrebbe 'asfaltare' il dissenso". 

Per Mineo il presidente del Consiglio "non ha stile" e ricorda che non ha mai manifestato l'intenzione di dimettersi dal Senato "se non in un sms che mandai proprio a lui, disgustato dall'attacco volgare e strumentale che mi aveva mosso davanti all'assemblea del Pd, dopo la vittoria alle Europee". A fargli cambiare idea, aggiunge Mineo, "fu Gianni Cuperlo, per spiegarmi che la politica, ahimé, è anche questo, - scorrettezza cialtrona, e che bisogna saper resistere. Grasso mi ricordò che avevo un mandato da onorare".

Infine Mineo conclude dando la sua versione di una battuta che nel giugno 2014 aveva riservato allo stesso premier - "Matteo è un ragazzino autistico che vorresti proteggere perché tante cose non le sa" - e specifica: " E' stato Renzi a strumentalizzarli nel modo più squallido per 'spianarmi'. Li ha usati per strappare un applauso in assemblea e non ha fatto poi seguire un solo provvedimento per andare incontro alle tante famiglie in difficoltà. I fatti hanno la testa dura".