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ECONOMIA

Su esodati: "Governo risolva o si aprirà stagione di conflitto"

Pensioni, Damiano: "Per Inps l'estensione 'opzione donna' vale 2 mld fino al 2023: cifra eccessiva"

Così il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano affermando che la cifra è eccessiva e l'estensione dell'opzione donna non avrebbe bisogno di copertura. Sulla questione esodati aggiunge: "Inaccettabile che i risparmi tornino al Tesoro, è contrario anche il ministero del Lavoro: persi 500 milioni da fondi 2013-2014"

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Cesare Damiano
Roma
L'estensione dell''opzione donna' per l'uscita verso la pensione ricalcolando l'assegno con il metodo contributivo fino al 2023 costerebbe, secondo calcoli Inps, 2 miliardi. Così il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, al termine di una riunione con i rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato, del ministero del Lavoro e con il presidente dell'Inps, Tito Boeri, dedicata alla cosiddetta 'opzione donna' e sulla settimana salvaguardia per gli esodati. Si tratta, secondo Damiano, di una cifra eccessiva. "Per quanto riguarda l''opzione donna' - aggiunge Damiano - noi abbiamo sin dall'inizio affermato che la misura non aveva bisogno di coperture finanziarie. Adesso l'Inps parla di oltre 2 miliardi fino al 2023, una cifra a nostro avviso spropositata". "Non possiamo nuovamente commettere l'errore di risorse gonfiate e calcolate su platee potenziali che poi non esistono a consuntivo e soprattutto - sottolinea - non possiamo non considerare che questa modalità produrrà anziché un costo un risparmio", visto che chi sceglie 'opzione donna' rinuncia al 30% del proprio assegno, "calcolato per oltre 23 anni, se consideriamo che l'aspettativa media di vita è intorno agli 80 anni". 

"Chiederemo - dice Damiano - un incontro a livello politico e vogliamo che continui il lavoro istruttorio sui conti relativi alle risorse" visto che "la cifra di 3,3 miliardi di risparmi complessivi fino al 2023 fornita dall'Inps deve trovare la sua certificazione in una prossima conferenza dei servizi da tenersi con il Mef". "Noi - conclude - abbiamo già realizzato la stessa salvaguardia che ha tutelato 32mila lavoratori attraverso la logica dei risparmi e delle compensazioni e intendiamo farlo anche per il futuro". 

Esodati, Damiano: "Governo risolva o si apre stagione di conflitto"
Damiano aggiunge poi che le risorse destinate per il 2013-2014 alla salvaguardia degli esodati "che non sono state spese, circa 500 milioni, sono perdute" e "sono già tornate nelle casse dello Stato". "Se prevalesse la linea
restrittiva del Mef - commenta Damiano - per noi questo è inaccettabile, la questione diventa politica e va affrontata a livello di ministri competenti". Damiano denuncia che cosi' "non solo si riduce la quantità di risorse messe a disposizione per la 'settima salvaguardia', ma si cancella la volonta' del legislatore, che costituendo il fondo ha espresso la volonta' di utilizzare i risparmi per ampliare il numero dei lavoratori da tutelare". E sottolinea "noi e il ministero del Lavoro non concordiamo con l'interpretazione restrittiva del Mef, che demolisce le fondamenta della legge, per me è inaccettabile".

E sul tema esodati i sindacati promettono battaglia . "C'è un problema di certezza del diritto - ha detto Domenico Proietti della Uil nel corso dell'audizione sulla flessibilità per l'andata in pensione - c'è una legge che stabilisce l'uso delle risorse per i lavoratori esodati". "E' un problema noto a tutti - ha aggiunto Maurizio Petriccioli della Cisl - ed è necessario trovare una soluzione strutturale con la legge di Stabilità. Sarebbe grave non garantire le risorse". Critiche al Mef anche da parte di Vera Lamonica della Cgil sulla novità dello stop alla settima salvaguardia. La sindacalista contesta anche le stime su opzione donna. "Deve essere rimossa l'interpretazione dell'Inps che è errata. E' demenziale ipotizzare che tutte vogliano andare in pensione a 57 anni rinunciando al 30% dell'assegno".