ITALIA
Nel 2020 oscurati 2.423 siti web
Pedopornografia on line, arresti e denunce in 16 provincie
Controllati 23.815 siti: 39 persone arrestate e 792 denunciate. Sono i numeri della pedopornografia on line, nel 2020. Oggi altra operazione della polizia postale. Il ministro Lamorgese: ” Incessante l'attività di prevenzione”
Hanno l’aspetto e una vita anonima. Sono operai, camerieri e impiegati. Il più "anziano" ha 60 anni, il più giovane 23. Eppure dietro questa facciata si nascondono pedofili che attirano le loro vittime sugli account più comuni e condividono, sempre in rete, le loro gesta.
Nell’operazione di oggi la Polizia Postale di Roma, su mandato della Procura di Venezia, ha effettuato arresti, perquisizioni e sequestri di materiali pornografici in 16 provincie italiane.
Come trovarli, dove agiscono
Le indagini sono sempre molto complesse perché i pedofili e quelli che si scambiano materiale pedopornografico sanno come non lasciare tracce. In questo caso sono stati passate al setaccio le chat del social kik. A differenza di Whatsapp, dove l'utente è identificabile dal numero di cellulare, kik permette l'accesso dal proprio smartphone, con un semplice account. Attraverso le conversazioni gli agenti hanno isolato i nickname estrapolando le connessioni ip e portando allo scoperto una rete di pedofili. Denunciate 16 persone e arrestate altre 4.
I sequestri
Sequestrati decine di telefonini, computer e file che dimostravano sia il possesso sia lo scambio di immagini pornografiche. Durante le perquisizioni sono stati riscontrati canali Telegram già noti per lo scambio di materiale pedopornografico e connessi anche a casi di revenge porn per cui sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.
Il ministro dell’Interno Lamorgese
"E' incessante l'attività di prevenzione e di contrasto della pedopornografia on line e, più in generale, di monitoraggio dell'intera rete internet a salvaguardia dei minori e di tutte le fasce deboli". Ha sottolineato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.
I numeri del 2020
Dal 1 gennaio ad oggi sono stati monitorati 23.815 siti. Oscurati 2.423 spazi web. Sono 39 gli arrestati e 792 i denunciati.
Nell’operazione di oggi la Polizia Postale di Roma, su mandato della Procura di Venezia, ha effettuato arresti, perquisizioni e sequestri di materiali pornografici in 16 provincie italiane.
Come trovarli, dove agiscono
Le indagini sono sempre molto complesse perché i pedofili e quelli che si scambiano materiale pedopornografico sanno come non lasciare tracce. In questo caso sono stati passate al setaccio le chat del social kik. A differenza di Whatsapp, dove l'utente è identificabile dal numero di cellulare, kik permette l'accesso dal proprio smartphone, con un semplice account. Attraverso le conversazioni gli agenti hanno isolato i nickname estrapolando le connessioni ip e portando allo scoperto una rete di pedofili. Denunciate 16 persone e arrestate altre 4.
I sequestri
Sequestrati decine di telefonini, computer e file che dimostravano sia il possesso sia lo scambio di immagini pornografiche. Durante le perquisizioni sono stati riscontrati canali Telegram già noti per lo scambio di materiale pedopornografico e connessi anche a casi di revenge porn per cui sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi.
Il ministro dell’Interno Lamorgese
"E' incessante l'attività di prevenzione e di contrasto della pedopornografia on line e, più in generale, di monitoraggio dell'intera rete internet a salvaguardia dei minori e di tutte le fasce deboli". Ha sottolineato il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese.
I numeri del 2020
Dal 1 gennaio ad oggi sono stati monitorati 23.815 siti. Oscurati 2.423 spazi web. Sono 39 gli arrestati e 792 i denunciati.