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MONDO

Record di condanne anche in Pakistan e Arabia Saudita

Pena di morte: Cina primatista di esecuzioni, in Iran 2015 record

Rapporto 2016 di 'Nessuno Tocchi Caino'

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I primi paesi boia del 2015 sono stati Cina, Iran e Pakistan, mentre bei primi sei mesi del 2016 sono stati Cina, Iran e Arabia Saudita. E' quanto si legge nel rapporto 2016 di 'Nessuno Tocchi Caino'.

Sebbene la Cina si confermi primatista di esecuzioni, negli ultimi anni si sono succedute notizie, anche di fonte ufficiale, secondo cui condanne a morte ed esecuzioni sarebbero via via diminuite rispetto all'anno precedente. Tale diminuzione è stata più significativa a partire dal 1° gennaio 2007, quando è entrata in vigore la riforma in base alla quale ogni condanna a morte emessa da tribunali di grado inferiore deve essere rivista dalla Corte Suprema.

La Fondazione statunitense Dui Hua ha stimato che la Cina ha giustiziato circa 2.400 persone nel 2015, lo stesso numero di esecuzioni stimato nel 2014 e nel 2013. Un dato rappresenta un calo del 20% rispetto alle circa 3.000 esecuzioni del 2012 e un calo più significativo rispetto alle 6.500 nel 2007 e alle 12.000 del 2002.

Nell'agosto 2015, la Cina ha modificato il codice penale, eliminando la pena di morte per nove reati minori. Tuttavia per l'eliminazione della pena di morte per questi nove reati incide poco e nulla sulla pratica della pena capitale in Cina, che si concentra in gran parte su casi di omicidio, stupro, rapina e reati di droga. Tuttavia, mostra che il governo continua a fare passi in avanti verso la graduale abolizione, secondo 'Nessuno Tocchi Caino'.

Se la Cina effettua il maggior numero di esecuzioni ogni anno, è però l'Iran a mettere a morte più persone pro capite di qualsiasi altro Paese. Nel 2015 sono state effettuate almeno 970 esecuzioni, il numero più alto in oltre 25 anni, mentre al 30 giugno del 2016 sono state almeno 209 le persone giustiziate. 'Nessuno Tocchi Caino' ha precisato che dall'inizio della presidenza di Rohani (tra il 1° luglio 2013 al 31 dicembre 2015) sono stati almeno 2.214 i prigionieri giustiziati in Iran. 

Anche in Pakistan è stato registrato un record di esecuzioni dopo la revoca della moratoria a fine 2014 a seguito del massacro messo a segno dai talebani in una scuola a conduzione militare a Peshawar, in cui sono state uccise 150 persone, tra cui 134 bambini. Il 3 marzo 2015 il governo ha formalmente revocato la moratoria sulla pena di morte per tutti i prigionieri condannati. Nel 2015, almeno 326 persone, tra cui 30 condannati per terrorismo, sono state impiccate in varie prigioni del Paese, mentre almeno altre 75 persone sono state giustiziate nei primi sei mesi del 2016.

Anche in Arabia Saudita nel 2015 il numero di esecuzioni ha raggiunto il suo livello più alto degli ultimi otto anni. E come negli anni precedenti, circa la metà delle esecuzioni hanno coinvolto stranieri. Riad ha decapitato almeno 159 condannati a morte nel 2015, tra cui 72 stranieri (comprese tre donne), mentre nei primi sei mesi del 2016 sono state giustiziare altre 95 persone (75 sauditi e 20 cittadini stranieri, tra cui una donna). L'ondata di esecuzioni è iniziata verso la fine del regno di Re Abdullah, morto il 23 gennaio 2015, accelerando sotto il suo successore Re Salman.